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Meno voli, più teleconferenze

di Andrea Boretti - 22/06/2010


Viaggiare inquina e tanto, soprattutto quando si parla di meeting e conferenze internazionali. L'ONU, l'organizzazione internazionale per eccellenza, ne sa qualcosa e attraverso una guida al "viaggio sostenibile" cerca di raccogliere tutte le indicazioni necessarie a ridurre le emissioni causate dagli eccessivi spostamenti del personale.



aereo
L'Onu ha stilato una guida al "viaggio sostenibile", gli spostamenti dell'organizzazione rappresentano ormai il 49% delle sue emissioni di CO2
Quando si parla di inquinamento, il viaggio rappresenta nella carbon footprint di un individuo medio una voce molto importante, specie se si tratta di aerei. Se infatti mediamente una persona produce nell'arco di un anno 5,5 tonnellate di CO2, un singolo viaggio in business class da New York a Pechino ne produce ben 3 tonnellate ovvero praticamente i 2/3 del totale.

Partendo da questo presupposto e ragionando sul proprio ruolo nel mondo (cosa che non fa mai male), l'ONU - attraverso la Sustainable United Nation (SUN) del suo programma per l'Ambiente - ha stilato una guida al "viaggio sostenibile". La guida, intitolata Sustainable Travel in the United Nation contiene indicazioni per tutto lo staff ONU - ma anche per chi volesse farle proprie - volte a ridurre considerevolmente l'emissione di gas serra dovuta agli spostamenti.

Il rapporto è una delle conseguenze del UN Climate Neutral Strategy, che le Nazioni Unite hanno adottato nel 2007 in risposta a dati come quello della Banca Mondiale che ogni giorno percorre con i suoi dipendenti 1,3 milioni di chilometri per un totale di 500 milioni di chilometri ogni anno. A questo dato va aggiunta la consapevolezza raggiunta dall'organizzazione internazionale che i suoi spostamenti rappresentano ormai il 49% delle sue emissioni di CO2 in atmosfera un dato che l'ONU, se vuole dare il buon esempio, non può accettare.

Ma come si raggiungono certi obiettivi, come ci si avvicina alla neutralità climatica? Le risposte sono molte e le azioni di mettere in campo altrettante. Anzitutto evitando i viaggi non necessari, visto che ben il 55% dei viaggiatori pensano che le loro missioni internazionali non siano sempre produttive. Poi, sicuramente, scegliendo il miglior modo di viaggiare. Se infatti andare in macchina è una scelta migliore rispetto ad andare in aereo, di sicuro il treno è meglio dell'automobile e macchine ibride o più efficienti sono meglio di un grande e inquinante SUV. Viaggiare meno e meglio, insomma, sarà banale a dirsi ma è effettivamente la cosa migliore da fare.

Allora via con le tele-conferenze al posto di lunghi viaggi( bastano una connessione veloce, uno schermo ed una web-cam), via ad un migliore coordinamento dei meeting che si traduce in meno staff in giro per il mondo e maggiore coinvolgimento dello staff locale delle nazioni unite (cosa che tra l'altro responsabilizzerebbe tale personale spesso impegnato solo nella normale amministrazione).

Il rapporto si spinge fino a suggerire l'utilizzo di Avatar in stile Second Life per le riunioni, un'opzione che al momento ci lascia perplessi, ma che in un futuro, con livelli di tecnologia superiori potrebbe essere un'opzione praticabile.

Detto questo, rimane la consapevolezza che azzerare completamente le emissioni è, allo stato dell'arte, impossibile, sia perché comunque viaggiare è essenziale per l'ONU, sia perché non esistono ancora mezzi di trasporto aereo totalmente non inquinanti. Al momento la soluzione integrativa a quelle sopra esposte rimane la cosiddetta "compensazione delle emissioni", che consiste in investimenti il cui scopo è pareggiare la produzione di anidride carbonica attraverso il finanziamento di progetti legati alle energie rinnovabili o attraverso nuovi alberi. Questa pratica è sempre più in voga tra le compagnie aeree, e le nazioni unite vorrebbero farla propria. Resta però in questo caso il dubbio che tali piani di compensazione siano veramente efficaci e facciano ciò che promettano. La sensazione è spesso quella, infatti, che si tratti di una pratica di green-wash piuttosto che di vera volontà ecologista.

Ci piace chiudere con l'ultima frase del rapporto SUN che dice : "There are always more than one way to do things, keep an open mind!" ("C'è sempre più di un modo di fare le cose, tenete una mente aperta!").