Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / I baroni dei semi

I baroni dei semi

di F. William Engdahl - 08/07/2010


 

Come le grandi multinazionali chimiche, petrolifere e i governisi stanno accaparrando le risorse alimentari

 

 

D: Quale è la sua formazione, e come è arrivato al punto in cui si trova ora?

R: Ho lavoratore come ricercatore economico, storico e giornalista freelance, per circa 35 anni, prima a New York, poi in Europa, dove ho trascorso buona parte degli ultimi 5 anni. Tornando agli anni '70, quando gli Stati Uniti stavano attraversando la cosiddetta crisi energetica, con il primo shock petrolifero, nel 1973-74, e poi il secondo alla fine del decennio, ho cominciato a interessarmi alle grandi multinazionali petrolifere e ho cominciato a fare ricerca sulla rete di influenze attorno alle Sette Sorelle

….

Ho tracciato un filo rosso che collega i principali fatti storici, accaduti negli ultimi cento anni circa, fino ai giorni nostri, compreso il conflitto tra Stati Uniti e Iraq, la questione dell'Iran, e le tensioni con la Cina, riguardo il Sudan, il Darfur, ecc. Il controllo delle risorse petrolifere è diventato un tema centrale del progetto imperialista mondiale degli Stati Uniti, specialmente dopo la II Guerra Mondiale. Voglio riportare una citazione di Henry Kissinger risalente alla metà degli anni '70: se controllate il petrolio, sarete in grado di controllare intere nazioni; ma, se controllate il cibo, allora controllerete le popolazioni.

 

D: Cosa l'ha spinta a interessarsi al settore delle biotecnologie?

R: Attorno alla metà degli anni '80, il mio lavoro di giornalista mi ha spinto a interessarmi alla questione degli Accordi Globali sul Commercio e le Tariffe. Ho trascorso molto tempo a Bruxelles, dove hanno sede le organizzazioni dei contadini europei e anche la Comunità Economica Europea, come si chiamava all'epoca l'attuale Unione Europea. Così come ho fatto col petrolio, ho indagato su come funziona il mercato del grano. Ho scoperto, non senza sorpresa e meraviglia, che il mercato agricolo internazionale e e strutture politiche  agricole di Bruxelles, che dovrebbero formare un'organizzazione indipendente, impegnata a tutelare gli interessi degli agricoltori e dei consumatori europei, erano controllati dalle stesse persone che controllavano la politica estera degli Stati Uniti. Esisteva  il cosiddetto cartello del grano, le 4 o 5 compagnie principali del settore – Cargill, Archer Daniel Midland (e a quei tempi la Continental Grain) – le quali esercitavano un'enorme influenza lobbystica a Bruxelles, dettando le più importanti normative politiche in materia agricola, in modo da tutelare i propri interessi. Poi, mi sono occupato dei GATT Uruguay Round e la nascita dell'agribusiness. Negli ultimi 5-6 anni, sono tornato a occuparmi del mio lavoro degli anni '80, analizzando la questione degli organismi geneticamente modificati e i brevetti sulle piante. Non avendo una preparazione specifica in biologia, quello che mi ha allarmato è stato il fatto che i brevetti più importanti – un monopolio sulle riserve principali di grano, soia, mais, ecc. - erano all'epoca detenuti da tre o quattro multinazionali – Monsanto, DuPont, Dow, e, probabilmente, la quarta può essere considerata la svizzera Syngenta, con sede a Basilea, la quale in realtà è una società biochimica a proprietà svizzera, svedese e britannica. Queste tre o quattro multinazionali, come avevo già notato 5 o 6 anni fa, si trovavano in una posizione tale da brevettare e letteralmente controllare l'intera riserva di semi dell'intera popolazione mondiale, nel giro di un decennio, al ritmo con cui stavano procedendo. Queste tre o quattro compagnie che siano in grado di accumulare tanto potere – Monsanto, DuPont e Dow Chemical – avevano alle spalle storie terribili, riguardo la sicurezza pubblica, fin dai tempi della Guerra in Vietnam – casi di contaminazione da Agente Arancio e diossina, del proprio stesso personale, documentati nel corso di decenni, ad esempio, e l'insabbiamento di queste tragedie. Il fatto che avessero una tale influenza sulla politica degli Stati Uniti, riguardo la manipolazione genetica delle piante, rappresentava un concreto segnale d'allarme, che mi ha motivato a effettuare le ricerche che mi hanno portato a scrivere Agri-business, I Semi della Distruzione.

D: A che punto ci troviamo col tentativo da parte della Monsanto e della DuPont di controllare il mercato mondiale? A che punto erano quando hai finito il tuo libro e cosa è successo in seguito?

R: Direi che l'evento più drammatico è stata la recente apertura di quella che la BBC ha chiamato la “Cripta per il Giorno del Giudizio dei Semi”, a Spitsbergen, quasi al Circolo Artico, all'interno di una roccia, nel territorio sotto la giurisdizione del governo norvegese. È stata creata una banca globale dei semi, all'interno della quale contenere un campione di ogni varietà presente sulla faccia della Terra, conservati all'interno di una cripta, all'interno di una montagna, che si ritiene impenetrabile e inattaccabile da qualsiasi catastrofe, compreso un attacco nucleare. La cosa curiosa di questa banca dei semi è che pare sia stata finanziate da quelle che definisco le giganti dei semi, o i quattro cavalieri dell'apocalisse; cioè, quelle multinazionali che stanno promuovendo la brevettabilità delle forme di vita, attraverso la diffusione degli OGM. In considerazione di ciò, non credo si possa pensare che sia un'iniziativa senza secondi fini. Abbiamo già banche dei semi che conservano le varietà fondamentali in situ, nelle varie parti strategiche del mondo. Ne avevamo una a Abu Grahib, in Iraq; ma, dopo l'occupazione del Paese da parte degli Stati Uniti, essa è semplicemente scomparsa. Nessuno, in Iraq, è stato in grado di scoprire cosa le sia successo; ma, probabilmente è stata distrutta dai bombardamenti. Ce ne è ancora una in Siria, per le varietà di frumento, risorse essenziale per il mondo; inoltre, ve ne sono per le varietà di mais e di grano, in Messico, esattamente nella zona di Oxaca. Nel periodo che completavo il libro, la Monsanto stava acquisendo una piccola, e relativamente sconosciuta, compagnia del Mississippi, la Delta & Pine Land (D&PL). Insieme, le due aziende hanno acquisito il brevetto esclusivo mondiale su ciò che la stampa ha definito la “tecnologia Terminator”, la quale, in parole povere, causa il suicidio dei semi delle colture, che contengano tale tecnologia, dopo la prima stagione di raccolto. In pratica, avete un raccolto, dopodiché, la pianta è incapace di riprodursi; così facendo, i contadini non possono conservare i semi, come hanno fatto per millenni. Ciò significa che i contadini che utilizzino tale grano o soia brevettati, o altri semi analoghi della Monsanto, saranno vincolati per sempre a tali multinazionali, dovendo pagare i diritti per comprare ogni anni nuovi semi da piantare.

 

D: Ma la Monsanto aveva dichiarato che non avrebbe utilizzato quella tecnologia. L'ha fatto?

R: La Monsanto è stata molto astuta nell'affermare che non avrebbe utilizzato la tecnologia Terminator. La Delta & Pine Land possedeva il brevetto dei Terminator; ma, la cosa più allarmante è il suo socio in questa operazione: il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti – il governo degli Stati Uniti! Mentre la Monsanto teneva una conferneza stampa piena di buone intenzioni, quando tentava una prima volta di acquisire la D&PL, nel 1999, nella quale annunciava che non avrebbe commercializzato i Terminator, il Dipartimento dell'Agricoltura affermava che «stiamo procedendo con le nostre ricerche, e con la collaborazione con la Delta & Pine Land», esattamente ciò che hanno fatto. Questo ci deve portare a considerare i motivi per cui il governo degli Stati Uniti sia attivamente impegnato, almeno dal 2000 fino a oggi, tramite il USDA, in progetti di ricerca per lo sviluppo dei Terminator.

 

D: E quali sono questi motivi?

R: Alcune persone, me compreso, ritengono che ci siano dei motivi tenuti nascosti, e pericolosi, dietro al progetto di espansione  dei semi geneticamente modificati, in giro per il mondo. Tornando all'affermazione di Kissinger, degli anni '70, capiamo che egli invitava ad assumere il controllo degli elementi vitali della catena alimentare dell'umanità. I germogli di soia sono una materia prima fondamentale per la maggior parte di allevamenti di bestiame; importanti così come il mais e il riso – esistono già diverse varietà di riso che sono state geneticamente modificate e brevettate, e va ricordato che il riso è la risorse alimentare primaria per circa il 40% della popolazione mondiale, in particolare dell'Asia. Tale tendenza ad assumere il controllo delle risorse primarie della catena alimentare umana è già significativa di per sé; ma, se combinata col fatto che il governo degli Stati Uniti, fin dal 1992, quando George H.W. Bush tenne una riunione confidenziale con la Monsanto, alla Casa Bianca, in seguito alla quale firmò una direttiva, con la quale si affermava che le piante geneticamente modificate erano sostanzialmente equivalenti a quelle naturali. Con tale atto veniva affermata l'infame teoria della equivalenza sostanziale, secondo la quale, le varianti OGM erano equivalenti al grano, alla soia e al mais naturale; quindi, non c'era bisogno di particolari controlli scientifici sulla loro sicurezza, né c'era bisogno di sottoporli a test scientifici indipendenti. Io ritengo che questo sia stato il passaggio più pazzesco e pericoloso, mai effettuato da un governo nazionale, probabilmente nell'intera storia degli Stati Uniti. Se ci pensate per un momento, nello stesso momento, la Monsanto e le sue colleghe, stavano affermando che il loro grano, la loro soia brevettate, o che il loro ormone rBGH, che serve ad aumentare la produzione di latte dei bovini, erano unici, in quanto ottenuti tramite l'inserimento di un bacillo, di un fungo, o di chissà cos'altro, e quindi il DNA di queste colture era stato modificato. Quindi, nonostante stessero affermando che i loro lavori genetici avevano generato prodotti unici, allo stesso tempo, dichiaravano che questi non erano affatto unici, e che erano come le varianti naturali. Questa contraddizione rispecchia la terribile storia della Monsanto e della sua collusione col governo, volta a eliminare ogni regolamentazione e forma di controllo, sulla catena alimentare umana, a riguardo degli organismi geneticamente modificati.

 

D: Bush ha fornito alle multinazionali biotech gli strumenti necessari per disarmare le autorità di controllo?

R: Di fatto, non esistono controlli. Ci sono stati fino al 1992, ma dopo questa data non li effettua la Food and Drug Administration, né il governo, né il Dipartimento dell'Agricoltura. Nessuna delle agenzie pubbliche, incaricate di monitorare e giudicare in modo indipendente tale attività, stanno svolgendo il loro compito. La Monsanto ha insediato i suoi uomini di punta nei ruoli chiave della FDA o delle altre agenzie pubbliche; dopodiché, rientrano nella multinazionale, lasciando gli incarichi pubblici, una volta che hanno realizzato ciò che la Monsanto desidera. Mickey Kantor, il ministro di Bill Clinton al commercio, ha fatto molti importanti favori alla Monsanto, in termini di regole generali sul commercio globale; dopodiché, ha lasciato il governo, entrando direttamente nel consiglio di amministrazione di quella stessa multinazionale.

 

D: Gli sforzi maggiori, durante questa amministrazione, sono stati concentrati nel mantenere la situazione di totale mancanza di regolamentazione della materia?

R: Come già detto, non esiste alcune regolamentazione; vediamo cos'altro. Il governo degli Stati Uniti si è sforzato molto nella diffusione degli OGM in molti Paesi, come l'Iraq. La Monsanto ha dettato quello che è noto come l'Ordine 81, promulgato da Paul Bremer, quando ricopriva la ridicola carica, che alcune persone hanno definito di proconsole di Baghdad, nel 2003. Il governo degli Stati Uniti ha generosamente donato agli irakeni un centinaio di ordini, che erano ordini, nel senso letterale – questo è ciò che dovete fare. L'Ordine 81, in contrasto con la costituzione irakena, insiste sul fatto che i brevetti sulle colture devono essere previsti dalla legislazione nazionale, e che se qualcuno decide di acquisire un prodotto OGM della Monsanto, e di piantarlo, deve essere obbligato a pagare a tale multinazionale i diritti d'autore. Il riconoscimento dei semi geneticamente modificati da parte della legge irakena è stato imposto dagli Stati Uniti nel 2004.

 

D: Cosa ci dice la creazione di questa cripta artica per i semi, circa le ambizioni geopolitiche delle multinazionali del grano, le aziende alimentari più potenti del mondo?
R:
Penso che la “cripta del giorno del giudizio” sia una vicenda molto utile per far concentrare l'attenzione del pubblico su cosa sta succedendo in questo settore. Cosa c'è di meglio di un progetto così remoto e così evidentemente inutile, e che richiede la spesa di miliardi di dollari, per pensare a cosa stiano facendo insieme la Rockefeller Foundation, il governo norvegese, la Syngenta e la Monsanto, nel Circolo Artico? Perché stanno conservando tutti questi semi? Alcune persone ritengono che lo stiano facendo per consentire alle multinazionali di mettere le mani sulle fonti alimentari dell'umanità, cosa che con le attuali strutture sembra non essere possibile, e per poter, ad esempio, iniziare a brevettare delle fomre di riso Basmati e di grano, che cresce unicamente nel Messico, in modo da assumere il controllo totale delle risorse alimentari globali. Si possono solo fare delle ipotesi a riguardo; ma, la Rockefeller Foundation ha dato vita alla rivoluzione genetica, investendo oltre 100 milioni di dollari, a partire dagli anni '70. Bisogna anche considerare che la Rockefeller Foundation ha un lungo curriculum di controllo della popolazione, di eugenetica – il controllo della riproduzione umana e l'eliminazione dei soggetti indesiderati, come le minoranze etniche. Ad esempio, negli anni '30 ha finanziato i progetti di selezione razziale della Germania nazista. Non sono voci, la documentazione dettagliata di tale inquietante vicenda è ben esposta in Agri-business.

 

D: Sicuramente avranno preso le distanze da quegli anni.

R: Non l'hanno assolutamente fatto, e questa è la cosa interessante. Semplicemente hanno cercato di ignorare la questione. La famiglia Rockefeller era molto attiva all'interno della Società Americana di Eugenetica, e l'eugenetica era il fulcro del progetto portato avanti dai ricercatori nazisti di Hitler, che ha portato alle camere a gas e ai forni crematori. Quando tutto questo è venuto a galla, al processo di Norimberga, si decise di cambiare il nome alla Società Americana di Eugenetica, rinominando il campo di ricerca in genetica. Il finanziamento di centri di ricerca in biologia, in giro per il mondo, che hanno portato alla diffusione degli OGM, è stato fin dall'inizio un progetto della Rockefeller Foundation. Non importa essere dei geni, per capire che se questi personaggi sono state così impegnati nel promuovere l'eugenetica e la sterilizzazione forzata di quelle che definiscono le “razze inferiori”, e che immediatamente dopo hanno cominciato a finanziare le ricerche per i semi geneticamente modificati, allora le due cose sono collegate, e che probabilmente esiste un piano per  assumere il controllo delle risorse alimentari dei vari gruppi etnici e popolazioni del mondo. Come ho documentato nel libro, questa sarebbe l'arma geopolitica definitiva, e sfortunatamente è molto più che una fantasia.

 

D: Quindi, le multinazionali sarebbero ancora in grado di esercitare un enorme potere sulle risorse alimentari mondiali, e quindi di influenzare quei governi che non si dimostrassero accondiscendenti?

R: Finora, ho scritto due libri a riguardo, e ho in mente di completare la trilogia; infatti, sto lavorando al terzo capitolo. La terza parte dell'assunto di Kissinger era: se controllate il denaro, allora controllerete l'intero mondo, e il controllo delle riserve di semi degli alimenti fondamentali rappresenta un'arma dal potenziale inaudito. Prendiamo ad esempio la Cina. Ora che sta ottenendo una piccola indipendenza, non si sottomette più tanto facilmente ai voleri di Washington, e cerca di curare maggiormente i propri interessi in Asia. In altri casi, gli Stati Uniti possono sempre dire “se continui a fare ciò che non vogliamo, ti taglieremo l'approvvigionamento di semi, così che non potrai più coltivare il riso, dopo il primo raccolto”. Oppure, a Paesi come l'Iran o il Sudan, o altre nazioni africane, che taglieranno le forniture di petrolio, se non gradiscono le loro politiche, o ritengono i loro investimenti negli Stati Uniti non sufficienti a contribuire al salvataggio delle banche di New York. Voglio dire, posso influenzare qualunque scelta. Le tre-quattro principali multinazionali sono strettamente collegate all'apparato militare e industriale del Pentagono. Questo è ciò che dovrebbe allarmare le persone.

 

#############

 

D: La diffusione dei cibi geneticamente modificati ha incontrato dei posti di blocco, ed è stata obbligata a inversioni di rotta, soprattutto all'interno dell'Unione Europea. Tu che vivi in Germania, pensi che abbiano avuto la loro Waterloo, riguardo il Vecchio Continente?

R: In Europa, la situazione è diversificata. L'opinione pubblica è fortemente contraria agli OGM, e diverse legislazioni nazionali, come in Germania, Austria e altri Paesi, ne vietano la commercializzazione; in Svizzera esiste una moratoria di 5 anni sugli OGM; lo stesso avviene in Grecia; in Polonia, il Parlamento sta approvando una legislazione molto severa a riguardo, perché sono spaventati che i piccoli contadini vengano spazzati via dai giganti del biotech, che arriverebbero in massa. In Germania, esiste un grosso movimenti di contadini e consumatori che si batte contro gli OGM, in questo Paese si trova molto cibo naturale e ci sono molte zone in cui i pesticidi sono severamente vietati. Non si tratta di pura formalità; ma, c'è un fortissimo sentimento contrario agli OGM, e, per esempio, la responsabilità sui loro effetti viene ancora fatta ricadere sul contadini che pianta tali prodotti, non su quello che accidentalmente se li ritrova nel suo campo, perché trasportati dal vento. Il fatto è che l'attuale governo tedesco, guidato da Angela Merkel, sta cercando di rafforzare i rapporti con Washington, seguendo la strada peggiore, accettandone ogni imposizione, compresa l'introduzione degli OGM. In Francia, una ricerca scientifica, promossa dal governo, ha stabilito che è meglio sospendere la commercializzazione del grano geneticamente modificato, MON 810, della Monsanto, almeno finché non sia terminato un test sulla sua sicurezza della durata di diversi anni. Ciò che è emerso è che non è affatto stabile e totalmente sicuro, come invece afferma la Monsanto. Come vedi, c'è un acceso dibattito a riguardo degli OGM, in Europa. Direi che piegare la volontà di opporsi alla loro commercializzazione nel continente è l'attuale obiettivo primario della Monsanto, la quale sta attuando fortissime pressioni su Bruxelles, che è facilmente influenzabile, visto che lo è da decenni. In Europa trovi ancora legislazioni nazionali che impongono di dichiarare se quel cibo contiene più del 1% di sostanze geneticamente modificate. Negli Stati Uniti, a partire dagli anni '90, è avvenuto il contrario, e questa è la cosa più assurda. È stata abolita la legge che obbligava a scrivere sull'etichetta se un cibo era geneticamente modificato, così i consumatori americani non sanno che circa il 60-70% della loro dieta giornaliera, che siano i fiocchi di cereali della Kellogg's, o le pannocchie di KFC, o i cheeseburger di McDonald's, è interamente composto da cibi geneticamente modificati. Esiste una stretta collaborazione tra la grande diffusione di allergie negli Stati Uniti e la percentuale di prodotti OGM entrati a far parte della dieta quotidiana della popolazione.

 

D: Quando ti rechi in un supermercato di Francoforte, trovi ancora cibi etichettati come contenti prodotti OGM?

R: Si, ovviamente, è una scritta molto piccola, ma c'è ancora. Secondo la legge, è obbligatoria se superano l'1% del contenuto. Al momento, la via che la Monsanto e le sue colleghe stanno intraprendendo, per arginare tale ostacolo, è quella di fare pressione affinché non venga etichettata la carne proveniente da allevamenti con animali alimentati con mais e soia OGM; ma, molti allevatori si stanno riunendo per utilizzare solo la soia “no-OGM”, come quella del Brasile, dove la sua produzione non è ancora del tutto contaminata. La stanno importando da quel Paese e la certificano come “non OGM”, in seguito a test scientifici indipendenti.

 

D: Come definiresti il successo della mobilitazione popolare alla diffusione degli OGM?

R: Il successo è stato piuttosto notevole. Il governo della Merkel non è riuscito a imporre il progetto di Washington per almeno due anni e mezzo, anche se continua a provarci costantemente. Uno dei metodi che usa è quello di tentare la diffusione dell'etanolo e dei biocarburanti, come sostituti della benzina, nello stesso periodo, in cui l'amministrazione statunitense ha scoperto la sua “vena verde”, approvando ingenti sussidi per i biocarburanti. Ovviamente, i giganti del grano, come la Archer Daniels Midland, e le multinazionali petrolifero amano questi provvedimenti, perché non risolvono minimamente i problemi ambientali. L'unica cosa che questi provvedimenti stanno facendo è aumentare il prezzo degli alimenti base in tutto il mondo, facendo in modo che sui terreni non si coltivi più prodotti alimentari, trasformando le aziende agricole in produttrici di biocarburante.

 

D: Quale è il problema centrale del progetto della diffusione dei biocarburanti?

R: Il problema è che, ad esempio, nel 2007, il terreno coltivato negli Stati Uniti per la produzione di grano allo scopo di ottenere biocarburante è stato pari a quello coltivato per le esportazioni, settore in cui gli Stati Uniti erano leader mondiali. Stiamo parlando di un'enorme quantità di acri, sui quali sta venendo coltivato del grano, che verrà bruciato. Una volta ottenuto, gli Stati Uniti hanno incoraggiato il Brasile e l'Unione Europea a procedere nello stesso modo, convincendoli che così facendo otterranno l'indipendenza dalle importazioni di petrolio e dai costi elevati connessi. Oggi, la situazione è che il prezzo del grano dipende da quello del petrolio, ed entrambi stanno schizzando alle stelle. La cosa doppiamente pericolosa è che questa tendenza si sta verificando in un periodo di scarsi raccolti di grano, che ne hanno fatto calare le scorte mondiali, come le definisce la FAO, utili in caso di carestie o siccità. Queste scorte sono ai minimi dagli inizi degli anni '70, quando si era verificata una forte penuria di cereali, e un forte aumento del loro prezzi, in corrispondenza dello shock petrolifero del 1970 – penso che il livello attuale sia il più basso dal 1972.

 

D: Come è accaduto?

R: Le riserve in eccedenza sono state man mano privatizzate, a causa delle politiche incoscienti dei governi degli Stati Uniti e dell'Unione Europea, e di tutto questo chi ne ha giovato? La motivazione per tali provvedimenti è che essendo le scorte controllate dalla Cargill e dalla ADM, i contribuenti non devono sborsare enormi somme per gestirle. Bene, non appena si era deciso di eliminare buona parte delle scorte pubbliche, l'amministrazione Bush ha iniziato a promuovere la diffusione dei biocarburanti, con la conseguenza che la quantità di terreni coltivati per ottenerli è aumentata vertiginosamente. A Berkeley sono stati fatti degli studi, secondo i quali, se  anche decidessimo di dedicare tutti i terreni agricoli alla coltivazione di grano e soia per ottenerne biocarburanti, potremmo ottenere al massimo circa il 12% di benzina necessaria per le nostre esigenze. In Iowa e in Sud Dakota, penso che, l'anno scorso, qualcosa come la metà della produzione di grano è finita nelle raffinerie di etanolo. Non solo, ovviamente gli agricoltori sono attratti da questo settore, perché lo vedono come la luce in fondo al tunnel, dopo anni di depressione del mercato del grano; quindi, stanno abbandonando la tradizionale rotazione delle colture, coltivando esclusivamente grano e soia. Questo ha aumentato l'erosione del terreno e creato maggiori richieste per pesticidi chimici, una catena ininterrotta di eventi negativi. Qualcosa come il 40% di tutti i pesticidi chimici attualmente usati negli Stati Uniti, viene impiegato per il grano.

 

D: La risposta che normalmente viene fornita a questa critica è che in un futuro prossimo utilizzeremo delle erbacce, le quali non richiedono pesticidi ed erbicidi. Cresceranno spontaneamente ovunque, le lavoreremo e otterremo biocarburante. Cosa c'è di sbagliato in questo ragionamento?

R: Si tratta dell'etanolo cellulosico. Recentemente, l'Unione Europea ha emesso una sentenza contro quei governi che tutelano i loro mercati interni dalle importazioni dei prodotti stranieri più economici, come la Germania sta facendo con la barbabietola da zucchero del Brasile; ma, il punto è che l'economia energetica dei biocarburanti da risultati negativi. Non viene prodotti alcun guadagno netto. Siamo pieni di petrolio – il Brasile ha appena scoperto una riserva di petrolio non ancora utilizzata forse pari a quelle dell'Alaska o del Mare del Nord. Non c'è carenza di petrolio nel mondo; quindi, bruciare prodotti alimentari primari, quando nel mondo c'è gente che muore di fame è letteralmente un ossimoro.

 

D: Questa è una teoria sorprendente, perché molta gente conviene con ciò che emerge dal film Syriana: il petrolio sta finendo, e anche se ce ne è ancora molto da estrarre, è molto più costoso di quello che viene normalmente estratto dal terreno. Nonostante questo, lei afferma che siamo pieni di petrolio.

R: Si, senza alcun dubbio.

 

D: Qual'è il difetto della teoria del picco del petrolio?

R: È una teoria sbagliata dall'inizio alla fine. Conosco la teoria del picco del petrolio – l'avevo considerata come possibile spiegazione per l'invasione dell'Iraq del 2003, visto che è una cosa senza senso; ma, l'ho respinta. Ho scritto un articolo a riguardo, che mi ha attirato non poche antipatie, intitolato Confessioni di un ex credente alla teoria del picco del petrolio. Questa teoria si basa sull'idea che il petrolio sia un combustibile fossile, accettata come un dogma religioso, dalla maggior parte dei geologi dei maggiori centri di ricerca del mondo. Il fatto è che il petrolio non è un combustibile fossile, non deriva dai resti dei dinosauri morti, o dalle alghe dei fondali marini, o dai fossili di volatili, o da qualunque altro resto fossile. Il petrolio si forma molto più in basso. Se avete mai visto uno schema della cresta terrestre, su come erutta un vulcano, sembra un enorme calderone  che ribolle all'interno della parte fusa della Terra. A un certo punto, si verifica una frattura o un mancato allineamento della crosta, vicino alla superficie, facendo sì che, a causa dell'enorme pressione, la lava possa eruttare, come accade nel Krakatoa o nell'Etna. Immaginate che il petrolio si formi così, a livelli molto profondi della crosta terrestre – il petrolio è un idrocarburo e alcuni scienziati russi  hanno riprodotto sinteticamente gli idrocarburi del petrolio in laboratorio, a una pressione atmosferica centinaia di volte inferiori a quella delle profondità terrestri. Il petrolio viene prodotto costantemente, nelle profondità della Terra, e, invece di affermare che proviene da animali morti, che vengono schiacciati in basso da altri strati successivi soprastanti, dovremmo invitare i nostri geologi a studiare alcuni campi come quello di Ghawar in Arabia Saudita, strutture che hanno dato così tanta ricchezza ai Paesi del Medio Oriente. Sono stato in Islanda, 5 anni fa, per una conferenza, e il locale Ministro degli Esteri mi ha detto che il governo aveva appena commissionato  un'analisi geofisica indipendente dell'Islanda, per valutarne la presenza di petrolio. Mi ha detto che la conclusione è stata che l'Islanda sta nuotando in un mare di petrolio, potenzialmente pari al Mare del Nord. Chi controlla le informazioni che abbiamo sulle riserve petrolifere? L'intimo amico, di lunga data, di Dick Cheney, Matt Simmons, di Houston, uno speculatore petrolifero. Chi beneficia del prezzo del petrolio a 107 dollari al barile, di oggi? Beh, non vedo la Exxon-Mobile, o le banche, piangere per questo; anzi, ne stanno ricavando guadagni spaventosi, e ciò viene considerato giustificabile e accettabile. Nessuno discute di questo.

 

D: Gli automobilisti americani possono dormire sonni tranquilli, con la certezza che le continue scoperte di quantità di petrolio faranno abbassare il prezzo della benzina, in futuro? Cosa che farebbe scendere anche il prezzo del cibo, quindi renderebbe la vita più facile?

R: Mi piacerebbe poterli rassicurare; ma, il prezzo del petrolio dipende da due fattori. Uno, le persone le controllano i mass media, che rappresentano le 3 o 4 grandi multinazionali petrolifere, due statunitensi e due americane; due, Wall Street. Il mercato dei derivati e dei futures sul petrolio ha completamente rivoluzionato il meccanismo del prezzo del greggio. Il prezzo di 107 dollari a barile non dipende dagli esportatori del Medio Oriente. Dipende dalla Goldman Sachs, dalla Morgan Stanley, e dalle banche che trattano i titoli derivati del petrolio, le quali hanno sempre più influenza sul prezzo del greggio. Sempre più spesso appare una notizia sulla Reuters secondo la quale afferma che gli insorti, o gli oppositori della zona di Bassora, hanno danneggiato degli oleodotti fondamentali, così gli hedge funds e i derivati hanno un'impennata, e fanno aumentare il prezzo del greggio di 10 dollari in 5 minuti. È una cosa piuttosto volubile. Le compagnie petrolifere si sono sempre più specializzate sul mercato al momento, così sono in grado di aumentare i prezzi. È un settore manipolato, non è un mercato libero. Quello energetico è probabilmente il mercato più manipolato al mondo; al secondo posto c'è quello del cibo.

 

D: Quindi le risorse di petrolio sono garantite per almeno i prossimi decenni?

R: No, le persone che lavorano nel settore le garantiscono ancora per secoli. Una volta, un personaggio di Washington, legato all'ambiente dell'intelligence, ha detto che gli Stati Uniti possiedono dei satelliti che hanno visto esserci riserve di petrolio, già scoperte, sotto al confine tra l'Arabia Saudita e lo Yemen, sufficienti a fare fronte alle esigenze mondiali per almeno i prossimi 50 anni, e questo avveniva 10 anni fa. Quindi, il petrolio c'è. I geofisici russi sanno come trovarlo; infatti, ne hanno trovato in Siberia, ai tempi della Guerra Fredda, quando era impossibile per l'Unione Sovietica importarlo dal Medio Oriente, perché gli Stati Uniti lo bloccavano. I russi hanno sviluppato tecniche geofisiche per estrarre il petrolio ad alte profondità; inoltre, sempre durante la Guerra Fredda, hanno scoperto giacimenti in Vietnam e in giro per la Russia. La Russia è la seconda produttrice di petrolio al mondo, dietro l'Arabia Saudita.

 

D: Lasciando la discussione sul riscaldamento globale a un altro momento, una delle conseguenze dell'abitudine ad abusare del petrolio è il suo impatto diretto sull'ambiente fisico. C'è un'enorme quantità di rifiuti in plastica, che galleggia sul Pacifico, che attualmente misura il doppio del Texas. Il mondo sta soffocando sotto questa spazzatura.

R: Questa è una questione ecologica che richiede l'interessamento delle agenzie governative. Dobbiamo dare energia alla nostra economia, con un combustibile che sia efficiente, facilmente accessibile e prodotto in modo migliore; ma, non sono in alcun modo tra coloro che vogliono riempire la Terra con le borse di plastica. Si tratta di un problema che semplicemente va risolto.

 

D: Molte persone si augurano che il petrolio cominci a scarseggiare, che l'alto costo stimoli le ricerche e il cambiamento delle nostre abitudini, per smettere di causare questi danni all'ambiente. Oggi, continuano a venire prodotti gas a effetto serra, e l'inquinamento fisico e spirituale, causato dalla “cultura dell'automobile”, in città come Houston, Los Angeles o Rio de Janeiro, non può essere sottovalutato.

R: Ti riferisci alla “cultura dei SUV”? Concordo con coloro che ritengono che i SUV siano eccessivi. Penso che si possa trasportare la propria famigliare, e fare tutto ciò per cui si usa un'automobile, anche con quelle di piccole dimensioni e efficienti da un punto di vista dei consumi. Ci sono casi noti di inventori che hanno ideato motori che permettono consumi bassissimi; ma, i cui brevetti sono stati acquisiti dalla General Motors, o dalle altre multinazionali dell'automobile.

 

D: La gente ritiene che queste notizie siano leggende metropolitane.

R: Nessuna leggenda, proprio per niente! Nel corso degli anni, ho incontrato persone che hanno inventato questo genere di motori. Sono aziende piccole, creative, generalmente con pochi soci, quando non è una persona sola; ma, i brevetti vengono acquisiti e mai messi sul mercato.

 

Traduzione a cura di Manuel Zanarini