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Efficienza energetica, qualche proposta concreta che l'Italia continua a boicottare

di Erasmo Venosi - 08/07/2010



Il problema centrale della politica energetica italiana è l’inversione delle scelte: dalla centralità dell’offerta a quella della domanda, la cui diminuzione comporta il non dovere accrescere l’offerta. Insomma: riduzione dei consumi alla fonte a parità di servizi finali.

La Volkswagen ha sottoscritto un accordo con un’azienda: la Lichtblick, che fornisce energia elettrica per l’installazione di un microcogeneratore, il Total Energy Module, in 15.000 case, per arrivare in seguito a 100.000. Tale vicenda è emblematica per capire come sia stata boicottata l’efficienza energetica in Italia e, conseguentemente, anche un’innovazione industriale nel settore delle tecnologie pulite, che rappresenta la risposta vincente nel campo manifatturiero. Il Totem fu ideato dal responsabile dei sistemi termotecnici del Centro Ricerche Fiat: l’ingegner Palazzetti. L’idea di base era di concentrare gli sforzi della ricerca fondamentalmente sull’uso efficiente dell’energia, che doveva essere prioritariamente usata per il movimento e, successivamente, la parte non utilizzabile per tale scopo doveva essere utilizzata per usi termici.
 
La cogenerazione è la contemporanea produzione di elettricità e di calore. Il Totem utilizza un motore “metanizzato” di una 127, e viene alimentato da metano o da biogas, sviluppando una potenza elettrica in grado di soddisfare il fabbisogno elettrico di venti appartamenti, con il recupero del calore si possono riscaldare tre appartamenti. Il Totem consuma la metà delle fonti fossili a parità di servizi prodotti. Esistono Totem con una potenza che varia da 2 kW a 100 kW, in grado, quindi, di rispondere a molte esigenze diverse. Fiat non ha mai considerato questa straordinaria macchina un prodotto industriale. Alcuni prototipi furono installati negli ospedali di Torre Pellice, Alessandria e Subiano. Nel nostro Paese cogenerazione è sinonimo (errato) di teleriscaldamento! Il teleriscaldamento utilizza, ma solo in inverno, il calore prodotto nelle centrali, ma necessita di costose reti di distribuzione.
 
La microcogenerazione (potenza elettrica inferiore a 100 kW) del Totem genera calore quando serve, e l’elettricità prodotta o viene utilizzata da chi produce o viene riversata nella rete elettrica. Orientativamente la microcogenerazione e la minicogenerazione (poche centinaia di kW) è adeguata per case di cura e ospedali di dimensioni non elevate, piscine, centri sportivi, alberghi, centri commerciali. Oltre a calore ed elettricità si possono generare frigorie (fresco) mediante la tecnica dell’assorbimento, realizzando la tricogenerazione.
 
Dei circa 4 miliardi di metri quadrati di patrimonio edilizio italiano, l’edilizia residenziale con 27 milioni di alloggi copre il 56% del totale, mentre il 27% delle superfici è destinato al terziario e il 16% al settore produttivo. Gli interventi di efficienza energetica in questo settore (Totem più interventi d’isolamento termico sugli edifici) consentirebbero un risparmio di almeno il 20% di energia primaria da fonti fossili. Il problema centrale della politica energetica italiana è l’inversione delle scelte: dalla centralità dell’offerta a quella della domanda, la cui diminuzione comporta il non dovere accrescere l’offerta. Insomma: riduzione dei consumi alla fonte a parità di servizi finali.
 
Le tecnologie esistenti lo consentono, i costi d’investimento sono contenuti, e oltre a notevoli risorse finanziarie risparmiate è ridotto notevolmente l’impatto ambientale. Le scelte dell’efficienza energetica impattano sugli interessi dei venditori di energia, che sono molto potenti e in grado di incidere sulle scelte della politica e sui comportamenti dei cittadini. Tutti ricordiamo la pubblicità di alcuni anni fa, dove in inverno si poteva stare in casa in canottiera e in estate con il maglione. All’indomani della presentazione della domanda di quotazione in Borsa di Enel Green Power, il Financial Times ha manifestato tutti i suoi dubbi sulla politica “verde” di Enel, evidenziando il sospetto che il suo ad sia un clima-scettico.
 
Sull’efficienza energetica, che nel caso del Totem era anche un’innovazione industriale vincente, la situazione è stagnante, mentre sulle rinnovabili l’obiettivo Ue del 17% al 2020 sarà raggiunto solo nel 2032. Le previsioni del Gse (Gestore Servizi Elettrici) si basano, infatti, su una crescita annua della produzione “verde” di 2 miliardi di kWh. Parzialmente fondato, a nostro giudizio, l’argomento che le difficoltà di sviluppo dell’elettricità da rinnovabile siano le reti elettriche. Esiste un’innovazione con brevetto italiano, sistematicamente ignorato, il Riutilizzatore Elettronico di Energie Ecocompatibili, che raccoglie l’energia elettrica generata, e la invia a un pacco di accumulo, da dove è convertita in uno standard ottimale per l’utenza.
 
La macchina si presta a essere usata come sistema di continuità che preleva automaticamente dalla rete solo la differenza, quando esiste, tra potenza consumata e potenza prodotta. Quest’amato Paese potrà dare un futuro ai propri giovani, e un consolidamento al proprio benessere, se riuscirà ad avere il coraggio di affrancarsi dai gruppi di pressione e dalla miope visione di quell’arcipelago oligarchico, costituito dai tecnocrati, che sovente promuove i propri interessi a dignità d’interesse generale.