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Cavie umane in Guatemala

di Stella Spinelli - 12/10/2010

Commissioni specializzate, un'equipe di esperti che valutino la richiesta danni e tanta indignazione. Questa la reazione del paese all'ammissione shock degli Usa sugli esperimenti scientifici fatti su 696 guatemaltechi fra il 1946 e il 1948

Commissioni specializzate, un'equipe di esperti che valutino la richiesta danni e eventuali risarcimenti ai familiari delle vittime e tanta indignazione. Questa è la reazione del Guatemala all'ammissione shock rilasciata dal governo degli Stati Uniti sugli esperimenti scientifici eseguiti da un'equipe medica a stelle e strisce su 696 guatemaltechi fra il 1946 e il 1948. Il tutto ingannando i destinatari, ignari di essere diventati le cavie umane prescelte per comprovare la validità della penicillina nelle malattie a trasmissione sessuale.

Pescando fra soldati, prostitute e infermi di mente, il medico ricercatore del dipartimento di Salute Usa John Cutler decise di infettare centinaia di persone con sifilide e gonorrea per poi osservarne il decorso, proprio come si fa con i topi di laboratorio. E il tutto proprio mentre a Norimberga si svolgeva il processo contro il famigerato Josef Mengele, il medico della Germania nazista che faceva esperimenti su migliaia di prigionieri ebrei, e che venne condannato per delitti contro l'umanità al carcere a vita. E fra coloro che chiedevano giustizia per gli ebrei, proprio la Casa Bianca di Harry Truman, che intanto avallava i macabri esperimenti medici in Guatemala. A fare la macabra scoperta, Susan Reverby, una ricercatrice del Wellesley College del Massachusetts. Sconosciuto, finora, resta il destino dei 696 contagiati. Ufficialmente compare solo un recente studio del Dipartimento Usa di salute e risorse umane che afferma la morte di 71 persone infettate con la sifilide, anche se non è specificato se queste morti siano direttamente collegate con l'infezione.

A poco son servite le scuse accorate di Barack Obama e Hillary Clinton. La verità non si cancella e il governo di Alavro Colom giura che non sarà nemmeno insabbiata. Anzi, per saperne di più ha già creato una commissione che chiarisca anche le responsabilità e valuti che tipo di richiesta danni inoltrare agli Usa. Danni materiali e soprattutto morali, che stanno creando molta indignazione in tutta l'opinione pubblica del paese centroamericano, che esige giustizia e non si accontenta di tardivi "mea culpa". E questo ha spinto Washington a creare due commissioni indipendenti: una gestita dall'Istituto di Medicina dell'Accademia nazionale delle scienze che ha messo insieme un'equipe di esperti indipendenti che si concentrino sulle evoluzioni degli esperimenti; l'altra costituita dalla Commissione presidenziale per lo studio dei temi di bioetica e da un gruppo internazionale di scienziati che stilino norme etiche rigorose da imporre per scongiurare altri fatti simili. "Ci assicureremo che le risposte a questa aberrante indagine storica siano trasparenti e responsabili", ha precisato il governo statunitense.

"Questi comportamenti devono essere condannati e indagati in un regolare processo - ha commentato l'avvocato guatemalteco Amílcar Pop a Ipsnoticias - E' necessario ripudiare l'accaduto e condannare questo tipo di attività. L'umanità si è evoluta e questa azioni non devono essere più tollerati da nessun punto di vista. Quanto fatto dagli Stati Uniti rientra nei delitti di lesa umanità". Poi, riguardo alla richiesta di risarcimento presa in considerazione dal governo Colom precisa: "E' il tipico comportamento dei paesi poveri, eppure la dignità collettiva dei nostri popoli deve andare oltre, ma non si può perché comprometterebbe le relazioni bilaterali con gli Stati Uniti". Ma che tipo di risarcimento chiedere? Oltre a quello pecuniario da destinare ai familiari in vita delle cavie umane, c'è chi prospetta una risarcimento che vada a vantaggio di tutta la popolazione, a iniziare dagli immigrati irregolari che lavorano in Usa. "La Casa Bianca potrebbe iniziare con il concedere lo status di protezione temporale a quelle migliaia di cittadini del Guatemala che vivono lì senza permesso", ha tuonato Víctor Manuel Gutiérrez, presidente della Comisión de Salud y Asistencia Social del Poder Legislativo, parlando di "invasione della dignità nazionale". Ma intanto, la Procuraduría de los Derechos Humanos, attraverso i mass media, ha già chiamato a raccolta sopravvissuti (se ancora ce ne sono) e parenti per fornire loro assistenza legale e iniziare le cause.

Alla calma si è appellato invece l'ex ministro degli Esteri Gabriel Orellana: "E' scontato che quanto è accaduto fu un abuso, ma non sappiamo se avvenne con la benedizione del governo del Guatemala", che allora era retto dal presidente filo-Usa Juan José Arévalo Bermejo (1945-1951). "Se il governo vistò l'esperimento, con quale legittimità chiediamo un risarcimento?".