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Gli occhiali di Emily Henochowicz

di Miguel Martinez - 27/09/2010



henochowicz

Il 31 maggio del 2006, un soldato israeliano ha sparato un lacrimogeno in faccia alla pittrice ventunenne statunitense Emily Henochowicz, facendole perdere un occhio.
Come scrive Naomi Klein,

“Ha dedicato la sua vita al vedere, al testimoniare. E per questo ha perso l’occhio sinistro”.

Con la leggerezza del coraggio, oggi porta un paio di occhiali con una lente dipinta da lei stessa, per coprire l’occhio mancante.
Adesso ha bisogno di aiuto, per pagare l’affitto e comprarsi un po’ di quaderni per disegnare. Potete acquistare i suoi disegni, o mandarle semplicemente un po’ di soldi, o magari un saluto e basta.

I dettagli li trovate sul blog di Emily Henochowicz, Thirsty Pixels.

Emily è certamente una vittima di un sistema criminale; ma siccome qui non siamo amanti della politica rancorosa, io la voglio vedere soprattutto come una splendida persona, con una grande creatività, che sa sorridere anche della propria catastrofe.

Un video (in inglese):

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Dal Post di Miguel Martinez su Kelebeklerblog (QUI).


Segue un ulteriore commento di Martinez tratto dal blog.

Lo scrivo tra i commenti, per non creare equivoci – qui non crediamo alle razze, e quindi le origini etniche delle persone sono irrilevanti: non abbiamo mai aderito alla tendenza di certi amici dei palestinesi che sottolineano che qualche sostenitore dei diritti palestinesi è “ebreo”. Ciò che conta è solo che sia un essere umano, qualità rara ma del tutto trasversale a tutte le etnie e religioni.

Però il percorso personale di Emily Henochowicz è degno di particolare rispetto, perché rispecchia una presa di coscienza e una capacità di trasformazione straordinaria.

Il padre di Emily è nato a Tel Aviv, figlio di ebrei polacchi sopravvissuti all’Olocausto; e lei è cresciuta, negli Stati Uniti, in una famiglia ebrea osservante, che l’ha voluta mandare in Israele.

In Israele, non ha mai militato in organizzazioni particolari, ha semplicemente cominciato a vedere come andavano le cose. E la capacità di aderire alla verità, al di sopra dei propri pregiudizi, è una delle migliori capacità dell’essere umano.