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Fermate il cemento

di Simona Simonetti - 30/08/2010

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Il Comune vuole realizzare una piattaforma con un grattacielo progettato da Fuksas attorno ad un antico porticciolo e alla spiaggia. Un comitato si oppone e vince. Ma c’è il timore di nuove speculazioni.

Siamo a Savona, Comune rosso e industriale che da 20 anni a questa parte si è deindustrializzato trasformando le aree produttive in cemento. Qui c’è un piccolo tesoro, 300 metri di costa ancora libera, una rara falesia per di più abitata da una madrepora protetta. Uno degli scogli affioranti reca da tempo immemore un tempietto dedicato alla Vergine Maria: da cui il nome della zona La Madonnetta, che per i savonesi è anche un luogo del cuore, da generazioni è la spiaggia dell’infanzia e del primo tuffo dagli scogli.
 
Molti anni fa si decise che qui si sarebbe costruito un finto “borgo marinaro” con relativo porto turistico e Giovanni Gambardella, manager pubblico dell’acciaio che vendette le acciaierie ai privati consentendo loro guadagni favolosi, si aggiudica l’affare. Il primo progetto lo disegna la moglie, ma la Regione boccia la signora Gambardella, troppo cemento sul litorale. Allora per far digerire la speculazione viene chiamato un architetto famoso: l’archistar Massimiliano Fuksas. 

 

Il maestro arriva con un progetto che lui chiama puntura di spillo. In realtà si tratta di un grattacielo di 120 metri che dovrebbe sorgere su una piattaforma di cemento tutto attorno ad un porticciolo. La politica si prostra e arriva ad invitare l’architetto (che per questo riceverà una parcella di un milione di euro dal privato) ad esporre il progetto in Consiglio comunale riunito in seduta pubblica. Il Sindaco vola a Roma, a spese dei savonesi, per visionare il lavoro. Ma nonostante il coro di voci entusiaste dei politici, dell’autorità portuale, dei sindacati e degli imprenditori, i savonesi rimangono perplessi. Iniziano a nascere comitati che contestano le scelte del consiglio comunale, i Verdi attaccano preparando una cartolina da spedire al Sindaco per chiedere il referendum, cartolina che viene anche consegnata in versione maxi il giorno in cui il Consiglio approva il progetto. L’allora sottosegretario all’Ambiente Laura Marchetti contesta il progetto e in un incontro pubblico lo boccia descrivendolo come «un fallo un po’ storto».
 
Nonostante la propaganda continui, i cittadini insistono.  Nel febbraio 2010 Fuksas, offeso dalle critiche e dall’insensibilità dei liguri, abbandona il progetto. Quella della Margonara è una bella storia perché per la prima volta  i savonesi reagiscono e fermano l’avanzata del cemento. Ma si tratta di una battaglia appena iniziata:  a luglio scorso, infatti, Gambardella è tornato alla carica riproponendo più o meno il primo progetto, questa volta disegnato non dalla moglie ma dalla figlia, l’architetto che ha sostituito Fuksas.  Vedremo cosa accadrà visto che la Gambardella jr ha tentato, ma invano, di cancellare le criticità che avevano causato lo stop da parte della Regione al tentativo della madre.
 
La sensibilizzazione al problema è stata mantenuta in questi anni dalle “Mamme Margonare”  che con tenacia si sono opposte al degrado programmato della spiaggia, arma infida delle amministrazioni per intervenire sui beni pubblici, e hanno contestato la sottrazione del bene all’uso collettivo per trasformarlo in occasione di profitto privato. Il gruppo ha sottolineato come sia importante tutelare le aree naturali, come questa spiaggia, perché sono una volta perdute sono irriproducibili. Inoltre si sta muovendo per preparare un progetto partecipato che tuteli soprattutto il diritto dei bambini a godere del mare della spiaggia, del giocare liberamente in un luogo protetto, a vivere in un ambiente anche socialmente vivo e sano.
 
Dice il gruppo delle mamme per la Margonara: «Noi siamo convinte che per le persone il vero valore sia l’ambiente. Spiaggia, mare, vegetazione, scogli e relazioni umane consolidate in anni di frequentazione. Siccome abbiamo dei valori solidi non ci siamo fatte mai convincere da chi progetta senza interpellare e continuiamo a difendere la piccola insenatura della spiaggia della Madonnetta che offre argini e protezione, spazi liberi, rocce, sabbia autoctona, mare limpido. Alla nostra spiaggia non c’è bisogno di mettere giochi gonfiabili, di chiamare animatori per intrattenere i bambini, i bambini da noi giocano in gruppo, ed in gruppo noi difendiamo questo piccolo tesoro».