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Verità e sprechi

di Sergio Rizzo - 16/06/2010

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Vero: i tagli orizzontali, uguali per tutti, rischiano di penalizzare le Regioni più virtuose. Ma questo, volendo scartare i rilievi a proposito della presunta incostituzionalità mossi da qualcuno, è l`unico punto sul quale si può dare ragione ai governatori che strepitano contro la manovra.
Perché il grasso da eliminare, anche qui, proprio non manca.
Il fatto è che le Regioni, naturalmente con gradazioni diverse, hanno finito per imitare lo Stato centralista e sprecone diventando a loro volta centraliste e sprecone. Cominciando da strutture ipertrofiche e costosissime.
In Lombardia c`è un dipendente regionale ogni i.8oo abitanti in età lavorativa? Ebbene, in Campania sono il quadruplo (uno ogni 472) e in Molise addirittura otto volte più numerosi (uno ogni 226).
E la proliferazione immobiliare? Tutte, ma proprio tutte le Regioni hanno una sede a Bruxelles. E se da Palermo, oltre all`ambasciata comunitaria, avevano anche aperto «Case Sicilia» in giro per tutto il pianeta, dalla Germania all`Argentina alla Cina, la Lombardia era arrivata ad avere 25 consolati «regionali» in 21 Paesi: anche in Giappone.
Mentre la Campania, per non essere da meno, inaugurava un faraonico ufficio a New York, affittato al prezzo di un milione 14o mila euro l`anno. Anche volendo, i 320 mila cittadini del Molise quell`appartamento sopra il negozio del famoso sarto napoletano Ciro Paone non se lo sarebbero potuto permettere.
In compenso pa- gang 4 milioni l`anno di pigioni per gli uffici della Regione a Campobasso e hanno ben due sedi di proprietà a Roma. Oltre ad aver acquistato negli scorsi anni un ex albergo e uno stabile dell`Enel per una spesa complessiva di 18 milioni:56 euro a molisano.
Scelte francamente difficili da comprendere, al pari di altre iniziative, piccole e meno piccole. Sapevate che dal 2008 la Regione Calabria è «sponsor unico istituzionale» della Federcalcio? Si tratta di una «nuova strategia di promozione turistica» lanciata dalla giunta dell`epoca.
Scherzetto che sarà costato in tre anni alle casse regionali, fra contributo alla Fige, acquisto di spazi pubblicitari negli aeroporti e nelle stazioni e spot televisivi, ben otto milioni di euro.
Si potrebbe poi andare avanti con le auto blu superaccessoriate noleggiate qualche anno fa dalla Regione Veneto, le 50o persone entrate in pianta stabile senza concorso al «parlamento» della Campania (il triplo in proporzione rispetto ai dipendenti di Camera o Senato), la recentissima e stravagante decisione del Consiglio regionale del Lazio di pubblicare una rivista (cartacea, s`intende)...
Consola pensare che tale andazzo non sarà più possibile quando si passerà dai costi storici ai costi standard. Perché è inutile illudersi: il federalismo fiscale comporterà all`inizio soprattutto sacrifici. E questa manovra non può che essere la sua prova generale.
Ci riflettano, i governatori (anche quelli della sinistra) che hanno benedetto la pietanza federale e ora protestano per l`antipasto.