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La manovra chiude i parchi, il ministro Prestigiacomo sarà costretta a dimettersi

di Andrea Gennai - 15/07/2010


AREZZO. Il ruolo di Ministro dell'Ambiente è certamente scomodo in Italia, Paese dalle mille contraddizioni e dai mille problemi ambientali. Lo è ancor di più con una struttura ministeriale che per ragioni storiche non è mai decollata come doveva, mancando di coordinare efficacemente le politiche ambientali del Paese.

Alla Prestigiacomo però sono andate davvero tutte storte.
Ha dovuto gestire la posizione Berlusconiana (e del suo fedele e inconsapevole Ministro Scajola) pregiudizialmente a favore del nucleare, inventandosi le storielle per la stampa secondo le quali anche lei andrebbe volentieri ad abitare con i suoi figli accanto ad una centrale.
In questi due anni di governo Berlusconi ha dovuto ingoiare davvero tantissimi rospi, che per un Ministro dell'Ambiente è proprio un paradosso, visto che invece dovrebbe proteggerli.

Per il G8 ambiente era riuscita anche a mostrarsi ecologica, quando per le due giornate di summit ha stanziato la modica cifra di mezzo milione di euro (!) per l'acquisto di macchinine e biciclette elettriche per agevolare i faticosi spostamenti dei delegati nei vicoli della sua Siracusa, nei cui magazzini comunali ora quei mezzi probabilmente giacciono a batterie scariche...

Era riuscita infine a fare qualcosa che la facesse finalmente sembrare un Ministro dell'Ambiente vero, quando a maggio ha organizzato la Conferenza Nazionale per la Biodiversità, nella quale ha potuto spiegare al Presidente Napolitano, appositamente convenuto, quanto importante fosse tale valore per la vita stessa dell'uomo, con il sottosegretario Gianni Letta che a nome del Governo garantiva il suo appoggio.
Poi però i giochi si son fatti seri ed al Ministro dell'Ambiente è stato nuovamente riconosciuto il misero ruolo che questa maggioranza gli affida.

Con la manovra finanziaria la Prestigiacomo sarà costretta a chiudere i Parchi Nazionali o a tagliarne la metà (per lungo o in largo oppure a chiazze leopardate, non si sa ancora...). Una chiusura che non è frutto di una scelta coraggiosa di una maggioranza che non crede nella tutela della natura, ma piuttosto di un atto meschino, nascosto nei commi assurdi di una cavillosa ed incomprensibile legge (che da sola meriterà le dimissioni del Ministro alla semplificazione normativa, che evidentemente ha finito la miscela del suo lanciafiamme....).

Una norma nascosta così bene che la stessa Prestigiacomo, alzando la manina approvatrice in Consiglio dei Ministri, nemmeno immaginava di darsi la zappa sui piedi, senza neppure poter vantare un benché minimo risparmio per il contribuente, visto che la norma taglia ai Parchi senza ridare quei miseri 25 milioni ai cittadini italiani, che altrimenti si potrebbero almeno concedere con tale somma ben mezzo caffè all'anno.

A nulla son servite le tardive lamentele della Prestigiacomo, che ha chiesto per piacere al buon Tremonti di non farle fare questa bruttissima figura, anche in campo internazionale. Nessuno se l'è filata e la manovra finanziaria otterrà la fiducia con la conferma dei tagli mortali alle aree protette. Quei 25 milioni del resto servivano davvero, ad esempio a far fare tre settimane di militare ai giovani italiani (la chiamano Mini Naia, chissà se esiste anche la Mini Obiezione di Coscienza), così almeno fin da ragazzi imparano ad obbedire al comandante.

Pessimo primato per un Ministro dell'Ambiente, quello di aver decretato la fine dei Parchi Nazionali durante il suo mandato.
Le sue dimissioni, che anche se non ancora formalizzate arriveranno per forza di cose a riparare il vergognoso rossore, ci dispiacciono davvero. Non meritava di finire nel calderone assieme a Scajola e Brancher.....

Speriamo solo che qualcun altro, da destra e da sinistra, si intenerisca, si svegli dal suo torpore e si dimetta anch'egli, così da poterle fare compagnia e, magari, accompagnarla in qualcuna di quelle meravigliose aree, dove non pare sia ancora mai stata e che, un tempo passato nell'era pre-Berlusconi, era chiamata Parco Nazionale.
Pochi mesi ancora, poi non ci saranno più nemmeno quelle.....

 

* Andrea Gennai intervienme su greenreport a titolo esclusivamente personale. E' comunque vice presidente Aidap; consigliere direttivo Associazione 394; membro della Consulta della Regione Toscana per le aree protette e la biodiversità; responsabile del servizio Pianificazione e gestione delle risorse del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi