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Guatemala: esperimenti USA su cavie umane

di Massimo Mazzucco - 04/10/2010


 


Come una bomba è esplosa ieri in rete la notizia che alcuni scienziati americani hanno condotto, negli anni ’40, degli esperimenti su cittadini guatemaltechi - con il tacito consenso dei loro governanti - per verificare le eventuali capacità curative della penicillina contro le più diffuse malattie veneree, come gonorrea e sifilide.

Il fatto è sembrato abbastanza grave da indurre prima Hillary Clinton, Ministro degli Esteri americano, e poi lo stesso presidente Obama, a scusarsi personalmente con il presidente del Guatemala, a nome di tutta la nazione. Ma i grandi network americani hano scelto di passare la notizia in secondo piano, dedicandole solo lo spazio minimo indispensabile, mentre i nostri eroi dell’informazione nazionale hanno ritenuto addirittura di ignorarla del tutto.

Ne hanno invece parlato ampiamente, come era prevedibile, tutte le più importanti testate dell’America latina. (Con mio grande piacere e sorpresa, la catena Telemundo mi ha invitato a commentare la notizia nel TG della sera).



Segue la trascrizione completa dell’estratto video, tradotta in italiano.

RUBÈN LUENGAS: Buonasera, vi saluta Rubèn Luengas a nome di tutta la redazione di Telemundo 52. Gli Stati Uniti si scusano, 70 anni dopo, per aver contagiato intenzionalmente di nascosto, e senza il loro consenso, centinaia di guatemaltechi, …

… come se fossero cavie da laboratorio, e non esseri umani. Josè Ronstadt, "En Contexto".

JOSÈ RONSTADT: Dopo 60 anni, gli Stati Uniti chiedono scusa al Guatemala per un esperimento nel quale dei guatemaltechi furono usati come porcellini d'India. Il Ministro degli Esteri Hillary Clinton si è scusata con il Guatemala e ha ammesso che negli anni '40 ricercatori americani avrebbero contagiato di nascosto 696 uomini e donne in un ospedale per malati di mente, nelle caserme dell'esercito, e in un penitenziario. Anche il presidente Obama si è scusato personalmente al telefono con il presidente del Guatemala, Alvaro Colòn. Robert Gibbs, portavoce della Casa Bianca, ha definito l'episodio come "stupefacente, tragico e riprovevole." E' stata Susan Reverby, studiosa del Wellesley College del Massachussets, a scoprire l'esperimento segreto, denominato "Studio sul contagio di malattie veneree", che era rimasto nascosto per oltre 60 anni. Scienziati americani condussero gli esperimenti fra il 1946 e il 1948 in Guatemala, con il consenso dello stesso governo guatemalteco, ma senza che ne venissero informati i prigionieri e i pazienti. Il riprovevole esperimento intendeva verificare l'efficacia della penicilllina, che in quegli anni iniziava a venire usata per curare o prevenire le infezioni. A questo scopo, uomini e donne furono contagiati intenzionalmente, esposti alla sifilide e alla gonorrea, tramite l'uso di prostitute o, in alcuni casi, di iniezioni.

R.L.: Questa è una notizia che può sorprendere i più ingenui, ma coloro che hanno studiato questo argomento sanno benissimo che non si tratta di qualcosa di isolato. Questa sera è con noi Massimo Mazzucco. E' un cineasta, produttore di documentari storici e politici, e ricercatore di questi argomenti. Massimo, mi fa molto piacere che tu venga a trovarci qui a "En Contexto". Come ho appena detto, non è qualcosa di isolato.

M.M.: No, sfortunatamente no. Prima di tutto vorrei scusarmi, non sono spagnolo, parlo al meglio che posso.

R.L.: Sei italiano. Un ricercatore molto conosciuto in Italia.

M.M.: Sfortunatamente fa parte della storia dell'America. Non tutta l'America è così …

R.L.: Per "America" intendi gli Stati Uniti?

M.M.: Sì, chiedo scusa, gli Stati Uniti. Oggi sono uscite queste notizie, quindi è chiaro che si dovessero scusare. Cosa puoi fare, quando viene fuori una notizia del genere? In realtà si sa di questo, ma si sa anche di moltissime altre cose. Il problema credo che faccia parte di una certa mentalità. Non è un caso che questo sia successo nel 1946, ovvero proprio sul finire della guerra mondiale, quando la CIA aveva iniziato ad importare e arruolare negli Stati Uniti quei nazisti che appartenevano ad una corrente politica e di pensiero chiamata "eugenetica". La mentalità è la stessa. Trattare il terzo mondo come animali, come cavie da laboratorio, o come gente che non abbia lo stesso valore degli altri. Questo è quello che ritengo il problema fondamentale. Quello del Guatemala è un caso, può darsi che ne vengano fuori altri domani, ma quello che deve succedere è che gli Stati Uniti devono cambiare mentalità, e cominciare davvero a pensare che siamo tutti uguali nel mondo. Perchè fino a quando manterranno questa mentalità di superiorità, i problemi resteranno sempre.

R.L.: Questa pratica di tipo eugenetico, che hanno fatto in Guatemala, iniettando questo genere di malattie, l'hanno messa in pratica anche qui. Con il criterio dell'eugenetica hanno sterilizzato messicani, ebrei, negri, e persone con problemi mentali, con l'idea di costruire una razza più pura, una razza superiore, lo hanno fatto qui negli Stati Uniti. O dico bugie? Perchè magari la gente si spaventa.

M.M.: No, no. Ci sono documenti particolari, c'è un documento che si chiama National Security Memorandum 200, che fu ordinato da Kissinger nel 1974, nel quale si può leggere chiaramente che "se continuiamo così, nel mondo fra 20 anni ci saranno troppi miliardi di persone. Dobbiamo trovare dei modi", dice "che pur mettendo in discussione certi principi morali possano ridurre la popolazione nel mondo". E di certo non cominceranno dagli americani a ridurre la popolazione nel mondo. Questa abitudine di usare gli altri, per gli esperimenti, sembra - e dico "sembra" perchè in questo caso non abbiamo prove sicure, ma c'è una solida documentazione in supporto di questo - sembra che questo sia lo stesso modo in cui è iniziato l'AIDS, negli anni '50 in Africa, poichè sarebbe nato da una serie di esperimenti, in un villaggio del centro-Africa, su alcune donne, e da lì sembra che la cosa sia sfuggita di mano, e cominciò a svilupparsi quello che è diventato il problema dell'AIDS.

R.L.: In conclusione, Massimo, che riflessione offri al pubblico, di fronte ad un fatto così disumano, così criminale, così poco etico, che sappiamo oggi non essere qualcosa di isolato?

M.M.: Sarebbe molto bello che gli Stati Uniti iniziassero a chiedere scusa per fatti che ancora non sono stati scoperti. Questo sarebbe un gesto davvero sincero ed onesto, che dimostrerebbe che c'è davvero un cambiamento di mentalità. Chiedere scusa solo quando vieni preso, come diciamo in Italia, "col sorcio in bocca", è chiaro che ti devi scusare, ma non ha un grande valore, a mio parere.

R.L.: Massimo Mazzucco, molte grazie, è stato uno spazio breve, ti inviteremo ancora per commentare su questi argomenti.