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Sparta: educazione, beni, debiti, moneta, oro, cura del corpo e donne

di Plutarco - 18/10/2010

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1. Il legislatore Licurgo, vedendo che i suoi concittadini vivevano nella mollezza, decise di richiamarli a una condotta di vita più disciplinata e di renderli più virtuosi. Così cominciò ad allevare due cuccioli di cane, nati dallo stesso padre e dalla stessa madre: al primo permetteva di starsene in casa, e lo abituava all’ingordigia; all’altro invece impartiva un severo addestramento, portandolo a caccia con sé.

Poi li portò in assemblea , pose davanti a loro degli ossi e altre prelibatezze, e contemporaneamente lasciò libera una lepre. Tutti e due si lanciarono sui loro obiettivi abituali, e il secondo catturò la lepre. Allora Licurgo disse: “Come potete vedere, cittadini, questi sono nati dagli stessi genitori, ma poi sono diventati molto diversi, in conseguenza del diverso modo di vivere; non vi sembra allora che l’educazione sia molto più importante della nascita per produrre buoni risultati?”.

Altri invece dicono che non prese due cani nati dagli stessi genitori, ma uno di razza domestica e un altro di razza adatta alla caccia: addestrò poi alla caccia quello di razza inferiore, e al secondo insegnò soltanto a riempirsi la pancia. Quando i due cani si precipitarono sugli obiettivi a cui erano abituati, Licurgo fu certo di aver dimostrato l’importanza dell’educazione, in positivo e in negativo, e disse: “E’ lo stesso anche per noi, cittadini: quella nobiltà di sangue che tutti ci invidiano e la nostra discendenza da Eracle non ci servono a nulla se non ci dedichiamo alle imprese per le quali Eracle si è rivelato il più glorioso e il più nobile degli uomini; perciò pratichiamo ed esercitiamo la virtù per tutta la vita”.

3.  Dopo aver sancito l’annullamento dei debiti, decise di dividere in parti uguali anche tutti i beni privati, in modo da eliminare ogni forma di disuguaglianza e di disparità. Ma poiché vedeva che la gente non era entusiasta di questa forma diretta di confisca, tolse valore alla moneta d’oro e d’argento, e lasciò in circolazione solo quella di ferro; poi fissò il limite massimo dei patrimoni privati definendolo in base a questa moneta. Così facendo liberò Sparta da ogni ingiustizia. Infatti nessuno più aveva interesse a rubare o a farsi corrompere o a truffare o a rapinare, dato che non era possibile nascondere il maltolto, era rischioso farne uso, era pericoloso importarlo o esportarlo, e possederlo non era un simbolo sociale. Inoltre bandì tutto ciò che non fosse indispensabile, e così nessun mercante, nessun sofista, o indovino o vagabondo, nessun fabbricante di articoli di lusso mise più piede a Sparta. Licurgo infatti non permetteva di usare altra moneta se non quella di ferro da lui introdotta …

8. Quando gli chiesero perché non aveva introdotto leggi scritte, rispose: “Perché quelli cresciuti ed educati secondo una giusta disciplina capiscono benissimo quel che si deve fare in ogni circostanza”

13. Se qualcuno criticava l’usanza di mandare le ragazze in processione nude e ne chiedeva il motivo, egli rispondeva così: “Voglio che le ragazze seguano la stessa educazione dei maschi, in modo che non siano inferiori né per vigoria fisica e salute né per dirittura morale e virtù; e voglio che si disinteressino di quel che gli altri pensano di loro”. A questo proposito si racconta un episodio che ebbe per protagonista Gorgo, la moglie di Leonida; una donna – probabilmente una straniera – le disse una volta: "Solo voi Spartane comandate ai vostri uomini”. Gorgo replicò: “Sì, perché solo noi mettiamo al mondo uomini”.

15. Quando un tale una volta gli chiese perché aveva disposto che le ragazze si sposassero senza dote, rispose: “Non deve succedere che una sia trascurata perché è povera o un’altra si ambita perché è ricca. Gli uomini devono guardare il carattere di una ragazza e fare la scelta in base alle sue virtù”. Per lo stesso motivo proibì in città l’uso dei cosmetici.

18. Proibì il profumo, poiché diceva che guastava e corrompeva l’olio d’oliva, e anche le tinture che considerava un inganno per i sensi.

19. Bandì da Sparta tutti gli artigiani che si occupavano dell’abbellimento del corpo, dicendo che con i loro trucchi insultavano le altre arti.

22. Quando uno gli chiese perché aveva stabilito che i sacrifici agli dei fossero così piccoli e modesti, rispose: “Così saremo sempre in grado di onorare la divinità”.

29. Gli Spartani si prendevano cura dei loro capelli, memori di un detto di Licurgo, secondo il quale una chioma fluente rende più gradevoli i belli e più minacciosi i brutti.          

Tratta da Plutarco, Le virtù di Sparta, Introduzione di Dario Del Corno, Traduzione e note di Giuseppe Zanetto, Adelphi, Milano, 1996, pp. 106 ss., scelta da Stefano