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Stragi del '93: Vigna cambia idea ed evoca i servizi deviati

di Sandro Provvisionato - 01/11/2010



“La possibilità che dietro le stragi del ‘93 ci fossero pezzi dei Servizi deviati è una supposizione, corroborata però fattualmente da un anno in cui si somma un numero davvero straordinario di eventi”.
Davanti alla commissione Antimafia, il 25 ottobre scorso, l’ex procuratore nazionale Antimafia, Piero Luigi Vigna, ha ricostruito uno dei capitoli più controversi della storia recente del Paese. “Nel ‘93 – ha ricordato Vigna – ci fu lo scandalo dei fondi neri del Sisde, il tentativo di invasione a Saxa Rubra, l’ordigno sul Siracusa-Torino collocato da un funzionario dei servizi, l’esplosivo della 500 in via dei Sabini, il black out a Palazzo Chigi. Difficile trovare un anno simile. Senza dimenticare il rapporto della Dia che in quei mesi parlava di un sistema criminale integrato di cui, oltre a Cosa nostra, avrebbero fatto parte anche pezzi deviati dei servizi e della massoneria».
Per Vigna, la decisione di spostare le stragi dalla Sicilia al continente potrebbe spiegarsi, oltre che con la “necessità di dare maggiore visibilità agli effetti” con la volontà di “occultare l’entità autrice”.
Non va dimenticato che Vigna, allora procuratore di Firenze, condusse le indagini sulle stragi del ’93 sostenendo che la matrice di quegli attentati andava da ricercare sono e soltanto nell’ambiente di Cosa nostra. Evidentemente con gli anni ha cambiato idea.