Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Afghanistan, ora la Nato si affida agli elicotteri russi

Afghanistan, ora la Nato si affida agli elicotteri russi

di Giorgio Cattaneo - 04/11/2010

Fonte: libreidee

Quando comparve nei cieli afghani nel 1979 seminò il terrore: tra i “mujaheddin” ma anche tra gli osservatori Nato. Perché era il primo “carro armato volante” della storia, in grado di trasportare 8 fucilieri e soprattutto di incenerire colonne corazzate con una potenza di fuoco mai vista, razzi e missili che prima di allora erano installati solo sui “caccia”. Trent’anni dopo, l’elicottero Mi-24 Hind tornerà a solcare lo spazio aereo afghano. Secondo la Nato, è ancora oggi la macchina da guerra più adatta a quelle impervie vallate, specie se affidata al nuovo esercito di Kabul. L’Alleanza Atlantica ne sta trattando l’acquisto dalla Russia. Perplesso Mikhail Gorbaciov, che avverte: «L’unico modo per vincere, in Afghanistan, è andarsene subito».

Il padre della perestrojka, l’uomo che pose fine alla Guerra Fredda cominciando proprio con il ritiro unilaterale dell’Armata Rossa Mi-24-35dall’Afghanistan, ha rilasciato una dura intervista alla Bbc spiegando che la vittoria della Nato in Afghanistan è «impossibile». Secondo Gorbaciov, il presidente Obama non ha altre alternative se non quella di ritirarsi dalla guerra per evitare un finale già visto in Vietnam (e, per i sovietici, nello stesso Afghanistan). «La situazione in cui si trova impantanata adesso Washington – scrive Nicola Sessa su “PeaceReporter” – è frutto della politica e dalla strategia adottata dagli Stati Uniti in Afghanistan negli anni ‘80».

Quando nel 1987 il Cremlino avviò il ritiro delle truppe, ricorda Gorbaciov, ci fu un preciso accordo con Iran, Pakistan, India e Stati Uniti: il patto prevedeva lo status neutrale e l’instaurazione di buone relazioni dell’Afghanistan sia con l’Urss che con gli Stati Uniti. Ma Washington non rispettò l’impegno, sottolinea Gorbaciov, preferendo armare e addirittura addestrare i “mujaheddin”: quegli stessi guerriglieri che oggi affrontano e stanno mettendo in difficoltà la coalizione internazionale che ha rioccupato l’Afghanistan dopo l’attentato dell’11 Settembre alle Torri Gemelle. Con una variante imprevista: la Nato ora vuole elicotteri russi per equipaggiare in Mikhail Gorbaciovmodo adeguato il nuovo esercito afghano che resterà sul terreno dopo l’eventuale ritiro delle truppe occidentali.

La scelta del Pentagono, rileva Gianandrea Gaiani sul “Sole 24 Ore”, ha sollevato forti critiche da parte del Congresso Usa. Protesta bipartisan, da democratici e repubblicani, contro l’acquisto di elicotteri cargo Mi-17 ed elicotteri d’attacco Mi-35, evoluzione degli Mi-24 Hind dell’invasione sovietica. I vertici militari sostengono che i velivoli russi rappresentano il pilastro per la ricostruzione dell’aviazione afghana: la loro adozione Mi-17accorcerebbe i tempi di addestramento, che sarebbero affidati direttamente alla forza aerea di Mosca.

La Nato, che conta di lasciare l’Afghanistan entro il 2015, secondo “PeaceReporter” spera di coinvolgere Medvedev nella battaglia “contro il terrorismo e il narcotraffico” sulla via dell’oppio. Nel prossimo vertice di Lisbona del 19 e 20 novembre, ci sarà anche la Russia. Il segretario generale Anders Fogh Rasmussen conta di avviare con Mosca una nuova e incisiva collaborazione per sciogliere il nodo afghano: il Cremlino potrebbe concedere alla Nato il transito via terra – per la prima volta – degli equipaggiamenti militari. Ai quali si aggiungerebbe ora l’inedita dotazione di elicotteri russi.

Finora, ricorda il “Sole 24 Ore”, il Pentagono ha speso 648 milioni di dollari per l’acquisto di 31 elicotteri russi, inclusi pezzi di ricambio. I nuovi piani prevedono l’acquisto di altri 10 cargo Mi-17 nel 2011 e di ben una cinquantina di velivoli, inclusi molti Mi-35 da attacco nei prossimi 10 anni. Una flotta di nuovi mezzi che rafforzerà la quarantina di elicotteri attualmente in servizio, considerati indispensabili a garantire all’esercito afghano capacità autonome di intervento dal cielo per il trasporto di truppe e materiali e per l’attacco agli insorti. I nuovi velivoli in arrivo costeranno ciascuno tra i 15 e i 18 milioni di dollari.