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Don Verzé e la vita oltre i 120 anni

di Mario Cecere - 29/06/2010


E’ da qualche tempo che Silvio Berlusconi [nella foo con don Verzé] va dicendo in giro che intende vivere fino almeno a 120 anni. Chi aveva scambiato l’affermazione dell’istrionico italiano per una delle sue solite boutades è costretto a ricredersi: è più plausibile che si sia trattato, invece, di una smagliante operazione simpatia, di una campagna marketing condotta in prima persona e di cui solo oggi si rinviene il contenuto.  Ce lo rivela, su Il Giornale di quest’oggi, una certa Melania Rizzoli, medico e deputato PDL, nell’articolo di prima pagina: “Ultracentenari col microchip“.

L’istituto San Raffaele del sacerdote amico di Berlusconi, don Verzé, promette agli ottuagenari del nostro Paese che acconsentiranno a lasciarsi impiantare un microchip sottocutaneo, di prolungare la propria vita fino a 120 anni: sarà dunque il paraninfo imprenditore ad assumersi la responsabilità del collaudo in Italia di uno dei simboli più discussi e oscuri del Nuovo Ordine Mondiale, e lo farà servendosi di un impeccabile ecclesiastico impegnato nella ricerca scientifica.

L’oligarchia mondialista  che insegue con pertinacia l’obiettivo storico e ‘metafisico’ della unificazione totale del mondo e della soluzione  definitiva dei conflitti umani, ha dunque trovato in Berlusconi il garante e nel serafico don Verzé l’esecutore dell’operazione che realizzerà in Italia,  superati i timori iniziali dei profani e ridicolizzati come “complottisti” gli oppositori, uno dei sogni piu’ ricorrenti dei “fanatici dell’apocalisse”, quello di ridurre schiavo l’intero genere umano.

Una pletora di bambagioni ultracentenari semi-viventi in un villaggio globale pattugliato da sgherri di sicurezze private, videosorvegliati nei loro quartieri residenziali ghetto, monitorati costantemente dalla polizia del pensiero  asserragliata fin dentro il proprio corpo, sotto pelle, provvederà a garantire il necessario afflusso di umane energie in coltura protetta di cui gli oligarchi hanno ancora dannatamente bisogno.

Certo, sara’ tutto molto piu’ asettico e sicuro: secondo la medichessa berlusconiana i bambagioni si traineranno ognuno un computer che li aggiornerà su ogni pillola da prendere e a che ora… La vita, cosi’ appianata, potra’ finalmente mostrare quelle regolarità sociali che tanto amano i programmatori e gli statistici; il crimine scomparirà e forse ne potrà essere prevista l’intenzione da un’apposita squadra di poliziotti-veggenti.

I bisogni umani, biologici e psichici, saranno selezionati e tutorati da sociologi e psichiatri con accesso ai tuoi dati personali. Non si verificheranno esplosioni elleniche né macelli pulp stile Gomorra, non leggeremo ancora le efferate cronache del nostro squallido oggi: nessuno ruberà  le buste della spesa dalle mani ancora palpitanti dell’infartato sdraiato sull’asfalto; i  terminali e i congegni elettronici invisibili impiantanti nell’arto del nonnetto si mostreranno piu’ pietosi delle mani nodose e gelide degli infermieri che sottraggono al collo di tuo figlio in coma la catenina della fidanzata.

Sfruttando gli atavismi istintuali legati al timore dell’aldiqua e dell’aldilà presenti nelle masse, le illuminate istituzioni tecnoscientifiche e “religiose” del pianeta cooperano servizievolmente per adempiere alle direttive delle alte gerarchie. Scienza e religione, infatti, lungi dal contrastare, come presuppone ancora  una sinistra disarmata concettualmente e ferma alla retorica  razionalistica dei “lumi”, si integrano  invece nell’ epoca della tecnica e della “persona umana” e insieme presiedono al culto terraneo del nuovo vitello d’oro: quella pseudo vita proclamata sacra e inviolabile dagli ierofanti in saio e dagli scherani in camice bianco.

Non è forse un caso che una  notizia di tale portata appaia su un giornale berlusconiano: passa subdolamente come panacea per una popolazione sempre piu’ vecchia e avvilita, senza speranze di condurre una vita dignitosa sotto il profilo esistenzale nell’immefiato e nel futuro. E’ anche significativo che vengano rese note le pratiche mediche legate all’uso del microchip proprio subito dopo che si e’ votato per la legge-bavaglio che manda in galera i blogger e chiude i siti politicamente scorretti.

Chi del resto si considera ed è già da sempre  null’altro che “persona”, maschera, robot, golem, cosa non farebbe per prolungarsi l’esistenza in quell’ unico livello di vita per lui comprensibile e a lui corrispondente: lo facesse pure  ma lasciasse in pace gli altri che non intendono prendere parte al delirio.

Il tempo di “passare al bosco” e’ dunque arrivato, solo chi si rende waldganger può staccare pietosamente la spina ai morti viventi  come aveva fatto, con un gesto sinceramente cristiano sconosciuto ai don Verzé,  Jack Nicolson nel film  Qualcuno volo’ sul nido del cuculo.