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Chi ha inventato l'orto sul balcone?

di Martina Turola - 30/06/2010




E’ con grande piacere che vi anticipiamo due cose: sta per uscire il Consapevole n°22; nel Consapevole n°22 ci sarà un articolo dedicato all’orto sul balcone! Ne parlano in tanti, è diventata quasi una moda “forse anche una semplice reazione alla voglia di fare e di avere del cibo naturale e non trattato – senza tralasciare i prezzi ormai esorbitanti di frutta e verdura!!”

Le parole qui sopra sono di Grazia Cacciola, autrice dell’articolo in questione e di un bellissimo blog che vi invitiamo a visitare, Erba Viola. Forse lo conoscete già, perché se avete mai effettuato una ricerca su Google su orto, orto sul balcone, autoproduzione, permacultura, ricette vegan o affini sicuramente vi è comparso qualche suo articolo.

Questo perché, a dispetto di tutte le tecniche di posizionamento sui motori di ricerca e delle strategie dei web marketers, fortunatamente chi scrive contenuti di qualità è ancora facile da trovare in Rete!

Ma, bando ai tecnicismi, volevamo presentarvi il blog Erbaviola e le sue sezioni.

Troviamo innanzitutto una categoria dedicata all’orto, a sua volta suddivisa in utilissime sottosezioni:

 -macrobiotico
-biologico
-i lavori mese per mese
-fasi lunari
-modelli per la domanda di finanziamento per un orto familiare

Poi c’è la sezione che tratta proprio dell'Orto sul Balcone, una sulla Permacultura, in cui un post dal taglio ironico ha scatenato una ridda di commenti a volte un po’ fuori fuoco,  e una ricchissima sezione dedicata invece all’Autoproduzione, con consigli, oltre che sull’orto, su come fare il pane, il tofu, sottoli, marmellate, biocosmesi e biodetersivi..

A questo punto è facile ritrovarsi incuriositi da Grazia Cacciola, che dispensa gratuitamente informazioni così preziose.Per sapere qualcosa di più su di lei basta leggere la sezione “chi sono”, dalla quale trapela subito grande spontaneità ed ironia.
Ne riportiamo un estratto:


Chi è erbaviola?
Una di tanti. Sono vegana e nella vita e su questo sito sono molto interessata a consumo etico, autoproduzione, decrescita, ecovillaggi, agricoltura biologica e biodinamica, inquinamento, scelte ecologiste, risparmio energetico, prodotti da boicottare e prodotti da incentivare e naturalmente vegetarismo e animali.

Quindi vivi in una capanna su un albero in mezzo a una comune hippy?
No. Ho un lavoro e una vita sociale. Vivo con il mio compagno, con cui ho fatto una lunga strada di scelte condivise e pensate e discusse e decise e messe in pratica. Condividono la casa con noi anche Mako e Kiki, due mici trovatelli con un carattere giocherellone e coccolone che erano stati buttati al freddo in una corte, forse perché scartati da una di quelle cucciolate di gatti alla moda, metà certosini e metà persiani. Altri animali girano per il giardino, vanno e vengono a seconda delle stagioni, si moltiplicano e sanno che qui possono sempre trovare una piccola oasi di pace. Non è raro arrivare a casa nostra e trovare un micio dei vicini che prende il sole sulla soglia di casa, le tortore che tubano nei miei vasi o il picchio di vedetta sull’antenna parabolica. Mi piace.

Si, vabbé, si fa presto a fare l’ecologista vivendo così, prova a dover lavorare a Milano e spararti tre ore di traffico al giorno…
Vivevo a Milano. C’è stato un periodo in cui lavoravo contemporaneamente vicino a Viale Cassala, a Sesto San Giovanni e a Busto Arsizio. Ci sono stati giorni che partivo di casa alle 7.00 e rientravo alle 23.00. Altri in cui prendevo un aereo alle 6.00 della mattina e un altro alle 22.00. C’erano domeniche con il brunch sui navigli, happy hour scambiati per cene e guardaroba cambiati ad ogni stagione.
Ci ho messo anni di lavoro, fatica, sogni e speranze per arrivare a questo tipo di vita. Non ho ricevuto in regalo una cascina toscana dal papi, non ho rapinato una banca (semmai il contrario, ma questo succede a molti) e non è successo tutto dall’oggi al domani. Ho fatto fatica, come tanti. Ce la sto facendo, come altri che nascono per caso nel centro di una metropoli e un giorno decidono che gli piacerebbe di più fare un’altra vita. Si puo’. Mi sono allontanata da Milano a piccoli passi. Prima verso la Brianza, poi verso il pavese, ora sto in un posto magnifico.

Ma in pratica dove stai adesso?
Ho passato qualche anno nella campagna lomellina. I primi esperimenti di orto di questo sito sono relativi a quel periodo. A fine luglio 2009 mi sono trasferita dal pavese al meraviglioso appennino tosco-emiliano. La scelta è stata dura, anche economicamente e moralmente, ha significato abbandonare tutto quello che avevamo costruito. Ma intorno a casa nostra avevano aperto una serie di termovalorizzatori, centrali a oli combusti e come se non bastasse il Comune di Vigevano mi aveva fatto realizzare un progetto sul biologico per poi passarlo bell’e fatto alla Coldiretti, stravolgendo il progetto e tentando anche di non pagarmi (hanno pagato meno di 1/3 della fattura e solo dopo l’intervento di avvocati e stampa. Il loro karma ormai è ai minimi). Diciamo che il clima non era dei migliori.
Così abbiamo fatto una scelta. Che si sta rivelando straordinaria, nonostante i problemi pratici. C’è un balcone nuovo da cominciare e un orticello da far partire da zero e un microscopico giardinetto da inventare… si ricomincia!