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Eugenetica made in Usa

di Nando De Angelis - 05/10/2010

 
 
http://www.rinascita.eu/mktumb640.php?image=1286214970.jpg

Forse la Casa Bianca è più rapida del Vaticano. Se per ammettere un  proprio sbaglio, o chiedere venia di un’atrocità, la Santa Sede di solito fa passare mezzo millennio (inquisizione, roghi di streghe ed eretici, riabilitazione di Galileo), la “patria della democrazia e dei diritti umani” ci mette soltanto qualche decina d’anni. Beninteso, il suo “mea culpa” Washington lo proferisce esclusivamente per i danni  atroci “minori”. Per quelli che gridano vendetta agli occhi degli Dei - Hiroshima, per esempio..., o  i lager dei prigionieri tedeschi dopo la seconda guerra mondiale - dovremo attendere qualche centinaio d’anni ancora.
Comunque è stato estremamente istruttivo, venerdì scorso, apprendere da un comunicato congiunto del segretario di Stato Hillary Clinton e del ministro della Sanità e dei... “Servizi umani”,  Kathleen Sebelius, il “dispacere” Usa e le “scuse di Washington” per le “abominevoli pratiche” di ricerca “sulla salute” su settecento malati di mente guatemaltechi che tra il 1946 e il 1947 sono state le cavie umane di “esperimenti scientifici Usa”. Su tali “pazienti”, graziosamente offerti dal governo di Tegucigalpa all’alleato padrone del Nord, furono forzatamente iniettati virus di varie malattie sessuali, dalla sifilide alla gonorrea, per sperimentare... dal vivo le possibili terapie curative.
L’infame “ricerca medica”, per lungo tempo rimossa dalle autorità di Washington - peraltro dal dopoguerra ad oggi soltanto preoccupate di insediare governi-colonia in Gautemala - è stata tratta dall’oblìo grazie ad uno studio di Susan Reverby, docente di storia in Massachussets.
C’è da ricordare che tale pratica abominevole era stata “con successo” (sic) testata - lo “studio Tuskegee” - fin dal 1932 (e durò per 40 anni...) direttamente su parte della popolazione povera negra degli States. (Il presidente Clinton se ne “rammaricò” nel 1997).
Secondo quanto emerso dalle ricerche storiche ufficiali - e rivelato da Francis Collins, il responsabile dell’Istituto nazionale della Sanità degli States - sarebbero almeno una quarantina i progetti “eugenetici” portati avanti con alacri e intenzionali pratiche infettive su esseri umani ignari e non consenzienti con il placet delle Amministrazioni Usa.
Comunque gli anglo-americani non si smentiscono mai. Per giustificare l’ingiustificabile, in molti, professori e politici, hanno alzato lo scudo “dei tempi”: “allora”, dicono, “gli standard del rispetto umano erano altri”.
Già, gli “standard”!
Grazie a questa “parolina” si autoassolvono. Sempre.
I prigionieri tedeschi trattati come bestie, o i “musi gialli”, o gli stessi italiani non cooperatori, erano in fondo dei “barbari” e non meritavano pietà e rispetto.
A ripensarci bene... anche la S. Sede opera così. Il Vaticano ha avuto, e tuttora ha, i suoi standard. L’assassinio di un pagano o di mille “non credenti” non è mai significato “peccare”, ma eseguire “la volontà di dio”...
Nando De Angelis
Forse la Casa Bianca è più rapida del Vaticano. Se per ammettere un  proprio sbaglio, o chiedere venia di un’atrocità, la Santa Sede di solito fa passare mezzo millennio (inquisizione, roghi di streghe ed eretici, riabilitazione di Galileo), la “patria della democrazia e dei diritti umani” ci mette soltanto qualche decina d’anni. Beninteso, il suo “mea culpa” Washington lo proferisce esclusivamente per i danni  atroci “minori”. Per quelli che gridano vendetta agli occhi degli Dei - Hiroshima, per esempio..., o  i lager dei prigionieri tedeschi dopo la seconda guerra mondiale - dovremo attendere qualche centinaio d’anni ancora.
Comunque è stato estremamente istruttivo, venerdì scorso, apprendere da un comunicato congiunto del segretario di Stato Hillary Clinton e del ministro della Sanità e dei... “Servizi umani”,  Kathleen Sebelius, il “dispacere” Usa e le “scuse di Washington” per le “abominevoli pratiche” di ricerca “sulla salute” su settecento malati di mente guatemaltechi che tra il 1946 e il 1947 sono state le cavie umane di “esperimenti scientifici Usa”. Su tali “pazienti”, graziosamente offerti dal governo di Tegucigalpa all’alleato padrone del Nord, furono forzatamente iniettati virus di varie malattie sessuali, dalla sifilide alla gonorrea, per sperimentare... dal vivo le possibili terapie curative.
L’infame “ricerca medica”, per lungo tempo rimossa dalle autorità di Washington - peraltro dal dopoguerra ad oggi soltanto preoccupate di insediare governi-colonia in Gautemala - è stata tratta dall’oblìo grazie ad uno studio di Susan Reverby, docente di storia in Massachussets.
C’è da ricordare che tale pratica abominevole era stata “con successo” (sic) testata - lo “studio Tuskegee” - fin dal 1932 (e durò per 40 anni...) direttamente su parte della popolazione povera negra degli States. (Il presidente Clinton se ne “rammaricò” nel 1997).
Secondo quanto emerso dalle ricerche storiche ufficiali - e rivelato da Francis Collins, il responsabile dell’Istituto nazionale della Sanità degli States - sarebbero almeno una quarantina i progetti “eugenetici” portati avanti con alacri e intenzionali pratiche infettive su esseri umani ignari e non consenzienti con il placet delle Amministrazioni Usa.
Comunque gli anglo-americani non si smentiscono mai. Per giustificare l’ingiustificabile, in molti, professori e politici, hanno alzato lo scudo “dei tempi”: “allora”, dicono, “gli standard del rispetto umano erano altri”.
Già, gli “standard”!
Grazie a questa “parolina” si autoassolvono. Sempre.
I prigionieri tedeschi trattati come bestie, o i “musi gialli”, o gli stessi italiani non cooperatori, erano in fondo dei “barbari” e non meritavano pietà e rispetto.
A ripensarci bene... anche la S. Sede opera così. Il Vaticano ha avuto, e tuttora ha, i suoi standard. L’assassinio di un pagano o di mille “non credenti” non è mai significato “peccare”, ma eseguire “la volontà di dio”...