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Iraq, Allawi e Sadr si incontrano a Damasco

di Ornella Sangiovanni - 21/07/2010



La strada che porta al nuovo governo iracheno passa (forse) da Damasco. E' nella capitale siriana, sotto gli auspici del presidente Bashar al Asad, che si sono incontrati ieri Iyad Allawi, il leader di Iraqiya, l'alleanza nazionalista che ha vinto le elezioni legislative dello scorso 7 marzo, sia pure di strettissima misura, e Muqtada al Sadr, il cui gruppo è diventato ormai la componente di maggior peso dell'Iraqi National Alliance (INA) - la coalizione che raggruppa il grosso dei partiti sciiti.

Allawi e Sadr hanno convenuto sulla necessità di accelerare la formazione del governo, superando la fase di stallo politico che va avanti ormai da mesi.

Ieri l'altro, il presidente siriano Asad, incontrando Muqtada, arrivato dall'Iran dove risiede attualmente, aveva sottolineato [in arabo] che il ritardo nella formazione del governo si riflette negativamente sulla situazione irachena.

Allawi ha definito "importante" l'incontro con Sadr, e ha detto che esiste "una grande intesa su molte delle questioni delle quali si è discusso". Il leader di Iraqiya ha aggiunto di avere sentito da Muqtada una "volontà" e un "desiderio" di "unire le fila e gli sforzi per formare il governo".

Sadr, dal canto suo, ha parlato di incontro "positivo e fruttuoso", affermando che in Iraqiya esiste "la volontà di porre fine alla crisi" e prevedendo "buoni risultati che facciano gli interessi del popolo iracheno a breve".

L'alleanza di Allawi "ha un progetto al servizio del popolo iracheno", ha commentato il leader sciita.

Fin qui i convenevoli. Ma la sostanza?

Intanto occorre fare un passo indietro, ricordando i negoziati che nelle ultime settimane sembravano aver ravvicinato la lista di Allawi all'Alleanza per lo Stato di diritto, la coalizione del premier (uscente) Nuri al Maliki, che sta facendo di tutto per ottenere un secondo mandato.

Ravvicinamento di breve durata, evidentemente, in sostanza a causa del fatto che sia Maliki che Allawi intendono avere la guida del prossimo governo di Baghdad.

E così Iraqiya si sarebbe messa a negoziare [in arabo] – seriamente – con l'INA (in teoria partner della formazione di Maliki, in un'alleanza che ha riunificato gli sciiti, che ora potrebbero contare su 159 seggi in Parlamento, quattro in meno dei 163 che servono per votare la fiducia al governo) e con i kurdi.

E adesso arrivano i buoni uffici dei siriani – con i quali il governo del premier Maliki non ha proprio rapporti distesi.

Baghdad infatti accusa Damasco di ospitare e dare spazio a figure dell'opposizione irachena (a cominciare da numerosi esponenti del disciolto partito Ba'ath) accusati di essere i mandanti di azioni terroristiche all'interno dell'Iraq. Accuse che i siriani negano categoricamente.

Perché Damasco?

A spiegare la ragione della scelta di Damasco per l'incontro è Ahmed Dulaimi, portavoce di Iraqiya in Siria.

"C'era un accordo perché l'incontro si tenesse a Tehran", dice [in arabo] al quotidiano arabo al Sharq al Awsat, ma abbiamo accettato che l'incontro fosse a Damasco "per non creare suscettibilità con la vicina Turchia".

Suona enigmatico?

Secondo quanto riferisce al Sharq al Awsat, mentre a Damasco ieri pomeriggio era in corso l'incontro fra Allawi e Sadr, il ministro degli Esteri di Ankara, Ahmet Davutoglu, si dirigeva verso il palazzo presidenziale per incontrare Asad, prima di un altro incontro previsto con il capo della diplomazia di Damasco, Walid Muallem, a cui ne sarebbe seguito uno con Sadr e Allawi.

Un chiaro messaggio a Tehran: ci siamo anche noi turchi a mediare nella crisi politica irachena.

Prima dell'incontro con Sadr, Allawi era stato ricevuto separatamente da Asad, con cui aveva discusso dei problemi nella formazione del governo.

Il presidente siriano aveva ribadito al leader di Iraqiya la posizione di Damasco: ovvero, sostegno "a qualunque accordo fra gli iracheni che sia basato sul mantenimento dell'unità dell'Iraq, della sua identità araba, e della sua sovranità".

Nell'incontro si sarebbe parlato anche dei "rapporti bilaterali fra Siria e Iraq e dell'importanza di rafforzarli in tutti i settori, nell'interesse dei due Paesi e dei due popoli fratelli", secondo quanto riferisce un comunicato ufficiale siriano.

Per quanto riguarda la posizione di Damasco riguardo al prossimo governo iracheno, Dulaimi, il portavoce di Iraqiya, dice che "c'è una proposta di condivisione del potere sulla base del diritto elettorale".

Due ore di colloquio, senza entrare in dettagli

Allawi e Sadr, che si incontravano per la prima volta, avrebbero parlato per circa due ore, nell'albergo di Damasco dove alloggiava il leader sciita, alla presenza delle due delegazioni che li accompagnavano.

Secondo alcune fonti politiche irachene (non meglio precisate) citate [in arabo] da al Sharq al Awsat, gli iraniani avrebbero chiesto ad Asad di mediare per convincere Iraqiya ad appoggiare la candidatura a premier di Adel Abdel Mahdi, attuale vice presidente iracheno ed esponente di spicco del Consiglio Supremo islamico iracheno (ex SCIRI), una delle componenti della coalizione sciita di cui fa parte anche il movimento di Muqtada al Sadr.

Tali fonti però affermano che l'orientamento di Damasco propenderebbe per Allawi premier su tutti.

Nel colloquio fra Muqtada e il leader di Iraqiya non si sarebbe entrati in dettagli sulla composizione del prossimo governo, né si sarebbero fatti nomi.

Sadr, tuttavia, non avrebbe manifestato opposizione a una candidatura di Allawi alla guida dell'esecutivo.

Muqtada: appoggiamo un programma, non delle persone

Incontrando i giornalisti, dopo che il leader di Iraqiya aveva lasciato l'albergo, al termine dell'incontro, Muqtada – a chi gli chiedeva de appoggiasse la candidatura di Allawi premier – ha risposto di "non appoggiare persone".

"Noi appoggiamo un programma e meccanismi precisi attraverso i quali una determinata persona arriva a capo del governo", ha precisato, smentendo l'esistenza di qualsiasi riserva da parte sua sulle persone.

Alla domanda se il suo incontro con Allawi significasse la fine dello stato di inimicizia fra i due leader, Sadr ha risposto: "Per l'Iraq dimentichiamo tutti i contrasti, e, se Dio vuole, in futuro contrasti non ce ne saranno – né con lui, né con tutti".

Muqtada ha aggiunto di aver visto in Iraqiya, nel corso dell'incontro, la possibilità di concessioni per accelerare la formazione del governo.

E si è rivolto alle forze politiche, dicendo: "Chiedo a tutte le parti, e in particolare allo Stato di diritto [la coalizione del premier uscente Maliki NdR], di cedere su alcune cose, nell'interesse generale e nell'interesse dell'Iraq".

Insomma, il ghiaccio è stato rotto. Se son rose fioriranno.

Fonte: al Sharq al Awsat