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Iraq, Il gas iracheno parla turco, coreano – e arabo

di Ornella Sangiovanni - 21/10/2010



E’ andata - il terzo round di gare d’appalto è finito, con l’assegnazione di tutti e tre i giacimenti di gas in palio – ma fra le compagnie che portano a casa i contratti non c’è nessuna delle major internazionali. E neppure l’ENI e il Gruppo Edison.

L’affare più ghiotto – il giacimento di Akkas, nell’ovest dell’Iraq, vicino al confine con la Siria, riserve stimate in circa 158 miliardi di metri cubi, è andato a un consorzio formato dalla sudcoreana Kogas e dalla KazMunaiGas Exploration & Production, secondo produttore di petrolio del Kazakhstan.

Troviamo ancora i sudcoreani nel gruppo che ha vinto la gara per Mansuriya, 127 miliardi di metri cubi di riserve, secondo le stime. Ma qui il capofila è la turca TPAO. Della partita anche la Kuwait Energy.

Kuwait Energy che si è aggiudicata Siba, giacimento molto più modesto (riserve per soli 31 miliardi di metri cubi): ma è quasi in casa, si trova nel sud, provincia di Bassora.

Messi insieme, i tre giacimenti hanno riserve stimate in quasi 317 miliardi di metri cubi, pari a circa il 10% delle riserve totali di gas irachene.

Dunque, è finita. Nonostante lo scarso entusiasmo mostrato dalle compagnie internazionali nei confronti di questo terzo round di gare, fra la delusione non mascherata degli iracheni, gli accordi sono stati conclusi.

Adesso si dovrà lavorare.

Il vice presidente della TPAO, parlando oggi da Baghdad, ha detto che la compagnia, assieme ai suoi partner, prevede di investire 2,5 miliardi di dollari per sviluppare Mansuriya. Che sta nella provincia di Diyala, una delle più violente dell’Iraq. Non serviranno solo i soldi per rispettare gli impegni contrattuali.

Infatti, TPAO & Co. Non hanno avuto concorrenti nella gara. Nessun altro si è fatto avanti.

Delle 13 compagnie internazionali che si erano iscritte a questo terzo round (su 45 pre-selezionate dal ministero del Petrolio di Baghdad) pagando la quota di partecipazione, non tutte hanno presentato oggi le loro offerte.

Kogas e KazMunaiGas, che portano a casa l’accordo per Akkas, hanno battuto un consorzio formato dalla francese Total e dalla TPAO.

“Prevedo di firmare il contratto fra due-tre mesi”, ha detto alla Reuters Kim Myeong Nam, vice presidente della compagnia sudcoreana. Ma sull’investimento necessario non ha voluto commentare. Si è limitato a dire che si aspetta che l’accordo sia redditizio.

Anche per Siba, la concorrenza è stata ben poca. Kuwait Energy, che ha vinto la gara assieme ai partner di TPAO (ancora i turchi), ha dovuto vedersela solo con la KazMunaiGaz.

Insomma, nessuna competizione eccitante.

Quanto all’Italia, ENI e Gruppo Edison (quest’ultimo da tempo interessato ad Akkas, per il quale aveva anche presentato un’offerta nel primo round di gare- a fine giugno 2009) hanno deciso evidentemente di restare fuori.

Avranno avuto i loro buoni motivi.

Fonti: Reuters, Agence France Presse