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Fusione fredda, energia per tutti?

di Francesco Marrazzo - 04/10/2010


robgermano

La comunità scientifica tenta di fugare i dubbi. Può essere una rivoluzione.

Energia per tutti e quasi a costo zero? La fusione nucleare che avviene nelle stelle si può ottenere in una cella elettrolitica grande quanto un bicchiere d'acqua e a temperature ordinarie! Sono passati ben venti anni dal primo annuncio da parte di Fleischmann e Pons di quelle anomalie sperimentali, così difficili da replicare, battezzate col nome di "Fusione Fredda". Ma ora la mole di lavoro di ricerca che con svariate tecniche corrobora l'esistenza effettiva di quelle anomalie è enorme. Sono italiani gli unici fisici che abbiano elaborato un modello teorico della fusione fredda.

E sono italiani moltissimi ricercatori che ottengono (nel loro laboratorio privato) la perfetta padronanza del fenomeno.

Risulta chiaro che la fusione fredda è solo la punta dell'iceberg di una nuova rivoluzione scientifica ormai alle porte.

Intanto la massiccia e ricca lobby dei frustrati propugnatori della "Fusione Calda", nonché quella dei fisici nucleari troppo legati al vecchio paradigma in cui "la fusione fredda è impossibile e basta" tacciono colpevolmente.

I padroni dell'energia prodotta coi metodi standard ridicolizzano o insabbiano: forse la fusione fredda non è centralizzabile! E per l'osservatore superficiale, anche se magari professore di fisica, la fusione fredda è una "bufala".

Nonostante ciò negli Usa tutto questo è ormai agli onori della cronaca. In Giappone, intanto, la Mitsubishi e la Toshiba hanno depositato brevetti in tale campo...

Nel contesto di questo spumeggiante fervore si era svolta nel 2009 al Centro Congressi della Provincia di Milano la conferenza dal titolo: "Eppur si fonde - Dalla Fusione Fredda alle Reazioni Piezonucleari - Nasce un Nuovo Paradigma Scientifico?" interamente dedicata alle scoperte nel campo delle reazioni nucleari nella materia condensata. L'evento registrò circa cinquecento presenze.

Nasce un nuovo nucleare veramente pulito? Nasce un nuovo paradigma scientifico? La questione "Fusione Fredda" si riapre completamente. La stampa scientifica ufficiale pubblica le nuove scoperte. Andiamo incontro ad una stagione italiana di ricerca e sviluppo ai vertici mondiali?

All'evento non erano presenti cinquecento semplici curiosi, che già sarebbe tanto, ma uomini d'azienda (dalla Pirelli Labs all'Enel, dalla Edison alla St Microelectronics, all'Ispra, etc.) e ricercatori di Enti Pubblici di Ricerca (dall'Enea all'Infn, dal Politecnico di Torino a quello di Milano).

Afferma Andrea Rosetti: "Il successo di questo evento organizzato da Onne, Organizzazione Nazionale Nuove Energie, dimostra quanto in Italia sia vivo l'interesse verso la tematica in oggetto e quanto le ricerche in corso siano ricche di nuovi dati sperimentali ed in continua evoluzione grazie all'opera di numerosi ricercatori italiani operanti sia all'interno degli Istituti di Ricerca che in modo indipendente su tutto il territorio nazionale".

Tra i relatori, sono da segnalare anche due ricercatori campani: il fisico Roberto Germano e l'ingegnere Domenico Cirillo.

Roberto Germano, napoletano, CEO della Promete Srl, unica spin off Infm della Regione Campania, ha trattato il problema de "Il discredito patologico – il caso della Fusione Fredda"; si parla spesso, infatti, di "scienza patologica", ma bisogna considerare che sempre più negli ultimi anni si diffonde un atteggiamento pseudo-scettico che potremmo chiamare "discredito patologico": valanghe di dati sperimentali sono rigettati dai più, soltanto perché confliggono col paradigma corrente.

Nessun avanzamento scientifico è mai stato possibile con quest'approccio. Uno dei casi particolarmente eclatanti, anche a giudizio del Premio Nobel per la Fisica Brian Josephson, il padre del famoso superconduttivo "effetto Josephson", è quello della cosiddetta "fusione fredda". Germano è anche l'autore dell'unico saggio divulgativo italiano su questo argomento che sia stato scritto da un fisico "Fusione Fredda – Moderna storia d'inquisizione e d'alchimia", Bibliopolis (secondo titolo italiano al Festival dell'editoria scientifica italiana Fest di Trieste, 2007).

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Domenico Cirillo, casertano, ingegnere motorista, ha descritto il nuovo layout sperimentale allestito per lo studio del cosiddetto "plasma elettrolitico" e ha descritto l'ultimissimo sistema di dosimetria per la misura delle emissioni di neutroni lenti dalla cella (non pericolosi, perché non escono al di fuori della cella) e tutti i sistemi adottati per garantire correttezza della misura.

Walter Radica sottolinea: "Aver dimostrato con certezza la natura nucleare del fenomeno, dal punto di vista delle applicazioni, significa aver dimostrato che è possibile accedere all'energia del nucleo in modo del tutto nuovo rispetto ai vecchi sistemi".

Infatti, oggi, il nucleare da fissione è possibile solo impiegando nuclei pesanti debitamente 'arricchiti'.

Attraverso queste ricerche, dunque, si evince che è possibile accedere a questa energia attraverso sistemi 'diversi', più semplici, meno costosi e non inquinanti, rispetto a quelli noti finora.

Altri relatori che hanno destato grandissimo interesse sono stati: il fisico teorico Emilio Del Giudice dell'Infn di Milano (ma di origini napoletane) che ha spiegato come sia possibile spiegare questi nuovi fenomeni nell'ambito dell'elettrodinamica quantistica, e il ricercatore sperimentale Francesco Celani, dei Laboratori Nazionali di Frascati (Lnf) dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) che sta ottenendo risultati molto importanti in materia di riproducibilità sperimentale di emissione di energia dai sistemi deuterio-palladio.

Il successo della conferenza testimonia in modo inequivocabile l'esistenza di un vasto panorama di fenomeni di natura nucleare ottenuti con differenti processi e l'esistenza di differenti modelli esplicativi, prodromi di uno sforzo teorico collettivo che porti ad un risultato unificante.

Gli atti della conferenza sono pubblicati sul sito eppursifonde.it.

I dati sperimentali ottenuti ed enunciati durante la conferenza impongono al mondo scientifico inteso nella sua più ampia accezione, di adottare un atteggiamento aperto alla discussione e alla verifica dei dati proposti, senza alcuna preclusione teorica aprioristica.

Data la grande potenzialità delle future applicazioni in campo energetico, ci si auspica che tali ricerche possano ricevere la massima attenzione da parte delle istituzioni, e che altresì i ricercatori coinvolti possano proseguire nei rispettivi lavori di studio e sviluppo restando in Italia, senza essere costretti a trasferirsi all'estero per ricevere i fondi necessari.


Tratto da: http://www.denaro.it/VisArticolo.aspx?IdArt=582575&KeyW=FUSIONE.