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Parigi: una polveriera chiamata banlieu

di Giscard-Ahmed Touré - 28/10/2010

 
 
   
Il 27 ottobre 2005, le periferie francesi conoscevano dei tumulti senza precedenti nel paese, in seguito alla morte di due adolescenti (Zyed, 17 anni, e Bouna, 15 anni) dopo un inseguimento da parte della polizia. Cinque anni dopo la tensione rimane palpabile.
I quartieri cosiddetti sensibili sono ancora delle polveriere. I rischi di un nuovo incendio sempre presenti. La situazione, difficile dopo i tumulti, non è per nulla migliorata ed anzi si è forse aggravata con la crisi economica, e, come nel 2005, un nonnulla può provocare nuovi scontri tra i giovani e le forze dell'ordine.
L'Osservatorio nazionale sulla delinquenza ha così descritto la situazione: "In taluni quartieri siamo costantemente sul filo del rasoio, in perpetua tensione a causa della difesa del territorio per il controllo del traffico degli stupefacenti".
L'economia sotterranea, come avviene in tutte le realtà simili, riguarda soprattutto droga, armi, merci contraffatte. Gli "indigeni" sono controllati da una minoranza di giovani che si sono impadroniti del quartiere o piuttosto di alcuni edifici. Gruppi che gestiscono il via vai e non accettano la presenza delle forze dell'ordine.
I rapporti tra giovani e polizia sono ancora oggi molto tesi. È sufficiente l'intervento di poliziotti in quelle zone, in divisa o borghese, per qualsivoglia emergenza, perché si scateni immediatamente una reazione ostile.
Il presidente Nicolas Sarkozy ha dato un giro di vite lo scorso luglio con la creazione della BST (Brigata specializzata per il controllo del territorio): il ritorno di una polizia più muscolare e repressiva.
Ma i problemi sono di fondo. Nelle zone urbane sensibili il tasso di disoccupazione è il doppio che nel resto del paese e raggiunge il 30% in una quindicina di quartieri. Il piano straordinario promesso da Sarkozy in campagna elettorale soffre di mancanza di fondi e non pare essere una priorità.
Le municipalità attorno a Parigi, raggruppate in associazioni, hanno lanciato un nuovo grido d'allarme. Gilles Poux, sindaco di Courneuve, constata allarmato: "Il governo aveva parlato di un piano Marshall per le periferie ma, a tuttora, sembra essere ben lontano. Niente, fondamentalmente, è cambiato. Siamo sempre su un terreno di profondo malcontento, il sentimento di esclusione è insopportabile e questo non lascia presagire nulla di buono per l'avvenire".
Qualche segnale di cambiamento è tuttavia visibile. Per esempio a Clichy-sous-Bois (Saint-Denis), il rinnovamento urbano ha portato alla demolizione di 1.500 immobili mentre 1.600 nuovi sono stati costruiti. Un commissariato di polizia altamente simbolico è stato aperto all'inizio di ottobre e un nuovo liceo è stato inaugurato al posto di quello dato alle fiamme durante le notti di violenza del 2005.