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La propaganda statunitense ormai fa sganasciare dalle risate

di Steve Watson - 09/06/2010

 


 

La prossima volta che vogliate considerare l'opposizione attiva al bombardamento illegale del Pakistan da parte degli Stati Uniti, con l'uso di missili lanciati dai droni, tenete conto di questo: i droni sono efficaci. Così efficaci che, infatti, possono uccidere terroristi già uccisi in precedenza.

 Una volta ancora, questa settimana siamo stati informati in modo affidabile da funzionari USA, attraverso l'onnipresente gruppo di intelligence SITE informato per il tramite degli stessi terroristi, che un missile lanciato da un drone ha eliminato con successo il Numero Tre di al-Qa'ida:

Nelle scorse due settimane il leader operativo di al-Qa'ida in Afghanistan è stato ucciso durante un attacco missilistico americano nelle zone tribali del Pakistan, secondo le dichiarazioni rilasciate lunedì dal gruppo terrorista, che i funzionari americani ritengono autentiche:

Il leader militante, Mustafa Abu al-Yazid, un egiziano, faceva parte dei vertici finanziari di al-Qa’ida oltre che essere uno dei fondatori del gruppo, ed era ritenuto dai funzionari dei servizi segreti americani il n. 3 dell'organizzazione terrorista, dietro Osama bin Laden e il suo vice, Ayman al-Zawahri, anch'egli egiziano.

Si pensa che Al-Yazid, conosciuto anche come Saeed al-Mari, sia un associato di lunga data di Osama Bin Laden e Ayman al-Zawahiri.

La Commissione sull'11 Settembre lo ha identificato quale possibile diretto finanziatore degli attentati. E' stato anche più manifestamente segnalato come presunto responsabile per l'assassinio dell’ex primo ministro pakistano Benazir Bhutto nel 2007.

Il tempismo della dichiarazione di decesso di al-Yazid/al-Masri è notevole, poiché giunge esattamente in contemporanea con un importante rapporto dell’ONU che sostiene che gli attacchi con i droni sono illegali, e che dovrebbero essere fermati immediatamente.

Ancora più degno di nota, tuttavia, è il fatto che al-Yazid/al-Masri fu dichiarato morto almeno due anni fa. Dal «Guardian» di Londra dell'Agosto 2008:

«Uno dei principali comandanti militari di al-Qa'ida, considerato il numero tre del gruppo terrorista, è stato ucciso dopo diversi giorni di duro combattimento nella zona di confine a Nord-Ovest del Pakistan.

Abu Saeed al-Masri, identificato dai media locali come Mustafa Abu al-Yazid, comandante di al-Qa'ida in Afghanistan, è stato ucciso nel corso di una battaglia nell'area tribale di Bajaur.»

«Questa volta sembra che i funzionari dell'intelligence abbiano più fiducia sul fatto che sia stato effettivamente ucciso» dichiara Matthew Waxman, professore di Diritto alla Columbia University ed ex funzionario del Pentagono e del Consiglio di Sicurezza Nazionale.

I lettori più affezionati ricorderanno i nostri precedenti articoli sulla magica giostra dei terroristi di al-Qa'ida che continuano a risorgere dalla morte e a sfuggire a multiple catture.

Il “numero tre di al Qa'ida” è una posizione particolarmente magica, visto che praticamente ogni terrorista affiliato al mitico gruppo sembra aver ricoperto tale carica.

Tornando al 2005, Timothy Noah della rivista Slate ha identificato ben quattro “numeri tre”, poi sei, finchè il numero è cresciuto rapidamente a nove.

La lista dei “Numero tre” di al-Qa'ida include:

Abu Faraj al-Libbi, Abu Hamza Rabia, Abu Laith al-Libi, Abu Saeed al-Masri, Abu Yahya al-Libi, Saif al-Adel, Khalid Sheikh Mohammed, Mohammed Sheikh Mohammed, Abu Zubaida.

La battuta viene naturale – «L'obiettivo del N°4, comunque, è ancora a piede libero per il mondo», «E' un po' come il batterista degli Spinal Tap [band fittizia del mondo heavy metal, n.d.t.]», ecc. ecc.

La saga nel numero tre è ancora un ulteriore esempio di come una propaganda orchestrata ad hoc, fatta di fumo e giochi di specchi, possa velare la realtà. Il mantra della “guerra al terrore” continua ad essere propagato come giustificazione per la dichiarata occupazione permanente e per il controllo del Medio Oriente da parte dell'élite globale.


fonte Prisonplanet.com

vers. it. megachip – trad. di Elisa Pirisi e Giuseppe Pepe