Il sindaco di San Francisco, ha deciso che i cellulari in vendita nella sua città indichino oltre al prezzo e alle caratteristiche tecniche, anche il livello di radiazioni, misurato dal cosiddetto SAR (Specific Absorption Rate), altrimenti detto tasso di assorbimento specifico. Oso dire: finalmente….

Un paio di anni fa chiesi a un negoziante di Milano di indicarmi quale fosse il cellulare con il minor livello di radiazioni. Mi guardò come un marziano, non sapeva nemmeno cosa fosse il SAR. La mia non era una domanda retorica, ma dettata da un bisogno concreto (mi scuso se per una volta parlo della mia sfera privata). Ero (e sono) molto sensibile alle radiazioni dei cellulari e quando usavo certi modelli dopo un paio di minuti di conversazione provavo un fastidio all’orecchio e un lieve ma di testa. Con altri cellulari il mio tempo di resistenza, invece, era molto più lungo.

Nell’attesa di poter decidere il modello anche sulla base del SAR da allora mi cautelo usando sempre l’auricolare. Peraltro medici ed esperti di telecomunicazione confermano che, comunque, è consigliabile tenere il cellulare il più lontano possibile dal cervello.

Ben venga l’iniziativa del sindaco di San Francisco. E dico: adottiamola anche in Europa? Basterebbe una leggina, questa sì di pubblica utilità; molto più utile di misure populistiche come quella ventilata da Maroni, che vuole installare i body scanner anche nelle stazioni; secondo logiche che non riesco a capire. Se il rischio è quello di un attentato in un luogo pubblico chiuso, dovremmo mettere body scanner nei metrò, sui bus, nei supermercati, nei grandi magazzini. Mah…

Le radiazioni dei cellulari e l’aumento dei problemi all’udito e di tumori cerebrali rappresentano un problema molto concreto e di buon senso che riguarda tutti.

Perché non affrontarlo, inducendo i produttori di cellulari a costruire modelli a bassissime radiazioni? Chissà che con la pressione dei social network…