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La nuova stagione del fotovoltaico

di Claudia Bettiol - 19/07/2010


 

Il mercato (anzi l'intera filiera) del fotovoltaico è di fronte ad un cambiamento profondo e, quindi, a una nuova scommessa. Negli ultimi due anni la Cina è diventata il maggior produttore mondiale di pannelli fotovoltaici ed ha cambiato la geopolitica industriale del solare. Infatti, se inizialmente i suoi pannelli avevano una scarsa qualità e non costituivano una minaccia per le industrie tedesche o giapponesi, oggi alcuni di loro sono di eccellente qualità e hanno costi decisamente minori. La Cina ha smesso di copiare tecnologia ed ha iniziato proprie attività di ricerca e produzione.

L'abbassamento dei costi dei pannelli apre però nuove prospettive (in Italia legate anche a forme di incentivo pubblico) connesse  alla possibilità che questo diventi un prodotto interessante per le piccole applicazioni e per le famiglie, ossia diventi un prodotto di massa.

Si tratta solo di trovare il giusto equilibrio fra il tempo di ritorno dell'investimento e la dimensione dell'impianto. Non è detto infatti che l'impianto debba essere per forza di 2 o 3 kw, ma potrebbero essere utilizzate nuove unità di misura per definire la relazione fra un nucleo familiare ed il suo piccolo impianto fotovoltaico. Magari i nuovi impianti potrebbero essere direttamente in kit con un sistema di illuminazione a led (con annessa cromoterapia) o con altri apparecchi utili al nucleo familiare stesso.

Per avere conferma di questo scenario possiamo riferirci ad alcune politiche regionali che incentivano fortemente i tetti fotovoltaici e a quanto è accaduto in UK dopo  le nuove misure di incentivo governativo al fotovoltaico. I primi operatori industriali ad aver reagito sono state le grandi catene di distribuzione, come Tesco, che hanno aperto all'interno dei loro centri vendita degli "angoli verdi" dove vendono kit per le famiglie.

Si tratta di passare da considerazioni esclusivamente ingegneristiche circa la ottimizzazione della taglia dell'impianto a considerazioni utilitaristiche legate alla disponibilità di spazio e alle connessioni con gli altri utilizzatori. Una cosa è certa: un impianto destinato al grande mercato deve essere un impianto "cool"!

Questo è lo scenario che apre nuove opportunità per gli industriali del settore. A livello di piccoli impianti diventa importante il modo in cui dare il "valore aggiunto" all'impianto stesso che lo renda desiderabile dal cliente finale e che vada oltre la semplice produzione di energia.

Questo significa che forse bisognerà anche rivedere il concetto di integrazione architettonica che non sarà solo il "mimetizzarsi" dell'impianto nella costruzione esistente. Anzi, chi si compra un impianto con altre caratteristiche (oltre a quelle legate all'energia) vuole mostrarlo e che questo diventi un elemento distintivo del suo modo di essere e del proprio status. Proprio come si mostra una macchina potente e veloce o una elettrica ecologica e super-tecnologica. E' giunto il tempo in cui design e arte inizino a interessarsi di energia dando un ruolo alla industria europea che con difficoltà compete sul costo del prodotto finale delle produzioni di massa.

Sono le leggi del mercato. E chi si occupa di marketing e di sociologia potrà non sapere come funziona un pannello fotovoltaico ma saprà sicuramente come renderlo appetibile al mercato finale. Queste sono le nuove opportunità industriali. E le imprese italiane possono giocare da protagoniste in un ruolo complementare a quelle cinesi. Basta cambiare la prospettiva con la quale si guarda alle energia fotovoltaica.