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Omicidio Hariri, dopo cinque anni il figlio Saad ritira le accuse alla Siria

di Carlo M. Miele - 07/09/2010

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Il dibattito sull’omicidio dell’ex premier libanese Rafiq Hariri, avvenuto nel febbraio 2005 a Beirut, torna di attualità.

Solo pochi giorni fa il procuratore canadese Daniel Bellemare del Tribunale speciale per il Libano (Tsl) aveva parlato degli “enormi progressi” compiuti nelle indagini sull’attentato.

Adesso a tornare sull’argomento è Saad Hariri - figlio di Rafiq e attuale primo ministro libanese - che ha voluto chiedere scusa alla Siria per le accuse mossegli cinque anni fa.

Incolpare Damasco per l’attentato del 2005 fu “un errore”, ha dichiarato il capo del governo libanese nel corso di un’intervista al giornale saudita Asharq al-Awsat, precisando che quell’accusa fu mossa solo per “fini politici”.

Hariri ha chiarito anche che tra Beirut e Damasco c’è un legame molto forte, che non verrà scalfito dalle conclusioni dell’inchiesta internazionale del Tsl, che secondo alcune indiscrezioni potrebbero condurre all’incriminazione del partito sciita Hezbollah, principale alleato siriano in Libano.

Le nuove dichiarazioni di Hariri segnano un ulteriore passo della sua svolta politica.

Fino a pochi mesi fa il leader della formazione filo-occidentale “Movimento del Futuro” si era affermato proprio facendo leva sui sentimenti anti-siriani di una parte della società libanese.

Il cambio di rotta è avvenuto lo scorso anno, quando Hariri è divenuto primo ministro di un governo di unità nazionale comprendente anche Hezbollah.

[c.m.m.]