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La card del popolo sovrano

di Ettore de Pretto - 19/10/2010

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Era una calda giornata di agosto, quella che coincideva con il quarto anniversario della scomparsa del (mai troppo) compianto prof. Giacinto Auriti (foto sopra).
Mi ritrovai, forse per uno scopo o semplicemente spinto dalla noia, a percorrere una lunga strada soleggiata della mia città, soffermandomi fugacemente, con lo sguardo, sui passanti e sui loro sfuggenti particolari, quasi volessi studiarli.
Davanti ai miei occhi scorrevano, man mano che i miei passi mi conducevano lungo quella via, ad oltrepassare una serie di negozi vuoti con i commessi annoiati ed intristiti per i mancati incassi, quei guadagni che gli avrebbero consentito di tirare avanti e far fronte a debiti e tasse.
Una volta terminato il credito a consumo, erogato con l’interesse da oscure società presta soldi e dalle banche (forse ancora più oscure delle prime), la gente si è ritrovata di colpo proiettata verso la dura realtà che non ha mai voluto accettare, il denaro non è di loro proprietà, ma dei banchieri privati che glielo prestano dietro il pagamento di un forte interesse. Per questo, il denaro, non essendo stampato (quello cartaceo) dallo Stato, si comporta come l’anello di Sauron, che tenta in tutti i modi di tornare dal proprio padrone, in questo caso il grasso banchiere, che li stampa e ce li presta, fuggendo dalle tasche dei cittadini per poter tornare a “casa”.
Quella di cui sto scrivendo, è la più grande delle truffe perpetuate ai danni dell’umanità, ovvero l’usurpazione della sovranità monetaria che dovrebbe appartenere unicamente al popolo, assieme a quella politica che ne è una diretta conseguenza. Il denaro che noi tutti usiamo per vivere, frutto del nostro lavoro e del sudore che ne consegue, non è stampato dagli Stati che se ne servono, ma da banche private che lo stampano e lo prestano agli stati, privandoli, in questo modo, del diritto di battere moneta e tutto ciò con la totale compiacenza dei nostri politici.
Quante volte, in televisione, sentiamo i politici che blaterano di debito pubblico, grazie al quale non possono essere realizzate le scuole e gli ospedali? Ma vi siete mai chiesti da dove provenga questo debito?
Se tutti gli italiani sono indebitati, ci deve pur essere qualcuno con cui abbiamo contratto tale debito, allora, da dove nasce? Ovvio, dalle banche che stampano il denaro creandolo dal nulla. Il meccanismo è semplice, lo Stato emette delle Obbligazioni e la banca effettua un prestito allo Stato tramite l’acquisto di titoli di Stato per il corrispettivo valore dell’obbligazione, con il pagamento di un interesse ( il c.d. tasso di sconto, oggi tasso di riferimento, sul denaro). Il debito che sta alla base di questa truffa è inestinguibile, per via del fatto che può essere ripagato solo con il denaro che ci prestano le banche, sembra difficile da capire, ma, tale meccanismo, può essere compreso tramite un chiaro esempio: In un paese c’è un solo panettiere che vende il pane, per acquistarlo egli chiede in cambio dell’altro pane, cioè, per ogni pezzo di pane venduto, ne chiede un pezzo e mezzo.
Chi lo compra, dovrà pagare con lo stesso pezzo di pane acquistato, dato che non vi sono altri panettieri in quel paese, in più dovrà dargliene un altro mezzo pezzo (che non può essere acquistato da nessun altro fornaio, dato che quello è l’unico che lo produce), in questo modo, per pagare quel mezzo pezzo di pane, dovrà chiedere un altro pezzo di pane che dovrà ripagare con un altro pezzo e mezzo di pane, questo lugubre gioco continuerà all’infinito e, nel nostro caso, ci ha portato ad avere un debito pubblico che supera il 115% del PIL.
E le scuole e gli ospedali cui mi riferivo prima? Per quelli serve il denaro per poterli costruire, vero? Nulla di più sbagliato, affermare ciò significherebbe dire che non possono essere costruite autostrade per mancanza di km. Il denaro non è una fonte di ricchezza, ma è solo un “vettore” di ricchezza, esso funziona perché la gente lo accetta, accetta di scambiare dei beni reali e di prima necessità (cibo, abiti, ecc...), con della carta (con valore intrinseco nullo), il denaro, quindi, è solo una convenzione. Capisco che risulti difficile da credere, ma immaginate di possedere cento milioni di euro e di andarvene in un’isola deserta, i vostri soldi, in tale luogo, non serviranno a nulla, perché non c’è nessuna persona che li accetta per scambiarli con dei beni, risulterete, in questo caso, poveri, pur possedendo una fortuna.
Lo Stato dovrebbe battere moneta da se, trattenerne una parte per pagare stipendi, opere e infrastrutture ed il resto farlo circolare per poter permettere ai suoi cittadini di vivere. Le tasse, che strozzano il popolo ed opprimono le piccole e medie imprese, non sono altro che una estorsione, questo perché non vi è alcun bisogno di mettere le mani nelle tasche dei cittadini per portare avanti una nazione, basterebbe, semplicemente, avere una piena sovranità economica. Per poter ripristinare tale sovranità popolare, dobbiamo, per l’appunto, rivolgerci al popolo con delle idee che possano aiutarlo a far fronte a questo momento storico difficile e permettere alle famiglie di arrivare a fine mese senza contrarre debiti.
A tale scopo è nato il “Progetto Auriti”, in memoria del professore che si batté fino alla morte contro l’usura delle banche.
Non potendo contare sull’aiuto delle aziende e dello Stato per portare a livelli economici più bassi i prodotti di consumo primario e la tassazione su di essi, abbiamo pensato di creare un sistema di sconti che si basi sulle attività umane e sulla solidarietà della gente.
Tale sistema è costituito da una card (abbiamo scelto una card perché è molto più comoda e facile da usare, rispetto ai biglietti sconto che creerebbero una maggiore confusione), che dà diritto ad uno sconto del 20% sulle attività dei liberi professionisti ed i lavoratori autonomi (avvocati, medici, idraulici, falegnami, professori che fanno lezioni private, ecc…) creando, in tal modo, una rete di sconti che favoriscano un considerevole risparmio per i cittadini e gli permetta di poter acquistare, con il denaro risparmiato, i beni di prima necessità.
In questo modo, potremmo ridurre le uscite di una famiglia di 1/5 (20%), permettendo ai nuclei familiari di poter arrivare dignitosamente a fine mese e di riuscire anche a mettere da parte del denaro per ogni evenienza
Questo progetto è aperto anche agli esercizi commerciali di piccola, media e grossa entità e a tutti coloro che vorranno dare il loro contributo per migliorare il livello socio/economico del popolo (eccetto le banche, le assicurazioni e tutti quelli che praticano “l’usura” dell’interesse).
La solidarietà non termina con il semplice sconto e, di fatto, il nostro progetto è associato ad un sistema di onlus in cui (ogni città e paese potrà creare una propria onlus per una determinata causa oppure associarsi a quella di un altro paese o città di cui se ne condivide lo scopo) cui andranno le libere offerte dei cittadini che avranno avuto dei benefici dalla nostra idea.
Il progetto non termina qui, ma si rivolge anche ai comuni. Ogni comune emetterà anch’esso uno sconto sulle aziende, centri commerciali, negozi, ecc... che rispetteranno alcune regole imposte da questo progetto.
I centri commerciali ed esercizi alimentari che devolveranno il cibo in scadenza invece di distruggerlo, le aziende che limiteranno l’inquinamento, coloro che assumeranno a tempo indeterminato con paga ed orario sindacale versando i contributi e l’assicurazione sanitaria, riceveranno degli sgravi fiscali da parte del comune ed un maggior aiuto per il proprio sviluppo. Il comune, in più, si impegnerà ad accettare anch’esso la card apportando uno sconto sui propri beni artistico-culturali (musei, mostre, progetti sociali, ecc...) e si impegnerà a divulgare il progetto a tutti i suoi cittadini, questo per il bene di tutti.
Il Progetto Auriti è un primo passo verso quella che dovrà essere la rivoluzione del ventunesimo secolo, cioè il ripristino della sovranità economica con l’emissione di moneta di proprietà del popolo.