Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Una commedia piemontese

Una commedia piemontese

di Aldo Cazzullo - 17/10/2010

http://www.bloggers.it/pedroelrey/itcommenti/Tot%C3%B2.jpg

C’è una vicenda politica che ricorda l’opera dei pupi siciliani, il teatro di Eduardo, la commedia a l l ’ i t a l i a n a d i Cinecittà; eppure si svolge in Piemonte, un tempo considerato la Prussia d’Italia, culla di virtù civili e dell’unità nazionale, di cui si appresta a celebrare i 150 anni.

Pare che il presidente del Piemonte non sia più il «vincitore» Cota, che governa—oltretutto piuttosto bene — da seimesi, ma la «sconfitta » Bresso. Sono state escluse, per non aver raccolto le firme, due liste di sostegno al leghista: quella dei Consumatori e quella di Deodato Scanderebech, noto per la meticolosità delle campagne in cui oltre a delicatezze gastronomiche distribuiva all’elettorato il kit con spazzolino e dentifricio. La magistratura ha imposto di ricontare le schede: quelle con due croci, una sulla lista incriminata e una per Cota, sono valide; quelle con una croce sola sulla lista, no. A lungo si è discusso come e dove effettuare il riconteggio, e soprattutto chi dovesse pagarne il conto. Alla fine si è deciso di dividere le spese tra la Regione e i ministeri della Giustizia e dell’Interno (il Comune di Torino paga il trasporto delle schede al carcere delle Vallette, dove avviene il rito).

Ancora non si sa chi abbia vinto davvero. Pare che sia in testa la Bresso. Una cosa è certa: il caso non finirà mai. Nessuno dei due contendenti si comporterà come Al Gore, che ha accettato un verdetto forse ingiusto e ha taciuto. Come un’autentica vicenda italiana, anche questa si trascinerà tra ricorsi—Cota ne ha già presentato uno al Consiglio di Stato — e accuse reciproche di intrighi e di golpe. Una matassa quasi inestricabile nel Paese delle cinque leggi elettorali: una per le Comunali, un’altra per le Provinciali, un’altra ancora per le Regionali, una quarta per le Politiche e una quinta per le Europee.

Nessuna soluzione a tavolino sarebbe riconosciuta dalla controparte, e dai suoi elettori; e quindi andrebbe assolutamente evitata. Se poi la Bresso accettasse di essere intronizzata in questo modo, per il centrosinistra sarebbe un disastro: dopo il ribaltone in Sicilia, e con la prospettiva di un governo tecnico a Roma, Berlusconi e la Lega scatenerebbero con tutta la loro potenza di fuoco una campagna contro la sinistra che perde le elezioni, ma ne capovolge il risultato grazie ai cavilli e alla complicità della magistratura «comunista ». Senza considerare, per assurdo, una querelle che si aprirebbe sugli atti di una giunta nominata da un presidente dichiarato illegittimo: da convalidare o da annullare?

La Bresso invoca il rispetto delle regole; Cota, quello della volontà popolare. L’unica soluzione possibile, qualora si stabilisca che l’elezione del «governatore» piemontese non sia stata formalmente ineccepibile, è tornare a votare. Consapevoli di vivere, 150 anni dopo, in un’Italia dove — purtroppo o per fortuna — non esistono Prussie, ma la linea della palma è salita fin sulle Alpi.