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Quando la Stasi spiava le abitudini sessuali dei nemici per rovinarli

di Paolo Soldini - 30/10/2010

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La mattina dell’11 ottobre 1987 nella vasca da bagno della stanza 317 dell’albergo Beaurivage di Ginevra un redattore del settimanale tedesco Stern trova il cadavere di un uomoÈ Uwe Barschel, ex presidente del Land dello Schleswig-Holstein, protagonista, poche settimane prima, di uno degli scandali politici più clamorosi del dopoguerra tedescoIl suo addetto stampa aveva rivelato di aver avuto da lui l’incarico di organizzare una campagna di calunnie contro il socialdemocratico Björn Engholm, suo rivale alle elezioniDopo l’esplosione dello scandalo Barschel si era
dovuto dimettere.
LA SUA MORTE ufficialmente fu attribuita a un suicidio, ma poi un’altra verità cominciò a venire a galla: l’uomo forse era stato ucciso da agenti di un servizio segreto perché sapeva troppo di un traffico d’armi tra l’Iran e Israele (la cosa non stupisca: allora c’era la guerra Iran-Iraq e sia il Mossad israeliano che la Cia americana brigavano per armare sotto banco l’una o l’altra parte)Ma nella stanza 317 era stato trovato un barbiturico che all’epoca era in vendita solo nella DdrQuesto fatto rinfocolò le voci secondo cui si trattava di un omicidio e che in qualche modo c’entrava la Stasi, la famigerata polizia politica della Germania estNel 2007, in effetti, dagli archivi della Stasi uscirono particolari illuminantiBarschel si era recato per ben 19 volte a Warnemünde, all’est, dove nell’hotel Neptun aveva avuto con “personale femminile” frequenti e intimi contatti che venivano accuratamente resocontati e anche filmatiNon esiste alcuna prova che i tedeschi dell’est c’entrino in qualche modo con la sua morte, ma certo Barschel era ricattatoE certo non era l’unicoI ricatti con fondamento sessuale erano pratica corrente per la StasiNella stessa Ddr, ma anche nella Repubblica federale e in altri paesi occidentaliMilitari, funzionari, politici, uomini di governo, parlamentari, giornalistiL’elenco delle vittime è lungo: diverse centinaia di casi accertati e qualche migliaio di casi presuntiE più lungo ancora sarebbe se, nella concitazione seguita alla caduta del muro, i funzionari del ministero della Sicurezza di Berlino est non fossero riusciti a fare a pezzi e a nascondere in 15 mila sacchi milioni di atti che una apposita commissione da più di vent’anni cerca di ricomporre.
Le rivelazioni hanno acceso l’allarme nella Germania post-unificazioneCi si chiede quanti comportamenti di persone, anche molto influenti, siano stati e forse siano ancora condizionati da ricatti di natura sessualeE non a caso il tema è stato sollevato dai media tedeschi in molti commenti alla vicenda di Berlusconi, già al tempo del caso D’Addario.
LE TECNICHE del ricatto erano semplici: o si utilizzavano notizie raccolte con lo spionaggio dei personaggi da “incastrare” oppure si provocavano situazioni in cui le vittime si mettevano nei guai da soleUn esempio classico è quello dell’ultraconservatore Heinrich Lummer, ministro dell’Interno ed ex borgomastro di Berlino, che fu “cucinato” ben bene da una affascinante Susanne, spia della StasiUn importante deputato della Spd, molto addentro alle cose della Nato, ebbe la carriera compromessa per una incauta relazione con una studentessa orientaleProficuo fu poi il lavoro di parecchi “romei” inviati a Bonn con il preciso compito di sedurre impiegate e segretarie dei ministeri federaliAnni fa si mormorava di una vera e propria orgia con deputati e alti funzionari (e ovviamente spioni) che sarebbe stata interrotta dalla polizia nella sede di un ministeroUn bunga bunga alla tedescaParticolarmente odiose le rivelazioni di Wanja Götz, a suo tempo ufficiale di collegamento tra la Stasi e il Kgb, che spiegò come la polizia segreta orientale avesse utilizzato a fini di ricatto i casi di due ragazzi uccisi nell’ambito di pratiche pedofile in cui avrebbero avuto un ruolo “personaggi importanti” della vita politica federalePer fortuna, nella filière sessuale della fu Ddr c’è anche una nota romanticaÈ la storia di una “giulietta” che fu inviata a sedurre un carabiniere in servizio presso l’ambasciata italiana a Berlino estLei si innamorò per davvero e chiese al gran capo in persona, il mitico Mischa Wolf, di lasciare il servizio per sposare il carabiniere che intanto era stato scoperto e scontava una pena in ItaliaWolf, raccontava lui stesso, in un impeto di romanticismo concesse il permesso.