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Una Cina sempre più terzomondista interviene nel dibattito sulla riforma del FMI

di Andrea Bartoletti - 05/10/2010

 
 
   
La Cina si sta proponendo come portatore delle aspettative dei paesi del cosiddetto Terzo Mondo, in particolare asiatici, anche rispetto all'importante discussione in corso sulla riforma del Fondo Monetario Internazionale (FMI), organismo come si sa assai importante nella definizione ed applicazione delle strategie finanziarie e di sviluppo economico a livello globale.
Il premier cinese Wen Jiabao infatti ha dichiarato lo scorso 4 ottobre, a Bruxelles, nel corso dell'ottavo Asia-Europe Meeting (ASEM), un'organizzazione informale che raccoglie 27 paesi europei e 16 asiatici: "Abbiamo bisogno di migliorare il meccanismo decisionale delle istituzioni finanziarie internazionali, dando più voce e rappresentanza ai paesi in via di sviluppo, incoraggiando una più ampia partecipazione e trovando piena armonizzazione fra i reciproci interessi e le reciproche preoccupazioni".
Si tratta di una risposta, per il momento indiretta, alla proposta, avanzata la settimana scorsa dai ministri delle finanze europei, di condividere con i paesi emergenti, con un meccanismo di rotazione, due degli otto posti di direttore esecutivo che attualmente l'Europa detiene nel consiglio direttivo del FMI, sui 24 disponibili.
La risposta cinese sembra dimostrare la volontà del grande paese asiatico di ottenere qualcosa di più dagli Europei, cavalcando l'aspirazione di molti paesi a modificare un'organizzazione la cui struttura risale all'assetto stabilito nel 1945 dalle potenze vincitrici della seconda guerra mondiale.
 
fonte: http://www.asem8.be/