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Usa. Truffa assicurativa sui caduti in guerra: sei milioni di danneggiati

di Antonio Marafioti - 21/09/2010



 


La Prudential, secondo gruppo assicurativo degli Usa, ha tenuto sui suoi conti corrente i soldi delle polizze vita destinati alle famiglie dei soldati morti in guerra. Scoperto un accordo col governo che dura da 10 anni.

"Fino ad oggi ho creduto che le famiglie dei nostri eroi morti in guerra ricevessero un assegno che coprisse l'ammontare totale delle indennità di servizio". Anche il Segretario della Difesa Robert Gates sembra non riuscire a credere al fatto che la Prudential Financial Inc., la seconda compagnia assicurativa più potente degli Stati Uniti, quegli assegni non li emette dal 1999. E non lo fa in virtù di un accordo verbale, raggiunto con il Dipartimento degli Affari dei Veterani (Dav), che di fatto consente al colosso assicurativo di Newark, New Jersey, di trattenere vincolato nel conto societario generale il denaro destinato alle famiglie dei soldati morti in guerra.

Questione di dettagli. Lo scandalo è venuto a galla dopo la pubblicazione dei verbali contenuti nel Freedom Infromation Request (richiesta d'indagine su questioni pubbliche condotta dal ministero della Giustizia ndr) che ha fatto piena luce sul meccanismo mediante il quale, per oltre dieci anni, la Prudential ha maturato le proprie ricchezze alle spalle di quelle famiglie che vedevano ritornare i loro congiunti dal fronte dentro una bara. Tutto è iniziato nel 1999 quando il Dav, che concorda le linee contrattuali delle pratiche assicurative dei soldati statunitensi, accordò alla Prudential il permesso di trattenere in appositi conti collegati a quello della società le cifre dei pagamenti forfettari dovuti ai beneficiari delle polizze vita. Per ottemperare, almeno formalmente, ai suoi obblighi contrattuali, la Prudential faceva recapitare alle famiglie, invece del solito assegno circolare con la cifra dovuta, un plico contenente un libretto con dei fogli simili a cambiali. Negli Stati Uniti sono dichiarazioni di debito meglio note come Iou (acronimo di I owe you: ti pagherò ndr) e dovrebbero sostituire in tutto e per tutto dei comuni assegni bancari. La Prudential li inviava, e li invia ancora, alle case dei caduti accompagnati da una lettera con due righe di condoglianze e le istruzioni con cui si spiegava che ogni foglio del blocchetto poteva essere usato per i pagamenti, essendo collegato a un Alliance Account personale che garantisce alti tassi d'interesse. Successivamente, l'indagine ha scoperto che l'Alliance Account dei contribuenti è collegato al conto del colosso assicurativo che, per tanto, sfrutta per sé gli interessi maturati sui soldi di altri. Di questo affare il Dav non ha mai informato i sei milioni di militari, familiari e veterani che ad oggi hanno una polizza vita con la Prudential.

Frode legalizzata. Il contratto originale d'assicurazione fra la Prudential e il Dav risale al 1965 e, anche nella versione modificata nel 2007, impone all'assicuratore di inviare i pagamenti forfettari alle famiglie che ne facciano richiesta sostenendo, parimenti, che ogni alterazione di esso possa essere fatta solo in forma scritta. Quindi le violazioni alla lettera del documento da parte di Prudential sarebbero due: la mancata elargizione delle somme e la modifica tacita, e quindi non valida, del contratto. L'accordo è valso alla compagnia assicurativa tassi d'interesse del 4.2 percento sulle cifre depositate sull'Alliance Account che, al 30 giugno scorso, ammontavano a 662 milioni di dollari. Dall'altra parte chi veniva convinto, o obbligato, ad accettare che i loro premi assicurativi rimanessero sui conti corrente collegati a quello dell'assicurazione percepiva un'interesse, deciso arbitrariamente da Prudential, pari allo 0.5 percento.

In causa. Per tutelarsi dai numerosi ricorsi dei sottoscrittori da Newark hanno pensato di emendare il contratto, mettendo nero su bianco l'accordo verbale di dieci anni fa, solamente il 25 settembre del 2009. I legali delle famiglie in causa si dicono certi che tale modifica possa far retroagire la pratica del "blocco societario" limitatamente al 1 settembre 2009 salvando, così, tutti i beneficiari di una polizza vita sottoscritta prima di tale data. Dovrebbe ottenere quanto le spetta, dunque, Cindy Lohman, madre del soldato Ryan Baumann, morto a 24 anni in Afghanistan sotto il peso del suo Humvee fatto saltare in aria da una bomba sul ciglio della strada il 1 agosto del 2008. Anche lei ha ricevuto dalla Prudential il blocchetto di cambiali al posto dell'assegno da 400mila dollari che le spettava dopo la morte del figlio. Il tutto accompagnato dal solito biglietto di condoglianze e la rassicurazione che i soldi erano stati depositati in un "alliance account dove erano immediatamente disponibili e avevano già iniziato a maturare interessi". Che questa parte della missiva rappresentasse una menzogna, la donna, di Great Mills, Maryland, se né accorse dopo aver tentato di acquistare un letto nuovo staccando uno dei check dal libretto. "Mi è stato detto che non poteva essere verificato e che, quindi, non potevano accettare il pagamento" ha raccontato Cindy. Il suo e altri casi di mancata liquidazione si sarebbero potuti evitare già dieci anni fa. Lo stesso Thomas Lastowka, il dirigente del Dav che all'inizio del 1999 avvallò l'accordo verbale col colosso assicurativo, scriveva pochi mesi dopo il suo "sì", il 9 giugno: "Accadrà un disastro".

E dire che lui, come gli altri dirigenti dell'agenzia governativa, avrebbe potuto evitarlo quel disastro solamente prestando un po' d'attenzione alla presentazione dell'accordo che Prudential fece un anno prima, il 10 giugno 1998. Nell'incartamento, di sole 10 pagine, consegnato dalla rappresentanza direttiva dell'assicurazione al Dav, campeggiava a lettere cubitali la generosa promessa che gli Alliances Account avrebbero favorito le famiglie perché avrebbero provveduto alla salvaguardia e alla flessibilità dei loro soldi, a un interesse competitivo e al servizio clienti. In calce, scritto nel minuscolo e illeggibile stile delle assicurazioni, una clausola avvisava: "I fondi depositati nell'Alliance Account sono obbligazioni dirette della compagnia di assicurazioni Prudential e non sono assicurati dalla Federeal Deposit Insurance Corporation".