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Gerusalemme Est, nuove demolizioni per far posto a un parco archeologico

di Carlo M. Miele - 24/06/2010




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Un nuovo piano di demolizioni nel quartiere di Silwan, nella parte palestinese e occupata di Gerusalemme, rischia di riaccendere le tensioni in Palestina.

A esprimere preoccupazione è stata l’amministrazione Usa, intervenuta a poche ore di distanza dal  sindaco della città santa Nir Barkat, che lunedì aveva annunciato la prossima demolizione di 22 abitazioni palestinesi per far spazio a un nuovo parco archeologico israeliano, intitolato a Re Davide.

“Siamo preoccupati – ha detto il portavoce PJ Crowley – Questo è precisamente il tipo di iniziativa che riteniamo possa creare sfiducia che è fondamentale per fare progressi nei colloqui indiretti (tra israeliani e palestinesi, ndr) e successivamente nei negoziati diretti”.

Apparentemente, l’annuncio di Barkat non è piaciuto nemmeno al governo di Tel Aviv.

“La municipalità di Gerusalemme e il comitato di pianificazione hanno mostrato una mancanza di buon senso e di tempismo. E non è la prima volta”, ha dichiarato al quotidiano Haartez il ministro della Difesa Ehud Barak

Già nei mesi scorsi, la questione delle colonie israeliane a Gerusalemme Est è stata all’origine di un duro scontro diplomatico tra il governo israeliano e l’amministrazione Obama.

In particolar modo Washington non apprezzò l’annuncio della costruzione di 1.600 nuove abitazioni destinate i coloni, fatto a marzo, proprio in occasione di una visita del vicepresidente Usa Joe Biden.

Il piano rivelato lunedì da Barkat - che, stando ad alcune fonti, potrebbe prevedere anche l’abbattimento di altre 66 abitazioni palestinesi - mira alla creazione di un grande parco archeologico intitolato a Re Davide e costruito proprio nella area in cui sorgeva la dimora del sovrano della tradizione bibilica.

Il progetto, finanziato dalla impresa immobiliare Elad, esiste dagli anni ottanta, ma nell’ultimo decennio sta procedendo a passo spedito.

Per diventare effettivo, dovrà ancora superare diversi passaggi legali. Già da tempo, tuttavia, viene duramente contestato dai palestinesi, secondo cui il parco rappresenta solo l’ennesimo stratagemma israeliano per scacciare la popolazione palestinese dal quartiere e rafforzare il proprio controllo su Gerusalemme Est, la parte palestinese della città santa occupata dallo Stato ebraico nel corso della guerra del 1967 e annessa nel 1981.