Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Nikola Tesla genio del nostro tempo

Nikola Tesla genio del nostro tempo

di Massimo Teodorani - 06/07/2010

Fonte: scienzaeconoscenza


Intervista esclusiva per Scienza e Conoscenza a Massimo Teodorani autore del libro
Tesla, lampo di genio (Macro Edizioni, 2005).

Cosa ti ha spinto a scrivere un libro sulla figura di Nikola Tesla?
Rispondo con il “senno di poi” a 5 anni di distanza dalla pubblicazione del mio libro.
Mi attraeva la sua mente, il suo modo di approcciare i problemi scientifici e di comprenderne al volo il succo, la concretezza delle sue azioni. Infatti Tesla traduceva sempre nella pratica quello che era il frutto delle sue intuizioni, passando direttamente dall’aspetto immaginativo a quello applicativo-tecnologico, senza quasi mai passare attraverso la fase intermedia di teorizzazione fisico-matematica: questa è una procedura a dir poco anomala, ma comunque interessante da studiare.
In buona sostanza ho scritto questo libro perché mi interessava esaminare la mente di chi possiede la genialità e confrontarla con quella degli “scienziati standard”, ovvero di quegli studiosi che raggiungono il risultato solo procedendo passo dopo passo e avvalendosi di procedure matematiche. Tesla procedeva per salti, a quanto pare, e spesso e volentieri evitava di matematizzare quello che era il frutto dei suoi pensieri: sembrava guidato da un’intelligenza esterna a lui, quasi uno sciamano tecnologico.
Per la verità il modo di procedere di Tesla (e di talune menti geniali del suo tipo) risponde assai poco al mio modo di vedere e trattare la scienza, dove la rappresentazione matematica (cosa di cui Tesla era comunque capace) è assolutamente indispensabile affinchè il frutto delle scoperte e delle invenzioni sia pienamente compreso e condiviso all’interno della comunità scientifica. Infatti questa fu una grave lacuna di Tesla. La mancanza di reale condivisione delle sue ricerche con il mondo accademico fu una delle principali ragioni per le quali egli è stato poco ricordato dal mondo scientifico ufficiale e, soprattutto, una delle principali ragioni per le quali le scoperte più ardite di Tesla non hanno avuto l’applicazione che meritavano: scoperte che sicuramente avrebbe potuto rivoluzionare il mondo intero se una ri-elaborazione ponderata e razionale del suo pensiero fosse stata messa in atto.
Noi scienziati sappiamo fin troppo bene e da sempre che il connubio “genio e sregolatezza” non porta molto lontano nel mondo scientifico. La maggior parte di noi scienziati non prende minimamente in considerazione il modo intuitivo di procedere, ma questa è una gravissima carenza. Una parte minore di noi è senz’altro attratta dai prodotti della genialità ma non può tralasciare l’assoluta esigenza di matematizzare in fase successiva ciò che è nato inizialmente da intuizioni geniali (quelle che io definirei come “la scintilla” che accende il fuoco): è esattamente quello che hanno fatto geni del tipo di Einstein e Heisenberg, i quali per questo hanno avuto dalla storia il giusto tributo. In caso contrario la scienza si distanzia da quel necessario processo di verifica che ne garantisce la piena affidabilità e sicurezza.
Ciò non toglie che Tesla, a parte il suo modo egocentrico di procedere, non abbia prodotto risultati davvero incredibili, perfettamente funzionanti, e in grande quantità, e proprio per questo gli fu reso onore alla sua morte da un grande numero di famosi scienziati della sua epoca. In ogni caso resta un fatto: se il genio non è adeguatamente regolato esso si comporta come un fiume in piena, completamente incontrollabile. Intuizione e metodo razionale di descrizione dei risultati devono andare sempre a braccetto. Per fortuna che Tesla agì comunque sempre con piena coscienza e grande senso etico. Non la stessa cosa si può dire di taluni “scienziati pazzi” (non tutti, per fortuna…) che vorrebbero essere suoi emuli, i quali usano l’intuizione allo stesso modo in cui un bambino giocherebbe con una pistola carica. Intuizione e coscienza, che non sono la stessa cosa, spesso non vanno d’accordo.

Qual è stato l'impatto di Tesla sulla scienza del Novecento?
È stato indubbiamente enorme. Più che di impatto scientifico io parlerei semmai di impatto tecnologico, ovvero delle applicazioni pratiche. E sarebbe lungo elencare i frutti dell’eredità tecnologica di Nicola Tesla. Ma potrei renderne un’idea con degli esempi concreti. L’illuminazione delle città, proprio quella che rende la Terra punteggiata di luci vista dallo spazio, sono il risultato dell’utilizzo della corrente alternata, un sistema efficientissimo per trasmettere elettricità tramite cavo e a grandi distanze. Sistema che va accoppiato a lampadine ad elevato rendimento. Le radiografie a raggi X, e perfino le tecniche di tomografia TAC e RMN, che ci permettono di penetrare il corpo in maniera non invasiva, hanno rivoluzionato la medicina. La diffusione capillare della televisione è dovuta all’invenzione del tubo catodico. Per non parlare del principio con cui funziona la radio. Se riusciamo a dif enderci e a determinare con precisione le distanze e le posizioni di aerei e navi questo lo dobbiamo all’invenzione del radar, in caso contrario avremmo parecchi incidenti e non potremmo navigare alla cieca come invece siamo in grado di fare oggi. Se riusciamo a utilizzare in maniera efficiente il motore a scoppio di automobili e motociclette questo lo dobbiamo all’invenzione dell’iniettore elettrico. Se oggi la produzione industriale è resa molto più efficiente e rapida, oltre che molto meno stressante di un tempo per gli operai che la gestiscono, questo lo dobbiamo alla robotica. Se riusciamo a comandare a distanza un aereo o un missile questo è dovuto alle tecniche di comando a distanza usando le onde elettromagnetiche. Se a un bel momento abbiamo capito che per ottenere energia pulita dobbiamo puntare anche sul Sole ci siamo messi a costruire e utilizzare pannelli solari sia da terra che dallo spazio. Il computer che abbiamo davanti e altre apparecchiature elettroniche le dobbiamo anche all&! rsquo;in venzione delle porte logiche e ai circuiti elettrici sintonizzati. Se molto presto sostituiremo le armi convenzionali con quelle a energia diretta stile Star Trek (e questo sta già in parte avvenendo), questo succede perché qualcuno ci aveva pensato già 70 anni fa. Stesso dicasi per la capacità di far decollare verticalmente un aereo come lo Harrier o il nuovissimo F-35, il primo operativo già da 40 anni. E, tanto per fare un ultimo esempio, non avremmo motori efficienti nelle navi se non avessimo turbine perfettamente funzionanti ed efficaci. E se una certa parte dell’industria farmaceutica si decidesse a capire che la guarigione del corpo non è affidata solo alla biochimica ma anche alla biofisica e ai campi elettromagnetici, adesso la nostra salute migliorerebbe sensibilmente. Ho fatto solo alcuni esempi di come il nostro modo di vivere è cambiato nell’ultimo secolo, e tutto questo lo dobbiamo ai brevetti e alle prime applicazioni di Nicola Tesla, oltre che, ovviamente, a tutti coloro che ne hanno saputo utilizzare fruttuosamente le scoperte. Solo in una cosa la nostra era non ha assorbito assolutamente nulla dall’eredità di Tesla: il senso etico e la necessità di migliorare il potenziale umano sia geneticamente che intellettualmente.

Tesla, lampo di genio

Massimo Teodorani

Tesla, lampo di genio

La storia e le scoperte del più geniale inventore del ventesimo secolo

Macro Edizioni


 

Il segreto di Nikola Tesla - DVD

Kristo Papic

Il segreto di Nikola Tesla - DVD

Il film - In inglese con sottotitoli in italiano

Macrovideo

Il nome di Tesla è spesso associato alla free energy: pensi che questo suo progetto potrà presto diventare realtà?
Non è obiettivamente facile rispondere a questa domanda. A prescindere dal modo proprio di Tesla di “buttarsi a volte da solo la zappa sui piedi”, esiste anche una componente importante che rende ancora molto difficoltosa l’estrazione della “free energy”. La ragione è ovviamente dovuta al fatto che non è facile smantellare di punto in bianco il business del petrolio (tanto per fare solo un esempio tra le energie convenzionali) e tutti i personaggi che ci ruotano attorno, per non parlare dei milioni di operai che garantiscono la loro sopravvivenza lavorando proprio in questo settore. Forse dovremmo aspettare che tutti i mari della Terra diventino immensi cimiteri di colore blu-verde picchiettato di macchie nere, o che il flagello del cancro o altre malattie senza scampo dimezzino la popolazione mondiale: è cinico doverlo dire, e triste pensarlo. Ma temo che questo cupo scenario non sia tanto lontano dalla realt&ag rave;. Forse ad un certo punto si comincerà a comprendere che la vita delle persone conta più del dollaro (o dell’euro: nessuna differenza nel concetto). E allora ci si dovrà per forza rimboccare le maniche e si investirà molto più denaro nella ricerca sul cosiddetto “punto zero”, ovvero l’energia prodotta dalla “schiuma quantistica”. Sappiamo già, sia teoricamente che sperimentalmente, che il vuoto quantistico non è realmente vuoto e che può quindi fornirci energia virtualmente illimitata solamente se abbiamo la modestia di rivedere cosa manca nei nostri calcoli e come la mappa teorico-matematica che abbiamo della realtà si avvicina effettivamente alla realtà stessa. Questo non significa affatto buttare a mare le nostre teorie in fisica e men che meno il metodo con cui esse sono state messe a punto; significa solo espanderne la portata soddisfacendo meglio ai requisiti di completezza (e non convenienza, per far tornare i conti).! Occorre studiare ancora un po’ e approfondire meglio ciò che per ora intravvediamo solo un poco. Sicuramente non fare esperimenti folli e alla cieca credendo di imbrigliare la cosiddetta “energia scalare” senza manco conoscere le leggi fisico-matematiche che ne regolano il processo.
Comunque, a parte interessi economici, non credo che sia mai esistita una “scienza soppressa”, come amano definirla certuni complottisti che di scienza e del suo metodo non sanno nulla e non capiranno mai nulla. A mio modesto parere e in base alla mia esperienza, ritengo che esista semmai solo lo scrupolo (anche etico) della nostra comunità – quella scientifica  – di effettuare verifiche più che ridondanti prima di dare in pasto al grande pubblico cose che non si riesce ancora a controllare e manipolare in sicurezza, e senza averne valutato i possibili pericoli. È qui che ci viene sempre in soccorso il metodo galileiano: il “controllo” in Scienza non è un metodo oppressivo sulle masse, bensì l’unico sistema che ci permette di proteggerci e cautelarci da ciò che ancora non conosciamo alla perfezione. A volte vedere cosa c’è sotto una pietra dopo averla sollevata può ess ere interessante, almeno fino a quando una decina di scorpioni velenosi non ne escono e iniziano a salirci sulle gambe prendendoci del tutto di sprovvista. “Scientire” – e io stesso mi considero “scientista” nel senso quadrato del termine – significa anche poter fare predizioni sperimentali e teoriche nei minimi dettagli (come si usa fare anche e soprattutto all’acceleratore LHC del CERN), procedura che si attua solo matematicamente e prima degli esperimenti stessi, e non solo giocando con generatori di amplificazione per vedere l’effetto che fanno quando elettrizzano le scarpe dei passanti, mandano in tilt centrali elettriche, e producono fulmini lunghi 30 metri.
Perlomeno Tesla ci ha dato l’input di continuare dove lui si è fermato (o meglio, dove “è stato fermato”, e forse non a torto in questo specifico caso), sottoponendo al processo della verifica minuziosa quello che lui aveva già iniziato a esplorare. Sicuramente il più bel compleanno al comunque grandissimo Nikola lo festeggeremo quando dopo aver messo le “briglie alla bestia” forse riporteremo salute e serenità a questo mondo: e allora Tesla avrà il più grande dei tributi possibili.