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La freedom flotilla va avanti!

di Monia Benini - 30/05/2010

 

La Turchia sta scortando gli aiuti ai cittadini palestinesi vessati dal sionismo.




Larnaka/Nicosia,Cipro

Mentre ci apprestiamo a "festeggiare" l' anniversario del primo 
ingresso di PBC a Gaza,alla guida della Carovana della Speranza, 
avvenuto proprio un anno fa, cominciamo ad avere maggiori informazioni 
sulla nostra missione.
Abbiamo cambiato albergo poiche' hanno sistemato tutti partecipanti, 
prima sparsi in vari alloggi, in un unico hotel in modo da essere 
pronti al momento della partenza e per poter fornire eventuali 
aggiornamenti in tempo reale. In mattinata siamo andati a Nicosia, la 
capitale, dove abbiamo conosciuto altri nostri compagni di viaggio, 
provenienti dall' Irlanda, dalla Norvegia, dalla Svezia, dalla 
Bulgaria, dall' Inghilterra, dagli USA e dalla Russia (oltre a due 
cittadini israeliani che condividono la necessita' di fermare l' 
atroce assedio contro la Striscia).
Gli organizzatori ci hanno spiegato come averra' la partenza (preparo 
il pezzo dedicato, che per ragioni di sicurezza sara' pubblicato solo 
dopo l' avvenuto imbarco) e sara' un'operazione...davvero 
rocambolesca! Non potremo portare le nostre valigie, ma dobbiamo 
attrezzarci con il minimo necessario per qualche giorno (la sosta a 
Gaza e' prevista per due soli giorni) e con eventuali medicinali. 
Fortunatamente c'e' una bella notizia: ci ricongiungeremo con Anglea 
Lano (Infopal) sulla stessa imbarcazione della European Campaign to 
end the siege on Gaza, unificando di fatto la delegazione italiana.
Ci aspettano quattro tipi di scenari, uno solo del quale e' 
entusiasmante: l'arrivo a Gaza per sabato dopo una traversata in mare 
di poco piu di un giorno. Ma tenuto conto di quanto fermamente Israele 
abbia ribadito il proprio impegno a contrastare duramente la missione 
umanitaria, c' e' poco da sperare in una simile situazione. Gli 
organizzatori ci hanno fatto sottoscrivere un foglio con il quale ci 
assumiamo l'intera responsabilita' per cio' che ci accadra', 
osservando l'impegno a mantenere un atteggiamento non violento di 
fornte a qualunque tipo di provocazione israeliana. Le prospettive 
vanno dal 'fermo in mare' (ovvero potrebbero bloccare le imbarcazioni 
per vari giorni in mare), al sequestro dei cargo, all'assalto delle 
navi (con cannoni ad acqua o con altro tipo di minacce), sino 
all'arresto e alla detenzione, per non dimenticare che altri mezzi di 
Free Gaza sono stati pesantemente attaccati con armi da fuoco e 
danneggiati irreparabilmente. I giornali israeliani in questi giorni 
riportano addirittura la notizia che Israele avrebbe provveduto alla 
preparazione di un campo  di detenzione per gli attivisti della 
Freedom Flotilla ad Ashkelon. Ci sono state date indicazioni in merito 
ai nostri diritti e all'atteggiamento che dovremo seguire in caso di 
arresto e/o interrogatorio e ci hanno fornito i numeri di emergenza e 
informazioni sull'avvocato che nell'eventualita' gli organizzatori 
metterebbero immediatamente a nostra disposizione.
In ogni caso siamo sereni: sappiamo che Israele fara' di tutto per 
minacciarci e spaventarci, ma sappiamo che stiamo compiendo una 
missione importantissima di aiuto e solidarieta' con un intero popolo: 
la Turchia accompagnera' la carovana via mare e avremo un telefono 
satellitare in nave in caso di emergenza. Vogliamo fare la nostra 
parte: gli aiuti (materiali da costruzione, generatori di corrente, 
generi alimentari per bambini, sedie a rotelle elettriche, medicinali, 
materiali per le scuole) ora ammontano a quasi 10.000 tonnellate!!! La 
mia speranza e' quella di poter testimoniare questa avventura, 
dimostrando la crudelta' (che polverizza ogni parola di propaganda che 
in questi giorni si sta spendendo allegramente su blog, siti, commenti 
ad articoli di stampo indiscutibilmente filosionista) del governo e 
dell'esercito israeliano verso Gaza, ma soprattutto consegnando aiuti 
fondamentali per i cittadini palestinesi. Se non fosse drammatico, ci 
sarebbere da ridere dei Governi italiani che si sono avvicendati, 
sottoscrivendo ed approvando accordi militari di cooperazione con 
Israele...saranno proprio i soldi dei cittadini italiani, il denaro 
pubblico del nostro paese, che sara' utilizzato per tentare di 
fermarci ed eventualmente detenerci in campi israeliani! L'Italia che 
butta nel cesso i quattrini dei propri cittadini, per ubbidire all' 
odio feroce dei sionisti: chissa' cosa ne penserebbero i disoccupati, 
i ricercatori universitari, le aziende in crisi, le forze di polizia 
senza benzina per la lotta contro la criminalita'...Ma ovviamente il 
regime politico e mediatico italiano non fara' passare una sola riga 
su questa missione umanitaria e sui rischi che sta correndo: meglio 
non parlarne...e' il modo migliore per dimostrare che non esiste.
Noi di Per il bene comune, invece, ci siamo e faremo del nostro 
meglio, insieme a tanti rappresentanti di paesi europei, dell' Asia, 
dell' America (Latina, ma anche USA): e' una spedizione di portata 
mondiale e credo che, mentre non basteranno i colpi di arma da fuoco 
degli Israeliani a svegliare chi finge di dormire, la nostra missione 
potra' svegliare le coscienze assopite che riusciranno ad averne 
informazione. Per la giustizia, per l'interesse, per il bene 
comune...noi andiamo avanti!



Le notizie precedenti sono sul sito www.perilbenecomune.net nella 
sezione speciale sulla Freedom Flotilla