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Primavere più silenziose in Europa

di Pietro Greco - 05/10/2010



Non è ancora la primavera silenziosa delle grandi praterie americane di cui parlava Rachel Carson nel 1963, ma anche in Europa la più frizzante delle stagioni rischia di diventare meno sonora. La causa prima è sempre la stessa: le popolazioni di molti uccelli si stanno assottigliando. Anche se la causa remota oggi in Europa - il cambiamento del clima che influenza la stagione degli amori delle specie migranti - è diversa da quella denunciata mezzo secolo fa da Rachel Carson per l'America: la presenza eccessiva di pesticidi chimici nei campi che attaccavano le uova deposte nei nidi.

A scoprire il declino delle popolazioni degli uccelli migratori in Europa è stata un'equipe di scienziati guidati da Nicola Saino, del Dipartimento di biologia dell'università statale di Milano, che ne ha dato notizia in un articolo pubblicato di recente sui Proceedings of the Royal Society di Londra.

Il gruppo ha studiato l'evoluzione demografica nel corso degli ultimi cinquantenni di 117 diverse specie di uccelli migratori che in primavera si spostano dall'Africa verso il nostro continente o dalle zone meridionali alle zone più settentrionali del nostro continente. L'evoluzione demografica di questi migranti tende, in generale, al declino. E, secondo Saino e collaboratori, la causa è da attribuirsi al cambiamento climatico, all'aumento della temperatura e, in particolare, al precoce inizio della stagione primaverile: il disgelo inizia prima, l'apertura delle gemme e la fioritura iniziano prima, i cicli riproduttivi degli insetti e di altre specie predate dagli uccelli si sono modificati. In breve per i volatili è sempre più dura trovare il cibo.

In realtà, gli uccelli migratori cercano di adattarsi a questi cambiamenti, anticipando a loro volta la venuta in Europa. La partenza dai luoghi di origine viene anticipata, in media, da 1 a 3 giorni ogni decennio. Ma nonostante ciò molti uccelli migratori, soprattutto quelli che partono dall'Africa sub-sahariana, non ce la fanno a tener dietro a un così rapido mutamento. Cosicché di anno in anno trovano sempre maggiori difficoltà a trovare il cibo necessario a sfamarsi. Tutto questo incide sul successo riproduttivo delle coppie e, in definitiva, provoca un misurabile declino demografico.

Non tutte le specie subiscono lo stesso effetto a causa dei mutamenti del clima. Quelle che hanno un minor "ritardo termico" e migrano più in sincronia con il cambiamento del clima fanno registrare un minor declino demografico. Insomma, è in atto uno straordinario esperimento darwiniano. E, come prevede la teoria, gli individui e le specie che hanno maggiori capacità di adattarsi alla novità hanno, statisticamente, un maggior successo riproduttivo. E una maggiore probabilità di sopravvivenza.