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Il futuro della mobilità

di Mathis Wackernagel - 11/10/2010

Mathis Wakernagel, uno tra i più importanti ambientalisti del mondo. Lo ascolti e capisci che è il nostro intero modello di civiltà che sta cambiando. Non si tratta solo del picco del petrolio, dell'innalzamento della temperatura e dei mari, dell'economia di carta. Questi sono solo sintomi di un mondo che ci sta lasciando, per nostra fortuna. Basato sul profitto, sullo sfruttamento senza limite delle risorse, sull'espropriazione del nostro tempo, schiavi moderni costretti al lavoro fino alla consunzione. Questa civiltà sta tramontando mentre i governi si occupano del PIL e della crescita. Dall'esterno sembrano tutti dei pazzi in libertà.


Intervista a Mathis Wackernagel: Presidente della Global Footprint Network


" Buona sera Cesena! Grazie per avermi invitato! Sono Mathis Wackernagel, Sono il Presidente del Global Footprint Network in California, Svizzera e Bruxelles. Mi piacerebbe parlarvi un po' del futuro della mobilità. In passato era piuttosto diversa: il mio progenitore è andato a piedi da Berlino, la città da cui proveniva, nel 1848 alla mia casa a Basilea, in Svizzera. Ha dovuto andare a piedi! Quello era l'unico modo per spostarsi da una città all'altra. Quindi si è trasferito a Basilea e non è mai tornato indietro. Ecco com'era!Sono cresciuto a Basilea e poi ho avuto la possibilità di ottenere una borsa di studio per gli Stati Uniti e sono volato lì. Da allora non faccio altro che volare avanti e indietro, quindi la mia esperienza di mobilità è totalmente diversa, ma se tutti vivessero come vivo io, ci vorrebbero dodici pianeti come il pianeta Terra. Quindi, non è possibile! Ci aspettiamo che nel 2050 forse ci saranno più persone sul pianeta, e non è poi così lontano. Le persone che oggi si trovano a finire il liceo, avranno circa 56/57 anni nell'anno 2050, quindi non è molto lontano. Come riusciremo a spostarci, considerando che il consumo di risorse che abbiamo oggi, semplicemente, non è replicabile in tutto il mondo, e questa è una grande sfida. Ora, forunatamente, ci sono grandi opportunità lì fuori. Se prendiamo in considerazione due città estreme, la prima, Houston negli Stati Uniti, una città dallo sviluppo incontrollato. Lì c'è bisogno della macchina anche solo per andare a comperare un po' di latte o il giornale, se esistono ancora i giornali negli Stati Uniti. Non si può camminare. Non ci sono marciapiedi a Houston. Ecco perchè diciamo che le persone non hanno realmente capito Apollo 13. Quello che gli astronauti dicevano realmente è "Houston, abbiamo un problema" perchè ci vogliono così tante risorse per vivere a Houston. Dall'altra parte prendiamo una città come Siena, per esempio, che ha vietato il passaggio delle auto nella maggior parte delle aree già negli anni ’70. E’ una città del Mediterraneo molto densa. A Siena ciascuno utilizza risorse tre, quattro, cinque volte meno di quelle di cui ha bisogno una persona che vive a Houston. E, se me lo dovessero chiedere, prefererirei di gran lunga vivere a Siena piuttosto che a Houston. Quindi qual è il futuro del trasporto? Si tratta della mobilità. A noi piace muoverci. Ci piace essere attivi almeno 45 minuti o un'ora al giorno per spostarci. Ecco perchè le persone guidano anche se non ce n'è bisogno negli Stati Uniti, per esempio, anche solo 45 minuti perchè amano spostarsi. Allora, lo spostamento deve indirizzarsi verso il trasporto a piedi e in bici. Io vado a lavoro in bici tutti i giorni; è la parte migliore della mia giornata. Quindi non peggiora la qualità della nostra vita. E come appaiono il trasporto o la mobilità nel futuro? Io immagino una città che assomiglia un po' a Parigi, come se dovessimo batterli. Una città piena di vita, non troppo grande, forse solo la parte interna di Parigi, forse massimo un milione di abitanti per città, per tenerli molto operativi, a vivere in maniera integrata, una città dove si vive e lavora in aree simili e, perlopiù, senza auto. Dunque, immaginate, Parigi sui risciò elettrici. Non sarebbe un posto meraviglioso dove andare? Mi piacerebbe vivere lì. Ho diverse opinioni in merito.


Petrolio, risorsa limitata ( espandi | comprimi)
Quindi, come può cambiare questo futuro nemmeno tanto lontano? Da un lato, abbiamo il problema del cambiamento climatico che, se lo prendiamo seriamente e seguiamo i leader del mondo a mantenere il clima entro il limite di 2°C, questo vorrebbe dire che dobbiamo uscire dai combustibili fossili molto, molto velocemente. E la gran parte della mobilità che non sia a piedi o in bici si basa su combustibili fossili economici. Ora, senza i combustibili fossili, sarebbe più costoso spostarsi e non potremmo andare così lontano e così velocemente come facciamo oggi che possiamo volare ovunque. Come per le urbanità europee, molti di loro possono semplicemente saltare su un aereo che non sarà più disponibile, ma la vita potrebbe non essere meno bella. Intendo dire che possiamo sempre prendere i treni che hanno bisogno di meno energia degli aerei, per esempio, oppure che in bici si può andare molto lontano. Ci vuole di più, ma si vedono molte più cose. Dunque, la vita non deve diventare più cupa assolutamente direi in un futuro guidato con meno combustibili fossili. Ora, ciascuno di noi potrebbe anche decidere di utilizzare sempre più combustibile fossile. Il problema è che il combustibile fossile è una risorsa limitata. E non si tratta solo del fatto che lo stiamo finendo, ce n’è molto nel suolo, ma prelevare petrolio dal suolo sta diventando sempre più difficoltoso. Ecco perchè andiamo in oceani molto profondi a trapanare, perchè sta diventando sempre più difficile trovarlo. E non è nemmeno solo la difficoltà di trovare il petrolio, ma le energie che occorrono per prelevarlo. Nei giorni ormai molto lontani, quando il petrolio è stato scoperto per la prima volta, bastava scavare una buca, e il petrolio già veniva fuori. Così, forse si avrebbe indietro dieci volte più energia per ciascuna unità di energia che mettiamo per prelevare petrolio dal suolo. Oggi è piuttosto diverso. Oggi, oggi ce ne vogliono circa 15 e si hanno indietro solo 15 unità di energia per ogni unità di energia che immettiamo per prelevare petrolio e il rapporto non fa che peggiorare. Già con le sabbie bituminose il rapporto è di 1 a 3. Questo vuol dire che più difficoltoso diventa prendere energia, più diventerà costoso e meno diponibile nell'immediato. Nello stesso tempo, dovremo affrontare il problema del cambiamento climatico, il che non solo vuol dire che il clima sarà più caldo, ma anche che i regimi delle precipitazioni si sposteranno e la produzione agricola in molti posti del mondo sarà ancora più in pericolo. Dunque, se non scegliamo di essere saggi e non ci discostiamo presto dai combustibili fossili, a causa del cambiamento climatico, saremo costretti ad allontanarci e avremo meno ecosistemi sani disponibili che ci forniscano altri tipi di energia. Quindi, sono favorevole ad un allontanamento immediato, non quando sarà troppo difficile farlo.