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Dietro il colpo di Stato in Ecuador

di Eva Golinger - 07/10/2010



Dietro il colpo di Stato in Ecuador


Organizzazioni finanziate dalla USAID* e dalla NED** chiedono le dimissioni del Presidente Correa in sostegno al colpo di Stato promosso dai settori della polizia ecuadoriana, infiltrata profondamente dagli Stati Uniti.Un nuovo tentativo di golpe contro un paese appartenente all’Alleanza Bolivariana per i popoli di nostra America (ALBA) attenta l’integrazione latinoamericana e l’avanzata dei processi di rivoluzione democratica. La destra è all’attacco. Il risultato ottenuto in Honduras nel 2009, contro il governo di Manuel Zelaya, le ha reso il pieno di energia, forza e speranza, necessaria per potersi scagliare contro i popoli e i governi della rivoluzione in America Latina.

Le elezioni in Venezuela di domenica 26 settembre, anche se principalmente sono risultate vincenti per il Partido Socialista Unido de Venezuela (PSUV), allo stesso tempo hanno ceduto spazio alle più reazionarie e pericolose forze destabilizzatrici al servizio degli interessi imperiali. Gli Stati Uniti sono riusciti a collocare le loro pedine chiave all’interno dell’Assemblea Nazionale venezuelana, realizzando una piattaforma utile per l’avanzata dei loro piani cospirativi atti a scalzare la democrazia in Venezuela.Il giorno dopo le elezioni venezuelane, la leader colombiana per la pace, Piedad Córdoba, è stata destituita dal ruolo di Senatrice della Repubblica di Colombia da parte del Procuratorato nazionale, basandosi su accuse ed evidenze false. Un attacco che simboleggia un’operazione contro le forze progressiste in Colombia che cercano soluzioni reali e pacifiche al conflitto in corso da più di 60 anni.

Ed ora, giovedì, 30 settembre, l’Ecuador minacciato da un colpo di Stato. Le forze di polizia insubordinate hanno occupato diverse installazioni nella capitale Quito, creando caos e panico nel Paese. Ipoteticamente le proteste erano rivolte contro una nuova legge approvata mercoledì scorso (29/09/2010, NdR) dall’Assemblea Nazionale che secondo i rivoltosi taglia i benefici lavorativi.Il Presidente Rafael Correa, con l’intento di risollevare la questione, si è diretto verso il gruppo di polizia insubordinata, divenendo però bersaglio di oggetti contundenti e bombe lacrimogene, che gli hanno procurato una ferita nella gamba ed un’asfissia a causa del gas. E’ stato allora trasferito presso l’ospedale militare della città di Quito, dove successivamente è stato sequestrato e trattenuto con la forza senza possibilità di uscita.

Nel frattempo, movimenti popolari hanno invaso le strade di Quito reclamando la liberazione del suo Presidente, rieletto democraticamente l’anno passato con una maggioranza immensa. Migliaia di ecuadoriani hanno alzato la voce in sostegno al Presidente Correa, provando a riscattare la sua democrazia dalle mani delle forze golpiste che in quel momento cercavano di provocare l’uscita forzata del governo nazionale.

Mentre però gli eventi continuano a svilupparsi e il Presidente Correa continua ad essere sequestrato dalla polizia golpista, alcuni fattori esterni, coinvolti in questo tentativo di golpe, cominciano a muovere nuovamente le loro pedine.

Polizia Infiltrata

Secondo il giornalista Jean-Guy Allard, un rapporto ufficiale del Ministro della Difesa dell’Ecuador, Javier Ponce, diffuso nell’ottobre 2008, rivelò “che diplomatici statunitensi si dedicavano a corrompere polizia e forze armate”.Il rapporto affermava, inoltre, che unità della polizia “mantengono una dipendenza economica informale con gli Stati Uniti, per il pagamento di informatori, abilitazioni, attrezzatura ed operazioni”.Come risposta a tali informazioni, l’ambasciatrice statunitense in Ecuador, Heather Hodges, dichiarò “Noi lavoriamo con il governo ecuadoriano, con i militari e con la polizia, per fini molto importanti per la sicurezza”, giustificando così la collaborazione. Secondo Hodges, il lavoro con le forze di sicurezza ecuadoriane è relazionato con la “lotta al narcotraffico”.

L’Ambasciatrice

L’ambasciatrice Heather Hodges è stata inviata in Ecuador nel 2008, dall’allora Presidente George W. Bush. A priori aveva svolto con successo la gestione del ruolo di ambasciatrice in Moldavia, paese socialista che in passato era parte dell’Unione Sovietica. In Moldavia lasciò ben seminata la pista per una “rivoluzione colorata” che di fatto si sviluppò, con esito negativo, nell’Aprile 2009, contro la maggioranza eletta del partito comunista in parlamento.Hodges è stata, inoltre, inserita presso l’Ufficio degli Affari Cubani, come vicedirettrice nel 1991, ovvero una divisione del Dipartimento di Stato dedito a promuovere la destabilizzazione cubana. Due anni dopo è stata spostata in Nicaragua, in modo da supportare l’incarico di Violeta Chamorro, presidente scelto dagli Stati Uniti dopo la sporca guerra contro il governo sandinista uscito dal potere nel 1989.Quando Bush decise di inviarla in Ecuador, l’intenzione era quella di preparare la destabilizzazione ai danni di Correa, nel momento in cui il presidente ecuadoriano si sarebbe negato a subordinarsi all’agenda di Washington. Hodges riuscì allora ad incrementare il budget della USAID e della NED a favore di organizzazioni sociali e gruppi politici, incluso il settore indigeno, in grado di promuovere gli interessi degli Stati Uniti.Di fronte alla rielezione del Presidente Correa nel 2009, basata sulla nuova costituzione approvata nel 2009 da una maggioranza schiacciante di ecuadoriani e ecuadoriane, l’ambasciata cominciò a fomentare destabilizzazione.

USAID

Alcuni gruppi sociali progressisti hanno espresso il loro malcontento con le politiche del governo di Correa. Non ci sono dubbi che esistano lamentele e reclami legittimi al suo governo. Non tutti i gruppi o le organizzazioni che sono contro le politiche di Correa, sono agenti imperiali. Tuttavia, esiste al loro interno un settore che riceve finanziamenti e direttive per provocare situazioni di destabilizzazione nel paese, che va oltre la naturale espressione di critica o opposizione ad un governo.Nel 2010, il Dipartimento di Stato statunitense ha aumentato il budget della USAID, in Ecuador, a più di 38 milioni di dollari. Negli ultimi anni, un totale di 5.640.000 dollari in fondi è stato investito nel lavoro di “decentralizzazione” del Paese. Uno dei principali esecutori dei programmi della USAID in Ecuador è la stessa azienda che opera con la destra in Bolivia: Chemonics, Inc. Allo stesso tempo, la NED ha concesso un accordo di 125.806 dollari al Centro para la Empresa Privada (CIPE) in modo da promuovere i trattati di libero commercio, la globalizzazione e l’autonomia regionale, attraverso radio, televisioni e stampa ecuadoriana, unito con l’Istituto Ecuadoriano di Economia Politica.

Organizzazioni ecuadoriane come Participación Ciudadana e Pro-justicia hanno disposto di finanziamenti da parte della USAID e della NED, allo stesso modo di membri e settori della CODEMPE, del movimento Pachakutik, della CONAIE, della Corporación Empresarial Indigena del Ecuador y la Fundación Qellkaj.Durante i fatti di giovedì 30 settembre in Ecuador, uno di questi settori finanziati dalla USAID e dalla NED, ovvero il Blocco Pachakutik, ha emesso un comunicato in sostegno alla polizia golpista, richiedendo le dimissioni del Presidente Rafael Correa, accusandolo di essere il responsabile dei fatti accaduti. Additandolo, per di più, di mantenere una “attitudine dittatoriale”:

“PACHAKUTIK CHIEDE LE DIMISSIONI DEL PRESIDENTE CORREA E CHIAMA A COSTITUIRE UN UNICO FRONTE NAZIONALE Bollettino di Stampa 141

Il capo del Bloque del Movimiento Pachakutik, Cléver Jiménez, dopo la grave scossa politica e crisi interna, sorta a causa dell’attitudine dittatoriale del Presidente Rafael Correa con la quale ha violato i diritti dei servitori pubblici e della società nel suo insieme, ha invitato il movimento indigeno, i movimenti sociali e le organizzazioni politiche democratiche a costruire un unico fronte nazionale per esigere l’uscita del Presidente Correa, sotto la tutela di quanto stabilito dall’Articolo 130, numero 2 della Costituzione, che afferma: “L’Assemblea Nazionale potrà destituire il Presidente della Repubblica nei seguenti casi: 2) Causa grave crisi politica e turbamenti interni”.

Jiménez ha appoggiato la lotta dei servitori pubblici del paese, includendo fra loro anche la polizia di truppa mobilitata contro le politiche autoritarie di un regime che pretende conculcare i diritti dei lavoratori acquisiti. La situazione della polizia e dei membri delle Forze Armate deve essere intesa come una giusta azione dei servitori pubblici, i cui diritti sono stati danneggiati.Pachakutik sta convocando, per questa sera, tutte le organizzazioni del movimento indigeno, i lavoratori, uomini e donne democratiche per costruire l’unità e prepararsi a nuove azioni in rifiuto all’autoritarismo di Correa, in difesa dei diritti e garanzia di tutti gli ecuadoriani.Responsabile di Stampa

BLOQUE PACHAKUTIK”

Il copione utilizzato in Venezuela e Honduras si ripete nuovamente. Tentano di accusare il Presidente e il governo come responsabili del “golpe”, forzando in seguito la sua uscita dal potere. Il colpo di Stato contro l’Ecuador è la prossima fase dell’aggressione permanente contro l’ALBA e i movimenti rivoluzionari nella regione.Il popolo ecuadoriano si mantiene mobilitato in rifiuto al tentativo di golpe, mentre le forze progressiste della regione si raggruppano per esprimere la loro solidarietà e sostegno al Presidente Correa e al suo governo.

* La USAID, sigla che sta per United States Agency for International Development, si definisce la principale agenzia USA di aiuto nei confronti di quei paesi vittime della povertà o di gravi catastrofi ambientali, è inoltre impegnata per la promozione di riforme democratiche sia negli Stati Uniti stessi che nel resto del Mondo.
Questa è una vera e propria agenzia governativa federale indipendente, diretta e guidata per ciò che concerne le azioni di politica estera dal Segretario di Stato in persona.Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito: www.usaid.gov

** La NED, acronimo di National Endowment for Democracy, è un’organizzazione privata no profit, dedita alla crescita e allo sviluppo della democrazia e delle istituzioni democratiche nel Mondo.Maggiori informazione presso: www.ned.org

Entrambe le organizzazioni sono spesso al centro di polemiche e coinvolte in finanziamenti di governi e gruppi collegati agli interessi degli Stati Uniti d’America, che tramite queste cercano di guidare la politica in varie parti del mondo.


NdT

Fonte: TeleSurTv

(Traduzione a cura di Stefano Pistore)