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Evo Morales a Teheran per l’energia del futuro

di Alessia Lai - 26/10/2010

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America Latina e Iran sempre più vicini. Dopo la visita di Hugo Chávez a Teheran, la scorsa settimana, è toccato al presidente della Bolivia, Evo Morales, sbarcare all’aeroporto internazionale Meherabad, nella capitale iraniana. Rafforzare le relazioni bilaterali e firmare nuovi accordi di cooperazione con la nazione del Golfo Persico lo scopo della tre giorni di Morales nella Repubblica islamica. Press TV afferma che il mandatario latinoamericano intende assicurarsi gli investimenti dell’Iran nel suo Paese. Attenzioni non certo nuove quelle di Teheran verso la Paz: i due Paesi hanno approfondito le loro relazioni da quando Ahmadinejad ha visitato La Paz, nel 2007, e ratificato un accordo di cooperazione industriale di 5 anni e del valore di 100 milioni di dollari. Il vice presidente boliviano Alvaro Garcia ha chiarito meglio l’obiettivo della visita: “firmare nuovi accordi, cercare risorse, tecnologie e finanziamenti per gli impianti industriali del nostro Paese”. La Bolivia è ricca di gas naturale, ma stavolta è l’energia del futuro a far da collante nelle relazioni con Teheran. Se, al suo arrivo, Morales è stato ricevuto dal ministro iraniano dell’Industria e delle Miniere Ali Akbar Meherabian, è infatti più che probabile che uno dei settori che La Paz intende sviluppare con l’aiuto iraniano sia quello dell’estrazione del litio. Il Salar de Uyuni boliviano, un antico lago salato, è uno dei principali giacimenti del prezioso minerale, indispensabile per le moderne batterie, da quelle dei cellulari e dei personal computer portatili a quelle delle auto elettriche del prossimo futuro. Il mercato del litio è, per questa ragione, in continuo aumento e La Paz non si vuole far sfuggire l’occasione di finanziare la crescita del Paese con lo sfruttamento del Salar, 10.550 chilometri quadrati di sale sulle Ande, a 3600 metri di altezza, e il 70 per cento delle riserve mondiali di carbonato di litio. Le aziende giapponesi, sudcoreane e francesi che si erano proposte per lo sfruttamento del giacimento, non hanno soddisfatto le aspettative del presidente Evo Morales: “Fino ad ora tutte le imprese volevano investire solo per comprare il carbonato di litio”, per poi realizzare le batterie fuori dalla Bolivia, ha affermato venerdì scorso il mandatario presentando la Estrategia Nacional de Industrialización de los Recursos Evaporíticos. Il piano boliviano, invece, è orientato alla costruzione di industrie produttrici di batterie al litio nel Paese andino. “Abbiamo bisogno di soci”, ha affermato Morales descrivendo le tre fasi del piano per arrivare all’autonomia nello sfruttamento della preziosa risorsa. Dal 2011 si avvierà la produzione di 40 tonnellate di carbonato di litio al mese. Tra il 2013 e il 2014, la seconda fase, con investimenti pari a 485 milioni di dollari, riguarderà l’affinamento dell’estrazione con tecnologie più avanzate e rispettose dell’ambiente, arrivando alla produzione di 30mila tonnellate di carbonato di litio annue. L’ultimo passo sarà quello della produzione delle batterie. Un affare da 900 milioni di dollari di investimento. La visita a Teheran potrebbe essere quella al futuro partner in questa operazione. Le parole del ministro degli Esteri boliviano, David Choquehuanca, sono state chiare: “Tutti i Paesi - ha affermato - sono interessati a litio e per questo non si può scartare” la possibilità di un accordo con l’Iran in questo ambito. Intanto la certezza riguarda un accordo per un prestito iraniano del valore di circa 278 milioni di dollari nei settori minerario e tessile e la firma di una serie di protocolli di intesa per la cooperazione nei settori minerario, dell’agricoltura, dell’industria, della produzione di macchinari, del cemento e dell’alimentazione.