Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Parlamento, i tagli non ci sono

Parlamento, i tagli non ci sono

di Beatrice Borromeo - 23/09/2010


http://t3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTfqzHgwuvSJS9mcWPvCkQOPhJuDfsoRj1PKrD4z5Hja0rFTA8&t=1&usg=__Xv2djJVXIAsPLqs-3UQvUklRnd8=


Ma non dovevano abolire la rassegna stampa cartacea e computerizzare i comunicati e i documenti interni al Parlamento per risparmiare? L'ultima previsione di bilancio per il 2010, appena approvata dalla Camera, annota ben 7 milioni di euro per le spese relative a servizi di stampa degli atti parlamentari. E ancora 790 mila euro solo per gli arredi della Camera, altri 7 milioni e mezzo per i trasporti aerei. Interessanti anche i 400mila euro stanziati per formazione linguistica e informatica dei deputati, visto che mai si sentono parlare in lingue straniere durante i viaggi all'estero: e infatti, altri 70mila euro servono per pagare traduzioni e interpretariato.
Ma anche i parlamentari fanno la loro parte: nella manovra correttiva da 25 miliardi di euro approvata a luglio, si era deciso il taglio di mille euro netti al mese alla retribuzione. Non proprio "la riduzione del numero di parlamentari della metà", come dicevano in tanti fino a pochi mesi fa, ma pur sempre un inizio. Sembrerebbe che la Casta cominci a rinunciare qualche privilegio. E invece no: i tagli entreranno in vigore solo partire dal triennio 2011-2013. Sempre che non si vada a elezioni anticipate e quindi si ricominci da capo. Comunque una goccia nel mare, visto che nel frattempo, nonostante gli annunci di tagli e dì battaglia agli sprechi, non è cambiato nulla. I dati diffusi pochi giorni fa dalle previsioni di bilancio 2010, approvato da una Camera semideserta, mostrano che la tendenza non è certo quella di risparmiare. I costi di Montecitorio sfioreranno infatti il miliardo di euro, e la spesa totale della Camera è aumentata dell'1,3 per cento rispetto al 2009, pur se leggermente più bassa dell'inflazione programmata.
MA DOPO TUTTI gli annunci, diffusi soprattutto durante la campagna elettorale del 2008 anche sulla scia del successo de La Casta di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, ci si aspettava se non altro che diminuissero le auto blu. Invece a leggere l'ultimo bilancio previsionale di Montecitorio le spese restano quelle che tanto scandalo hanno suscitato in questi anni: oltre 72.510 milioni di euro di rimborso per i deputati (esattamente come nel 2009), oltre 138 milioni di assegni vitalizi (sempre come l'anno scorso) e ancora 54 milioni di euro per la locazione degli immobili.
"SE TUTTI QUESTI milioni di euro venissero spesi in maniera logica - spiega la deputata radicale Rita Bernardini - non ci sarebbe nessuno scandalo. Ma questi soldi vengono sperperati a caso, spesso commettendo reati: è appena stato respinto il mio ordine del giorno con la richiesta di una commissione d'inchiesta sulla società Milano 90. Come mai la Camera, se non dietro corrispettivo, continua a firmare contratti di locazione così antieconomici con Sergio Scarpellini, in cui a guadagnarci è solo lui e ad assumere costi e rischi siamo noi cittadini?". Bernardini aggiunge: "Si tratta di contratti che per di più non hanno la possibilità di recesso, e anche nei casi in cui si potrebbe, la Camera vi rinuncia spontaneamente. Se questa è la linea da seguire per risparmiare, siamo fuori strada". La deputata radicale contesta anche l'iniziativa di tagliare i mille euro ai deputati: "Io penso che ogni spesa debba essere documentata. Ben vengano i tagli, ma servono solo se si documentano a dovere tutti i giri che fa il denaro nel Palazzo.
CHE LA TENDENZA fosse quella di preservare i privilegi non stupisce, e lo confermano anche le 50 babypensioni che sono appena state richieste nella Regione Lazio. La legge prevede infatti che un ex consigliere regionale possa non solo chiedere un vitalizio di fine legislatura, ma persino, superati i 50 anni d'età, la possibilità di ottenere una pensione anticipata. E queste pensioni politiche, che dipendono dal tempo trascorso al lavoro, possono raggiungere i 4mila euro mensili. L'ultimo in ordine di tempo a far richiesta del prezioso vitalizio è stato proprio Piero Marrazzo, l'ex presidente della Regione Lazio che lasciò la poltrona dopo essere stato coinvolto in uno scandalo condito da cocaina, transessuali e ricatti.