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“Come funzionano i servizi segreti?”

di Luca Rossi - 07/07/2010

Relazione conferenza

Il consolidamento di un nuovo sistema multipolare, dove nuovi e vecchi attori manifestano la volontà di partecipazione attiva alla configurazione di un nuovo ordine globale, mette in discussione anche la nozione tradizionale di guerra (forme di conflittualità inedite) e ad estende il campo operativo dei diversi servizi di sicurezza. La pervasività e la diversificazione delle attività (culturali, economiche, militari, ecc.) rende ogni Servizio sempre più importante e decisivo nella vita pubblica di ogni Paese e persino in alcuni casi a guidarlo, come accade ad esempio, nella Federazione Russa. Lo distruzione dell’Unione Sovietica non ha comportato lo stesso trattamento per le due principali agenzie: KGB e GRU; da esse sono sorte FSB e SVR, mentre il servizio segreto militare ha mantenuto il medesimo nome. Dai ranghi del primo proviene il Primo Ministro V. Putin e parte della nuova Intellighenzia russa, i cosiddetti “Silovik”.

L’azione d’intelligence si muove su un piano completamente diverso da quello politico tradizionale, più o meno visibile agli occhi del cittadino, ignaro dei metodi di raccolta, elaborazione e diffusione di informazioni. I recenti fatti di cronaca come l’inchiesta sul giro di escort gestito da Giampiero Tarantini che ha investito il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, o lo scandalo che vede coinvolto l’ex Governatore del Lazio Piero Marrazzo, dimostrano chiaramente l’attività di servizi, i quali si servono di tecniche più o meno sofisticate, per perseguire obiettivi di gruppi economici (o i cosiddetti “poteri forti”) e Stati stranieri. L’uomo d’intelligence pone in connessione fatti apparentemente indipendenti o sconnessi, capta i messaggi che ogni agenzia diffonde e i soggetti che ne sono coinvolti. Ogni notizia contiene un nucleo di verità da separare rispetto a dati futili e non degni di considerazione.

 

L’offensiva mediatica, politica e giudiziaria contro Partito delle Libertà e soprattutto nei confronti di Berlusconi, è legata principalmente alla costruzione del gasdotto South Stream, oggetto dell’accordo tra Eni e Gazprom, che consentirà la distribuzione di Gas naturale russo in Italia e a quest’ultima di sviluppare progetti di ricerca ed estrazione di idrocarburi in Siberia. Questi accordi generano situazioni parallele che portano il nostro Stato ad essere da una parte ostile agli interessi statunitensi per quanto riguarda il reperimento di risorse (e partner della Federazione Russa), mentre sul fronte militare continua ad essere membro di un’alleanza militare atlantica, quindi a partecipare a missioni imposte dagli Stati Uniti.

La situazione è completamente diversa se si prendono in esame attori egemoni come Cina e Russia. Il 2008 e in particolare i mesi di luglio-agosto, costituiscono un punto di svolta nei rapporti di forza tra Stati Uniti e i due membri principali dell’ Organizzazione della Cooperazione di Shanghai (OCS). Le Olimpiadi di Pechino hanno mostrato al mondo intero l’alto grado di know-how e l’efficienza logistica dei cinesi, contrariamente alle previsioni della CIA (in ritardo di almeno 10-15 anni). Un altro evento che ha scosso l’opinione pubblica mondiale è stata la cosiddetta “Guerra dei Cinque Giorni”. La controffensiva russa e la conseguente sconfitta della Georgia in un breve lasso di tempo, ha messo chiaramente in discussione ogni aspirazione americana nel Caucaso ed ha creato uno spiraglio nel “cordone sanitario” che circonda la Federazione Russa, una crepa che diventa sempre più profonda con l’uscita di scena dell’ormai ex presidente ucraino Juščenko e la crisi economica degli stati baltici (Estonia, Lettonia e Lituania).

Differentemente dal bipolarismo che ha caratterizzato la seconda metà del ‘900, dove la contrapposizione tra USA e URSS era strettamente legata al paradigma ideologico e quindi a due sistemi economici-politici diametralmente opposti, oggi assistiamo ad una contrapposizione quasi del tutto interna al quadro capitalistico, seppur con idee e impostazioni diverse. Gli Stati Uniti perseguono una strategia di conservazione della influenza politica e del modello economico di cui sono portatori (Il complesso finanziario-militare, “Spada e Moneta”) e devono far fronte alla concorrenza di blocchi o singoli attori che mettono seriamente in crisi la loro proiezione militare in diverse aree del Pianeta. La chiave di lettura marxista (capitale vs lavoro) si rivela non sufficiente per analizzare la situazione politica internazionale, poiché il conflitto di classe ha lasciato spazio alla guerra globale, asimmetrica e coperta, tra Stati e gruppi economici-finanziari.