Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Una grande raccolta di clown

Una grande raccolta di clown

di Gianfranco La Grassa - 26/10/2010

http://www.bgbuilding.it/Documenti/Sito%20senza%20nome%202/clown.jpg


   Da destra e sinistra (dal PB al PAB), tutti si sono scatenati – a parte forse il solo Casini – contro le ultime dichiarazioni di Marchionne. [Oggi il clima è cambiato nel PB, i cui giornali e politici si profondono in lodi verso Marchionne riservando strali alla vecchia Fiat assistita mentre l’attuale ad se la caverebbe da solo, lodato inoltre da Obama per aver salvato la Chrysler; in realtà con i soldoni americani e l’essere divenuto pedina proprio degli Usa del Presidente]. La figura di tutti questi è meschina, non c’è alcuna vocazione reale a difendere i nostri interessi come può sembrare ad un’analisi superficiale delle dichiarazioni antimarchionnesche. Come al solito, il reazionario furbo e manovriero, malgrado le apparenze di durezza, risulta di fatto vincitore di fronte ai suoi miserabili critici.

   Che la Fiat sia vissuta di continui sussidi è inutile ricordarlo solo ora, quando tutto sommato all’azienda ancora formalmente torinese appare meno rilevante l’aiuto dello Stato italiano, dato che ha stabilito ottimi rapporti con quello dei predominanti statunitensi. Adesso Marchionne può trattare da una posizione di forza, ricordando ciò che è addirittura scontato e cioè che il mercato italiano è il meno redditizio fra tutti. Se poi abbandoniamo la retorica del mercato e ci spostiamo verso gli equilibri (in realtà continui squilibri) politici mondiali, ci troviamo di fronte la realtà appena sopra ricordata: la Fiat auto ha rapporti privilegiati con gli Usa di Obama.

   Per il momento Marchionne, in connessione con ambienti della potenza predominante, sta in prudente attesa dell’evoluzione del colpo di Stato “democratico”, che il PAB tenta disperatamente di realizzare. Solo gli ingenui restano disorientati dal fatto che il Fli è un’operazione di fatto concordata con il PAB, e patrocinata dagli Stati Uniti, e che nel contempo Fini critica Marchionne fingendo d’essere preoccupato per il nostro paese. C’è chi si domanda smarrito: ma chi è con gli Usa e chi contro? Eppure l’ottima cinematografia americana ci ha mostrato più volte la CIA e l’FBI in conflitto. E’ forse finto? E’ un semplice gioco delle parti? Per nulla affatto, è reale competizione e rivalità, che garantisce migliori risultati. Ma questi due organismi, quando si scontrano, agiscono forse l’uno a favore degli Usa e l’altro contro? Domanda retorica a cui credo sappia rispondere perfino un bambino.

   Se il PAB (diviso in diverse frazioni, fra loro in competizione come CIA e FBI) desidera concludere il colpo di Stato “antifascista” (già tentato e fallito all’ultima “tappa” nel ’92-’93), deve necessariamente mettere in piedi, saltando le elezioni, un governo di finta “unità nazionale” contro il “fascista” Berlusconi; una contraddizione in termini perché tutto si può dire del fascismo salvo che non fosse autentico nazionalismo, mentre i vari grandi industriali e finanzieri, che stavano dietro all’antifascismo anticomunista, tramavano e complottavano il cambio di alleanze effettuato il 25 luglio ’43.

La speranza di Marchionne, e dei suoi “coadiutori” americani, è che vinca ancora una volta l’“antifascismo” dei traditori, paludati (esattamente come nel 1943) da “salvatori della Patria”; in tal caso anche lui diventerà morbido, s’incontrerà e si abbraccerà con Fini (e con D’Alema e tutto il resto della banda) e resterà in Italia, facendo sfoggio di grande sacrificio (di mercato) patriottico e ricominciando ad ottenere prebende. Sembra un gioco complicato; invece è elementare come il “gioco delle tre carte” per chi lo organizza. Chi non lo afferra e ci si perde è il poveretto che si fa pelare.

   Un’effettiva forza nazionale dovrebbe oggi togliere acqua alla Fiat e ad altre aziende parassite della Confindustria, nonché alla grande finanza ridicolmente definita (dal PB) “rossa”. Bisogna lanciare ancora più in alto le grandi imprese dei settori di punta e strategici, in quanto “rompighiaccio” seguito da folte schiere di imprese minori (non nane) proiettate verso est e sud (specialmente in Russia, Iran e Turchia). Il PAB, invece, raccoglie veri giocatori delle tre carte, che si camuffano da progressisti e si dichiarano favorevoli alle lotte del lavoro contro il capitale, tentando in realtà di tenere la Fiat in Italia e di salvare altre imprese decotte con la scusa dei “posti di lavoro”, nel mentre attaccano i rapporti con Putin, Gheddafi, ecc. Simile ammucchiata di banditi va considerata uno schifoso serpente traditore, di cui andrebbe schiacciata la testa senza più un briciolo di pietà.

   Per annientare, eliminare, gettare in una fossa i resti lacerati e sanguinolenti di questa bestiaccia velenosa, è indubbio che sarebbe necessaria la presenza di un forte Stato autoritario. Giustamente c’è chi si è chiesto: ma diretto da chi? Non certo dall’accolita del PAB, il cui tentativo di colpo di Stato è semplicemente simile a quello, etero-diretto, delle varie rivoluzioni “colorate”. Purtroppo risulta inadeguato il PB, che appare sempre più simile al PAB nella sua composizione e nel suo orientamento filo-americano, filo-israeliano, anti-arabo e anti-musulmano. Inadeguata sarebbe però anche una forza che si limitasse a ribadire la giusta concezione dello Stato come campo di un conflitto, in cui sono al momento in sella, pur lottando fra loro, i diversi gruppi di dominanti.

   In questa fase storica, sarebbe indispensabile la presenza fra questi gruppi di uno con vocazione alla difesa dell’autonomia del nostro paese, dirigendo la prua del “sistema-Italia” verso est e verso sud. Un gruppo simile non potrebbe però ottenere il risultato voluto senza eliminare, fino all’ultima cellula cancerogena, gli altri gruppi. Chi sapesse superare la nostalgia per superate ideologie (non per l’ideologia tout court, poiché la presunta fine delle ideologie è l’inganno dei servi dello straniero), chi si unisse per schiacciare con una pietra la testa del serpente traditore (il PAB in ogni suo comparto, ivi compresi i bisonti sindacali), dovrebbe operare in vista di questo risultato, che sarebbe soltanto un obiettivo preliminare. Nella presente fase, tuttavia, chi finge con roboanti propositi di volere tutto, intende in realtà favorire le operazioni alla Marchionne e alla Fli, apprestandosi ai colpi di Stato “democratici” (per via giudiziaria). Per quanto mi riguarda, la preferenza, che so essere obbligata come gradino per altri obiettivi (necessariamente ancora generici), è per un diverso colpo di Stato, feroce e liberatore.