Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / All’orizzonte?Un mondo post-americano...

All’orizzonte?Un mondo post-americano...

di Ugo Gaudenzi - 13/10/2010

http://www.rinascita.eu/mktumb640.php?image=1286906693.jpg

Proprio dietro l’angolo, qui accanto, si nasconde un mondo post-americano.  E questa è più di una sensazione. E’ un qualcosa di sensibile, niente affatto così peregrino.
Gli States avevano fatto irruzione nel pianeta, nella sua storia in divenire, poco più di un secolo fa, come una cavalleria a passo di carica.
In cento anni hanno esportato ovunque una loro “dottrina Monroe” - più allargata rispetto al limitato “cortile di casa” - sventolando bandiere artefatte di “libertà” e di “democrazia”.
Aggrediti e sconfitti i loro “Nemici” - a furia di guerre, anche nucleari, o di consumismo e di barattoli di cocacola - e ampiamente soddisfatti dal potere globale acquisito e vigilato da potenti basi militari coloniali, hanno iniziato a consolidare ovunque la loro way of life.
E l’ultimo ventennio è trascorso così in un dispiegamento generalizzato, nei quattro angoli del mondo, della loro influenza culturale, economica, sociale, politica, militare.
La lingua inglese come nuovo esperanto, l’economia di mercato come unico regime di scambio, il sistema monetario e finanziario solidamente nelle mani della finanza, il bipartitismo politico liberale quale unico “regime di libertà”... questi i capisaldi dell’invasione.
Un’offensiva oggi però in esaurimento, anzi interrotta, agganciata com’è a pesanti punti interrogativi. Una politica di potenza e opulenza in evidente crisi. La stessa credibilità atlantica, frutto di una possente macchina pubblicitaria, continua a perdere colpi. E la gente, tutta la gente fin qui suddita del consenso, lo sente.
Un esempio? Il conflitto con l’Iran. Prendiamo i proclami d’Occidente e dei media pilotati dagli Usa contro questo “Paese del male”. Entriamo nelle teste di chi legge o ascolta.
L’Iran è un mostro perché vuole costruire centrali nucleari. Ma Ahmadinejad risponde che ad usare l’arsenale atomico sono stati soltanto gli americani, a Hiroshima. E che un arsenale bellico nucleare lo possiede, nell’area solamente Israele.
L’Iran è un mostro perché lapida e condanna a morte un’uxoricida. Ma Ahmadinejad risponde che l’uxoricida non sarà lapidata e per il momento nemmeno giustiziata. Mentre in Texas, un’uxoricida è stata proprio in questi giorni messa a morte.
L’Iran è un mostro perché non rispetta i diritti umani. Ma Ahmadinejad risponde ricordando le torture di Abu Ghraib o di Guantanamo.
E poi chiede prove sull’11 settembre, sullo strano attentato al Pentagono, e chiede perché mai debba essere il Vicino Oriente, i palestinesi ai quali è stata depredata la terra, a pagare per quello che si definisce l’olocausto in realtà, utilizzato come un’industria della colpa.
Così chi legge, chi ascolta, non assorbe più unicamente il tocco della campana atlantica. Archivia anche il suono contrario. E si accorge che le cose “non vanno bene”, per gli Usa e per i loro sodali, come propaganda vorrebbe, né nell’assedio alla Russia per depredarne le fonti di energia - del tutto fallito - né nelle aggressioni atlantiche nei Balcani o in Iraq, o in Afghanistan, flop militari e ideali. Né, soprattutto, con il modello economico liberista esportato dall’Occidente. Le crisi finanziarie, i tagli sociali, la disoccupazione, i salvataggi dell’usura e non delle famiglie, dei cittadini, non sono certo ricette “apprezzabili”.
Le giacche azzurre ora cavalcano dei ponies. Non sembrano affatto a loro agio, anzi.Con loro è l’Occidente a correre verso il tramonto.
(Perdonateci questo appunto un po’ troppo terra-terra a piè di pagina. Ma i segnali della crisi americana ci sono tutti e chi non li percepisce o è cieco o non vuole vedere).