Il mostro di cemento
di Andrea Fagioli - 17/06/2010
Hidroaysen è una delle maggiori opere di infrastruttura della storia cilena e il più grande progetto in cui sia impegnata attualmente l'italiana Enel
Cinque centrali idroelettriche (2,75Mw di potenza installata), due nel fiume Baker e tre nel fiume Pascua, e 2.300 chilometri di linee di trasmissione necessarie a trasportare la corrente dalla XI regione, in Patagonia, nel profondo sud del Cile, alla capitale Santiago. Hidroaysen è una delle maggiori opere di infrastruttura della storia cilena e il più grande progetto in cui sia impegnata attualmente l'italiana Enel, che nel 2009 ha acquistato per 11 miliardi di dollari il 92% della spagnola Endesa, titolare del 51% del progetto (il restante 49% è della cilena Colbun).
I costi previsti per la costruzione sono schizzati in alto, soprattutto quelli della linea di trasmissione che con circa 6.000 torri, di un'altezza compresa tra i 60 e i 70 metri, sarebbe la più lunga del mondo. Tanto che in un momento l'Enel ha valutato l'ipotesi di tirarsi indietro. Secondo le ultime stime, la spesa totale per l'intero mega-progetto si aggirerebbe intorno ai 7 miliardi di dollari, il doppio rispetto a quanto stimato inizialmente e addirittura un 27% in più dei 5,5 miliardi previsti fino poche settimane fa.
A inizio di maggio, il numero uno di Enel, Fulvio Conti, ha incontrato a Santiago il presidente cileno, Sebastian Pinera, per chiedere l'appoggio del governo per la linea di trasmissione, che Enel non costruirà direttamente - in pole position per farlo ci sono i cileni di Transelec, gli unici ad avere le capacità per un'opera del genere - ma soprattutto per accelerare l'approvazione del permesso ambientale.
Quello relativo all'impatto che i lavori avranno sull'ambiente è infatti uno dei principali nodi da sciogliere. Secondo uno studio di un gruppo di ricercatori del prestigioso Mit di Boston, tra cui le italiane Elisabetta Natale e Flavia Tauro, le dighe avrebbero un elevatissimo impatto su corsi d'acqua, vegetazione e fauna e si considera che per la costruzione delle centrali e delle linee di trasmissione verrebbero emesse oltre 13 tonnellate di Co2.