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Berlusconi: anche i comunisti, nel loro piccolo, ogni tanto ragionano...

di Gianni Petrosillo - 01/11/2010

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Anche i comunisti, nel loro piccolo, ogni tanto ragionano... e si rendono conto che in Italia sta accadendo qualcosa di grave, qualcosa che potrebbe ferire a morte il paese privandolo della sua sovranità tanto che in questo conflitto all'ultimo sangue Berlusconi, per quanto non ci piaccia, per quanto sia impresentabile, per quanto sia debole e inconcludente, quasi per il solo fatto di intralciare o ritardare con la sua diafana presenza siffatti progetti malevoli, costituisca l'ultimo bastione a protezione della libertà nazionale.

Il fronte dei nemici è vasto, si va dai poteri forti interni di un capitalismo straccione e parassitario ad ambienti economici e politici internazionali con la bava alla bocca per via della crisi, sino a spezzoni di servizi segreti allogeni e indigeni.  Costoro stanno apparecchiando l'Italia per un definitivo banchetto a ufo. Bene, Sansonetti, Direttore de Gli Altri se n'è accorto, lo ha esplicitamente scritto anche se non sembra aver perfettamente compreso quali  soggetti collettivi e gruppi sociali  subiranno lo scotennamento da parte dell'orda barbara unificata (non di certo solo i sindacati come egli riporta). Ora costui sia conseguente fino alla fine ed usi il suo giornale per denunciare quotidianamente questa situazione di immane pericolo.


Stavolta Berlusconi è all’angolo. Ma…


Tra la primavera del 2008 e oggi – cioè dalle ultime elezioni politiche – in Italia sono successe alcune cose abbastanza importanti. Ne cito solo quattro. Una crisi economica che ha spinto verso la miseria circa un milione di persone; il dramma della guerra in Afghanistan con oltre 20 morti; l’avvio di una riforma federalista la quale probabilmente aggraverà le distanze economiche e politiche tra il Nord e il Sud; uno scontro molto aspro e gravido di conseguenze tre la Fiat (l’imprenditoria italiana) e la Fiom ( i sindacati). Niente di tutto ciò, però – sebbene segnalato con scrupolo, seppur succintamente dai giornali – ha segnato la politica ufficiale. La quale è stata scandita da altri quattro episodi, assai più clamorosi, e che hanno impegnato milioni di pagine dei quotidiani e altrettante ore di trasmissioni Tv: il caso Veronica-Noemi-Daddario, cioè i primi sospetti sul disordine della vita sessuale di Berlusconi, accompagnato da una forte offensiva della sinistra, guidata da Repubblica; i casi Marrazzo-Boffo, cioè i dossier sulla sessualità non ortodossa di un leader del centrosinistra e di un giornalista vaticano, sui quali si è innestata la controffensiva della destra, guidata da Giornale-Libero; il caso Bertolaso-Scajola-P2, un miscuglio di sospetti ancora di carattere sessuale con aggravanti economiche non sempre chiarissime, che ha ridato un po’ di fiato alla sinistra, stavolta guidata dal neonato “Il Fatto”; e infine la riscossa berlusconiana di nuovo trascinata da Giornale-Libero col caso Tulliani-Fini, cioè i dubbi sul valore di un appartamento a Montecarlo che hanno riempito la nostra ultima estate. Diciamo pure quattro pietre miliari del pensiero politico e della provata combattività della nuova destra e della nuova sinistra italiana. Una volta c’erano Croce e Gramsci, ora Sallusti e D’Avanzo.

Non è mica che sto scherzando. Se gli storici vorranno “periodizzare” questo triennio, dovranno per forza ricorrere ai quattro scandali maggiori. I quali hanno portato il governo sull’orlo della crisi, logorando e poi demolendo la maggioranza granitica del 2008. E’ pensabile, con queste premesse, che il caso Ruby si chiuda senza grandi conseguenze politiche?
Chiaro che no. Il fatto che allo stato delle cose sembra che lo scandalo sia abbastanza privo di sostanza, e che alla fine l’unica verità che emerge è quella – non imprevista – che a Berlusconi piace la bella vita e che, oltretutto, è piuttosto ricco, non mi sembra un fatto rilevante. Le dichiarazioni principali rilasciate tra giovedì sera e ieri non lasciano altre possibilità: battaglia politica vera, dura. Come quelle epiche che una volta si facevano sulla scala mobile o sulla legge-truffa. Stavolta il Pd ha superato tutti in velocità, anche i grillini, e ha chiesto le dimissioni del governo (dopo essere rimasto del tutto indifferente, poche ore prima, alla notizia che la disoccupazione aveva subito una impennata e per di più Brunetta annunciava il licenziamento di 300 mila statali….). “Avvenire”, da parte sua, ha chiesto l’intervento dei dottori e degli psichiatri – come si faceva una volta in Russia – perché il premier ha una malattia evidente, dal momento che ormai nessuno più oserebbe negare che gli piace parecchio il sesso, e tutti sanno – e Madre Chiesa insegna – che il sesso, se non a scopi procreativi, è una perversione del cervello. La grande stampa randella senza pietà e senza sosta, indifferente ormai a qualunque altra notizia.

Ma il fatto più significativo, mi pare, sta nella dichiarazione di Berlusconi di ieri sera. Il quale ha avvertito: “So chi ha organizzato tutto questo”. E stavolta l’impressione è che non si riferisca ai soliti giornali, o a De Benedetti, o a imprecisati comunisti. Si riferisce a un pezzo dei servizi segreti. Berlusconi sa di avere un nemico interno, molto forte, legato probabilmente a settori potenti della grande borghesia italiana che davvero stavolta hanno deciso di liberarsi definitivamente del capo di Mediaset.
La domanda non è: “il caso Rubin avrà importanti risvolti politici?” La domanda è: “il caso Rubin, come è abbastanza probabile, porterà alla sconfitta definitiva di Berlusconi, oppure il “Caimano” ce la farà un’altra volta e riuscirà a infliggere una sconfitta definitiva ai suoi nemici?”

Ecco, l’impressione è che il caso Rubin, a differenza dei quattro scandali precedenti, sarà definitivo. Vita o morte.

Attorno a Berlusconi si è stretto un accerchiamento impressionante. Tutti uniti. Il centrosinistra, Fini, gran parte del Vaticano con Casini, i grandi giornali, i più importanti circoli europei e le “Tre Emme” (Marcegaglia, Montezemolo, Marchionne). Se a ciò si aggiunge che ormai queste forze dispongono di una sia pur risicata maggioranza parlamentare, e che forse Bossi, vista la malaparata, potrebbe intimidirsi, beh non si capisce come possano non vincere. Il passaggio può essere una mozione di sfiducia in Parlamento per “comportamenti immorali” o qualcosa del genere, la caduta del governo e poi la costruzione dell’agognato governo tecnico. Che sarà un governo politico, molto forte, sul quale soprattutto le “Tre Emme” avranno un potere larghissimo. Sarà un governo privo di sostegno elettorale, ai limiti della Costituzione, ma potrebbe essere uno di quei governi che lascia il segno, cioè che le riforme le fa davvero. Non so poi chi esulterà per queste riforme, non credo certo i sindacati….


Ma finché Berlusconi resterà sulla scena anche le previsioni più facili possono ribaltarsi. Non saprei dire in che modo potrebbe tentare una controffensiva, non riesco a immaginarlo, ma la forza di Berlusconi, lo abbiamo visto in questi 16 anni, è quella di non arrendersi mai. E allora, chissà, magari qualcosa inventa. Magari, all’ultimo momento riesce a sventare il governo tecnico e si va al voto. E allora niente più è scontato…

Piero Sansonetti
Fonte: www.glialtrionline.it/
Link: http://www.glialtrionline.it/home/2010/10/30/stavolta-berlusconi-e-allangolo-ma/comment-page-1/#comment-8206