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Il peak oil non è una faccenda di automobili

di petrolio.blogosfere.it - 16/05/2006

 
Proseguendo idealmente la discussione di ieri sulle biomasse, traduco un articolo di Rick Embleton, scrittore canadese autore di Oilephant Down: Canada at the End of the Age of Cheap Oil, che ci fa comprendere con semplicità la stretta correlazione tra petrolio e alimentazione.
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C'è qualcosa di importante che le persone devono capire. Il peak oil non riguarda il petrolio, la benzina, il gasolio, le automobili, gli autobus, i treni gli aerei e le navi.
Il peak oil riguarda il cibo e la nostra progressiva incapacità, dopo il picco, di produrne abbastanza da nutrire la nostra popolazione di 6 miliardi e mezzo di persone. Anche oggi, ogni giorno 40.000 persone muoiono di fame e malnutrizione. (..)
La produzione agricola nel mondo di oggi è criticamente dipendente dal petrolio (per pesticidi, erbicidi, agrochimica, irrigazione, distribuzione) e dal gas (per i fertilizzanti). Una produzione di cibo che diminuisce non è solo un problema per il Terzo Mondo. Tutti devono mangiare e noi nel mondo sviluppato tendiamo a farlo in misura molto maggiore del Terzo Mondo.

Il ritorno all'agricoltura biologica e tradizionale può non essere così semplice come i non addetti possono pensare. La nostra terra agricola commerciale è essenzialmente tossica e sterile per via dell'uso di prodotti petrolchimici e nutrienti artificiali. L'agricoltura commerciale è essenzialmente un affare di esportazione: esportiamo i nutrienti dal suolo dove crescono i raccolti e non li reimportiamo mai. Se i prodotti chimici su cui l'agricoltura conta dovessero scomparire domani, è stimato che gli stessi terreni produrrebbero tra il 5 e il 20% di ciò che producono oggi, sempre che ci sia sufficiente acqua per l'irrigazione.
E' stimato anche che ci vogliono tra i 10 e i 20 anni per ricostruire la fertilità naturale di quei terreni. Senza la petrochimica, ciò significa un crollo di produttività dell'80/95%.
L'altro fattore chiave, naturalmente, sono le malattie. Senza i pesticidi derivati dal petrolio i raccolti sarebbero suscettibili ad ogni sorta di infestazioni. L'agricoltura intensiva oggi usa 33 volte più pesticidi di trent'anni fa e comunque perde il 25% in più dei raccolti rispetto ad allora, a causa della resistenza sviluppata. (...)

In chiusura, è questo il punto.
Le persone non afferreranno pienamente le implicazioni del picco del petrolio finché non smetteranno di preoccuparsi dei carburanti per i trasporti e capiranno le implicazioni relative all'alimentazione in un mondo di oltre 6 miliardi di persone.
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Certo, dà da pensare il fatto di bruciare frumento per far andare automobili elettriche...

Fonte:
http://petrolio.blogosfere.it/