Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Cibo, cosa fare contro lo spreco

Cibo, cosa fare contro lo spreco

di Susan Dabbous - 01/11/2010

Prima di buttare qualche avanzo nella pattumiera pensateci bene, oggi è la giornata internazionale contro lo spreco. In piena emergenza rifiuti, sapere che il 30 per cento dell’immondizia è composto da alimenti non consumati, forse, potrebbe dare uno spunto in più per riflettere sulla riduzione a monte dei nostri scarti. La giornata di oggi sarà un occasione per accendere i riflettori su una delle più gravi ingiustizie di sempre: lo spreco di cibo contro la fame nel mondo che colpisce 925milioni di persone. Per avere una stima di ciò che viene gettato prima del tempo, basta pensare che dal campo alla tavola si perde cibo sufficiente per nutrire 44 milioni di persone, il valore ammonta a circa 37 miliardi di euro, ben il 3 per cento del nostro Pil. La stima emerge dall’ultimo studio di Last minute market, l’organizzazione diretta dal preside della facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, che proprio oggi ospiterà numerose iniziative di sensibilizzazione contro lo spreco.
 
Tra queste anche il pranzo per 500 persone con cibo recuperato dopo la presentazione del “Libro Nero” sullo spreco e il premio “Non Sprecare” che verrà assegnato al presidente di Libera Don Luigi Ciotti. Last Minute Market recupera il cibo ancora buono che viene dismesso dai grandi supermercati e lo immette nella catena alimentare prima di finire nel cassonetto. Un lavoro capillare che viene fatto soprattutto a Bologna e che se esteso a tutto il territorio nazionale porterebbe a risparmiare quasi un miliardo di euro. Nel suo dossier, l’organizzazione calcola infatti che ogni anno circa 244mila tonnellate di prodotti ancora perfettamente consumabili vengono eliminate dalla vendita delle attività commerciali. In questo modo i cibi (e i loro imballaggi) diventano rifiuti ad elevato costo di smaltimento, se consumati, invece, oltre ai soldi si risparmierebbero 300mila tonnellate di CO2.
 
Ma la guerra allo spreco è sicuramente più facile a dirsi che a farsi, la Coldiretti ad esempio lancia il decalogo dei piatti antispreco con i consigli per recuperare, tra tradizione e fantasia, i cibi rimasti: «Polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille (caponata di verdure al pomodoro), macedonia e panzanella – per l’associazione dei coltivatori – sono sia un’ottima soluzione per non gettare cibi, che un modo per non far sparire tradizioni culinarie del passato. Tra queste le più “riciclone” sono la ribollita toscana, i canederli trentini, la pinza veneta e al sud la frittata di pasta.
 
La volontà del singolo comunque non basta, per questo giovedì scorso a Bruxelles è stata sottoscritta da parlamentari, accademici e rappresentanti di organizzazioni della società civile la Dichiarazione congiunta sullo spreco alimentare che si prefigge di arrivare entro il 2025 a una riduzione di almeno il 50 per cento della quantità di cibi gettati a livello globale. Tra regole ferree e buon senso, la battaglia contro lo spreco si può vincere anche con la sensibilizzazione dei più piccoli. Oltre al “mangia e pensa a chi non ha niente nel piatto”, si possono  educare i bambini ad un’alimentazione più sana accorciando la distanza tra alimento e frigorifero.