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Breve storia del signoraggio

di Paolo Cecco - 25/10/2010

Fonte: italiasociale


"Per li occhi fora scoppiava lor duolo;
di qua, di là soccorrien con le mani
quando a’ vapori, e quando al caldo suolo:
non altrimenti fan di state i cani
or col ceffo or col piè, quando son morsi
o da pulci o da mosche o da tafani".

Con questi versi il Sommo Poeta, Dante Alighieri, descrive la condizione
degli usurai nel III girone del VII cerchio dell’Inferno. Sfruttatori del
lavoro altrui, avidi di denaro e di potere, se ne stanno muti, racchiusi nel
loro dolore espresso attraverso le lacrime che sgorgano dagli occhi. Un’
impietosa condanna dell’usura, dunque (la legislazione ecclesiastica del tempo
paragonava l’usura all’eresia e condannava al rogo chi si macchiava di tale
colpa), oggi più che mai d’attualità nel dominio del regime liberal-relativista
che vede il trionfo della finanza usuraria e del grande capitale a scapito del
lavoro dei popoli e della solidarietà sociale. Signoraggio è un termine che
deriva dal francese “ seigneur ”che in italiano significa “ signore ” ;
riferendosi al periodo storico del medioevo, quando i titolari del diritto di
battere moneta erano appunto i signori feudali i quali beneficiavano del
guadagno che ne derivava.
Già Aristotele affermava che “il denaro non può procurare altro denaro” e tale
enunciato lo troviamo poi sviluppato nel tomismo di età medievale. Il denaro
veniva infatti considerato sterile in quanto non poteva generare frutti alla
stregua degli esseri viventi o delle piante. Ma come affermava Alexander Del
Mar, poliedrico studioso della moneta del diciannovesimo secolo :’’il crimine
insidioso dell’alterazione segreta delle leggi monetarie di uno stato non è
nuovo “. Un decreto dell’anno 360 Avanti Cristo , che riguarda l’antica moneta di Sparta , suggerisce che Glypsus non era estraneo a questa grave offesa. In un’età successiva, Plinio fa riferimento all’alterazione del codice della zecca romana , mediante la quale venne sovvertito quello che rimaneva del sistema nummulario ,intorno all’anno 200 Avanti Cristo , in favore di un conto privato permesso alla gentes. Con l’avvento dell’Impero , lo stato riprese il
completo controllo delle sue emissioni monetarie e questa politica continuò
ad essere mantenuta fino a quando le rivolte barbariche del quinto e sesto
secolo ne sovvertirono e indebolirono l’autorità obbligandolo a violare con
connivenza le prerogative che esso aveva perso il potere di prevenire o
punire .
Quando la base monetaria consisteva di monete in metallo prezioso ,
chiunque disponesse di quest’ultimo , poteva portarlo presso la zecca di
stato dove veniva trasformato in moneta su cui si riportava l’effigie del
sovrano . I diritti spettanti a questi e alla zecca erano esatti trattenendo
parte del metallo prezioso . In questo contesto il diritto di zecca , cioè
l’imposta sulla coniazione , coincide con il signoraggio infatti valore
nominale della moneta e valore intrinseco non coincidevano ; l’imposta
sulla coniazione serviva a finanziare la spesa pubblica . Ma ciononostante
lo smercio e la custodia dell’oro presentavano enormi difficoltà pratiche a
causa del suo considerevole peso specifico e dalla costante minaccia dei
briganti . Questa situazione spinse la maggior parte dei soggetti benestanti
a depositare le proprie monete presso gli orafi (prevalentemente di origine
ebraica) che disponevano delle casseforti più sicure delle città . Gli orafi
a loro volta , emettevano delle comode ricevute cartacee a garanzia del
deposito effettuato che potevano essere negoziate dal titolare al posto delle
ingombranti monete che rappresentavano . Si trattava quindi del modo più
comodo , rapido e sicuro per disporre dei propri soldi . Tali promesse di
pagamento venivano poi utilizzate anche quando i clienti si rivolgevano a
questi liberi professionisti solo per ottenere un prestito in danaro . E dal
momento che i banchieri medioevali ( c.d. orafi ) sapevano bene che solo
una bassissima percentuale di creditori sarebbe tornata a riscattare
materialmente il valore dei propri titoli cartacei , cominciarono a vendere
contro interesse note di credito non garantite da nessun patrimonio
effettivamente posseduto . Con questo sistema i banchieri medioevali potevano prestare impunemente il denaro molte volte in più di quanto avrebbero potuto effettivamente . La prima conseguenza dell’uso di questa tecnica fu la messa in circolazione di molto denaro in forma cartacea che non rispecchiava affatto l’effettiva riserva aurifera disponibile . Ma mentre gli orafi creditori prestavano denaro non grantito , i loro debitori erano chiamati a pagare interessi e debiti che divenivano reali per vincoli di legge . E così alla fine accadeva che questi speculatori risultavano creditori di somme ben maggiori di quelle di cui poteva effettivamente disporre l’intera cittadina . Una situazione che vide spesso i cittadini ricorrere sempre a nuovi prestiti di carta moneta per coprire i propri investimenti innescando il dirottamento della ricchezze della città all’interno dei forzieri degli orafi mentre la popolazione si copriva gradualmente di debiti .
Gli economisti , oggi , intendono per signoraggio i redditi che la banca
centrale e lo stato ottengono grazie alla possibilità di ricreare base
monetaria in condizioni di monopolio . In quest’ottica essi ritengono che le
origini del fenomeno risalgano al 27 maggio del 1694 con la nascita della
prima banca centrale al mondo : la Old Lady of Threadneedle Street ,
meglio conosciuta come Banca d’Inghilterra fondata (su autorizzazione del
sovrano protestante Guglielmo terzo d'Orange), dal banchiere massone e
londinese William Poterson . La Banca d’Inghilterra cominciò col prestare il
suo denaro al governo ; contemporaneamente era autorizzata dal parlamento a
batter moneta con lo stesso capitale , tornando a prestarlo un’altra volta al
pubblico in forma di banconote . Con queste banconote essa poteva
scontare cambiali , concedere anticipi su merci e acquistare metalli nobili .
Non ci volle molto tempo perché questa moneta di credito fabbricata dalla
Banca d’Inghilterra stessa diventasse la moneta con cui la Banca faceva
prestiti allo Stato e pagava per conto dello Stato gli interessi del debito
pubblico .
A poco a poco essa divenne inevitabilmente il serbatoio dei tesori metallici
del Paese e il centro di gravitazione di tutto il credito commerciale .
La banca di Poterson si trovava quindi , oltre ad essere proprietaria di un
capitale sul quale percepiva gli interessi , a disporre di una massa
monetaria fittizia non corrispondente a nessuna ricchezza reale , con la quale
intraprendere fruttuose operazioni finanziarie o concedere prestiti sui quali
percepire altri interessi .
L'esempio inglese , nei secoli successivi , è seguito da tutti i governi del
mondo , fino alla situazione attuale , in cui nessun popolo è proprietario
della moneta che utilizza , e dove tutti sono debitori delle banche private
che battono moneta . Nella memorabile sentenza di Poterson: “La banca trae
beneficio dall’interesse che pretende su tutta la moneta che crea dal nulla” vi
è racchiuso il nucleo ideologico del significato di signoraggio sulla moneta.
È, quindi, a partire da tale data che i governi hanno rinunciato alla loro
sovranità economica ed il potere di emettere moneta sarà delegato ad una banca
privata.
Così gli accordi di Bretton Woods, (culla ideologica della Banca Mondiale e
del Fondo Monetario Internazionale), hanno segnato l’incipit di un rinnovato e
attualizzato sistema di controllo da parte delle trionfanti forze della finanza
mondialista sull’economia reale delle singole nazioni attraverso l’imposizione
del dollaro come moneta internazionale e come riserva valutaria di tutte le
banche centrali. A tali istituti privati tutti al servizio delle principali
banche d’affari internazionali fa capo il signoraggio sulla moneta, vale a
dire il diritto di battere moneta per conto dello Stato, al quale sarà poi
prestata dietro pagamento di un interesse. Da tale “cilindro magico” scaturisce
il cosiddetto debito pubblico; in altre parole il conquibus che ogni cittadino-
lavoratore-suddito deve pagare alla banca centrale del proprio paese per
utilizzare la moneta coniata dai banchieri privati. Per chiudere venendo ai
giorni nostri, dove In nome del Dio Mercato e del profitto estremo si stanno
smantellando tutte le conquiste sociali del secolo passato: dal posto di lavoro
stabile e duraturo al diritto di sciopero, dalla salvaguardia del potere d’
acquisto per stipendi e pensioni allo stravolgimento del sistema previdenziale
e sanitario; dall’attacco sistematico e concentrico alla contrattazione
nazionale all’imposizione di contratti individuali; dalla “riforma” delle
retribuzioni, sempre più relegate nella spirale perversa della produttività
senza limiti alla contrazione dei diritti personali e sindacali; dalla
criminale restrizione del credito (vedi Basilea 2) alle piccole e medie
imprese, all’artigianato e al commercio, con conseguente aumento della
disoccupazione, al sempre più massiccio ricorso al lavoro sottopagato o in
nero. E’ tempo che i popoli la smettano di farsi prendere in giro e riprendano
finalmente coscienza che non si può morire né per Maastricht né per i
banksters. Due secoli fa Honoré de Balzac, nel suo famoso romanzo Grandeur et
décadence de César Birotteau, affermava: “Non è scandaloso che alcuni banchieri
siano finiti in prigione; scandaloso è che tutti gli altri siano in libertà”.