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Siamo tutti uno. Omaggio ai popoli indigeni della terra

di Joanna Eede - 30/09/2010


              

Mori Kami Yamaki – Siamo tutti uno. Condividiamo tutti la stessa umanità e a unirci è nostra madre, la Terra. Abbiamo culture e lingue differenti, ma in ognuno di noi vive lo stesso spirito della vita. Siamo tutti legati gli uni agli altri; e questo non cambierà mai”…

Sono queste le parole con cui il leader degli Yanomami Davi Kopenawa apre uno dei libri più raffinati e appassionanti che siano mai stati scritti sui popoli indigeni, edito da Logos e in uscita nelle librerie italiane in questi giorni.

Siamo tutti uno, frutto della collaborazione tra Joanna Eede e l’associazione umanitaria Survival International, è una raccolta esclusiva di voci e immagini di popoli indigeni di ogni continente – dagli Yanomami dell’Amazzonia brasiliana ai Penan del Borneo, agli Innu del Canada – amplificate dal contributo suggestivo e stimolante di sostenitori, scrittori, filosofi, poeti, artisti, antropologi, giornalisti e fotografi di fama internazionale.

Pubblicato in edizione originale inglese con il titolo We Are One in concomitanza con il 40° anniversario della fondazione di Survival, Siamo tutti uno racconta le vite, le terre e le culture dei popoli indigeni e mette in luce l’importanza che i loro valori e la loro saggezza rivestono per il mondo contemporaneo. In un atto straordinario di solidarietà, la voce collettiva di Siamo tutti uno denuncia anche la repressione che li affligge in ogni continente e diffonde il messaggio che i popoli tribali sono nostri uguali: moderni e contemporanei quanto le nostre società e con lo stesso nostro diritto a una vita di pace e giustizia.

Il libro è sia un omaggio alla bellezza e della diversità dell’universo indigeno sia una “chiamata collettiva alle armi”, una supplica ad ascoltare il monito dei popoli indigeni e ad unirsi a loro nella lotta per i loro diritti. Sullo sfondo si stagliano alcune tra le più grandi preoccupazioni umanitarie e ambientali contemporanee: i cambiamenti climatici e la distruzione delle foreste, la necessità di anteporre i valori umani agli interessi economici, l’urgenza di riformulare le nozioni di progresso e di sviluppo e l’opportunità preziosa che i popoli indigeni ci offrono di riflettere sui concetti tribali di equilibrio, umiltà e reciprocità, oggi più importanti che mai.

Un libro straordinario, ricco di immagini incantevoli e testimonianze struggenti, a cui l’editore ha scelto di assegnare un prezzo eccezionalmente contenuto (€ 29,95) per garantirne la massima diffusione e che, con le sue royalty, contribuisce anche a finanziare il lavoro di Survival a favore dei popoli indigeni.

Acquistabile in libreria o sul sito di Survival: www.survival.it


Tra i contributi scritti si contano:

* Davi Kopenawa Yanomami, conosciuto come il “Dalai Lama della foresta” sul consumismo, i cambiamenti climatici e la salute dell’Amazzonia.
* Laurens van der Post sull’euforica danza del fuoco dei Boscimani.
* Il Boscimane Gana Roy Sesana sulla caccia e la lettura delle orme nel deserto del Kalahari.
* Richard Gere sulla persecuzione della tribù buddista dei Chakma, in Bangladesh, e sul perché il mondo deve ribellarsi alla repressione degli indigeni.
* Damien Hirst sul misterioso fascino dell’arte degli Aborigeni Australiani.
* Noam Chomsky sulla “scoperta” dell’America.
* Claude Levi-Strauss sulla filosofia degli sciamani.
* Piers Vitebsky sulla lealtà dei pastori siberiani verso le loro renne.
* Colin Samson sull’umiltà con cui gli Innu del Canada si relazionano con la natura.
* Bruce Parry sulla grazia e la generosità dei Penan del Sarawak.
* Jane Goodall sui misteri delle foreste africane e il destino dei Pigmei.
* Sydney Possuelo sulla necessità di difendere la scelta di isolamento dei popoli incontattati.

E numerosi altri testi tra cui Zac Goldsmith, Colin Firth, Desmond Tutu, Jean Marie Le Clézio, Joanna Lumley, Vandana Shiva, Carlo Petrini e Robin Hanbury-Tenison, presidente di Survival International.

Tra i contributi fotografici: Sebastião Salgado, Kate Eshelby, Mike Goldwater, Steve McCurry, Mirella Ricciardi, Livia Monami, Carol Beckwith.


Survival International aiuta i popoli indigeni di tutto il mondo a difendere le loro vite, a proteggere le loro terre e a determinare autonomamente il loro futuro. Grazie alla mobilitazione dell’opinione pubblica, ha più volte sconfitto violenze e oppressione dimostrando che, laddove i loro diritti vengono pienamente rispettati, i popoli indigeni prosperano. Survival si prefigge anche di sradicare i pregiudizi e il razzismo che contribuiscono a distruggere i popoli tribali ed entra nelle scuole di ogni ordine e grado aiutando i ragazzi a capire che la diversità culturale è una preziosa risorsa. Per mantenere la sua indipendenza, non accetta contributi dai governi. A finanziare il suo lavoro sono unicamente i suoi sostenitori. Fondata nell’ottobre 1969 a Londra, dal 1991 ha sede anche in Italia. www.survival.it

Joanna Eede, giornalista, ha uno spiccato interesse per la storia naturale, la relazione tra uomo e natura, i popoli tribali e le problematiche umanitarie e ambientali che li affliggono. Ha ideato e curato libri sull’ambiente tra cui Portrait of England ed è specializzata in progetti di comunicazione innovativi. Scrive per quotidiani e riviste britannici quali il Times, il Guardian e il Geographical. Tra i suoi prossimi progetti, figura un libro sui nomadi di Tibet e Mongolia