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La provocazione che viene dalla terra

di Roberto Burdese - 28/06/2010


 
 
 
 
Giovedì pomeriggio, tra San Giovanni e Slovacchia, è passata quasi inosservata una dichiarazione del Ministro dell’Agricoltura Giancarlo Galan. In risposta a Umberto Bossi che ne sponsorizzava (probabilmente con qualche secondo fine) il passaggio al dicastero dello Sviluppo Economico, l’ex Presidente della Regione del Veneto ha azzardato: “visto che siamo nel 150° anniversario dell’unità d’Italia” perché non ripercorrere le orme di Cavour, il quale “riunificò i due dicasteri, quello dell’agricoltura e dello Sviluppo Economico” (allora Ministero delle Finanze)?
Al di là della polemica interna alla maggioranza di Governo da cui nasce questo scambio di battute, la provocazione di Galan è tutt’altro che priva di senso. La grave crisi di sistema che stiamo attraversando non troverà la propria soluzione nel tentativo che pervicacemente portano avanti i grandi gruppi industriali di riproporre un modello produttivo che fa affidamento solo sull’illimitata crescita del mercato dei consumi.
Il nostro futuro chiede soluzioni innovative e creative, che contemplano anche un ritorno all’agricoltura come settore strategico di sviluppo. Non riusciremo mai a guidare 2 automobili in contemporanea, ma continueremo a mangiare 3 volte al giorno, per dirla in maniera persin troppo banale. E se è vero che nel mondo cosiddetto sviluppato gli addetti del settore primario sono ormai meno del 4% della popolazione attiva, risulta più che naturale pensare che proprio in agricoltura si potranno creare qualche centinaio di migliaia di posti di lavoro nei prossimi anni (parliamo solo dell’Italia). Anche perché l’agricoltura non è solo produzione di cibo ma è anche gestione del territorio e del paesaggio, produzione di energia (certamente non a scapito del cibo e dell’ambiente), manutenzione di boschi, montagne, sistema delle acque interne e aree marginali, conservazione della biodiversità, trasmissione dei saperi e molto altro ancora.
Stona parecchio dire queste cose mentre i prezzi agricoli hanno raggiunto in queste settimane i loro minimi storici in valore reale, ma visto che per ora sognare non costa nulla, ben venga il Ministro dell’Agricoltura e dello Sviluppo Economico!