Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / I moralisti cialtroni

I moralisti cialtroni

di Gianni Petrosillo - 04/11/2010




La coscienza è uno di quei bastoni che ognuno prende per picchiare il proprio vicino, e di cui non si serve mai per sé. Honoré de Balzac

Non c’è cosa più squallida che tentare di far fuori il proprio avversario descrivendolo come un essere immorale e bavoso. Basterebbe andare a ritroso nella storia per scoprire quanti danni hanno fatto al loro tempo e alle loro società i moralisti di ogni risma e inclinazione ideologica che si sono impancati contro la corruzione dei costumi al solo fine di sostituirsi agli empi e ai depravati per comportarsi, possibilmente, anche peggio di loro.

Costoro parlano molto di integrità e di rettitudine etica, di grandi valori o di legalità, ma nella pratica di questi stessi principi si dimostrano sempre assai scarsi e carenti. Basta osservare i moralizzatori nostrani di questa stagione politica che hanno gli armadi pieni di scheletri e di segreti e che pure si sdegnano come suore claustrali per gli eccessi sessuali di Berlusconi. Partiamo da un assioma poche volte smentito quando si tratta di faccende umane, e, citando sempre Balzac, diciamo chiaro e tondo che: “Tutti i grandi uomini sono dei mostri”. Ed è quasi inevitabile che sia così perché il tocco del potere incarognisce l’anima ed indurisce il cuore e se ciò non dovesse capitare all’aspirante leader è meglio che costui si faccia da parte per non fare del male a sé stesso e agli altri. Certo, ci vuole misura, occorre saper dosare violenza e magnanimità, “usare bene la bestia e lo uomo” avrebbe detto Machiavelli. Ma togliamoci dalla testa che si possa governare solo con la seconda, così come non dobbiamo cedere all’ubbia che sia possibile evitare l’uso personalistico della cosa pubblica. Questo non accadrà mai. Tuttavia il grande statista, e qui sta la differenza tra i perfettibili ed i cialtroni irrecuperabili, sarà in grado di coniugare il suo interesse con quello generale. Dimostrarsi scevri da queste caratteristiche significa non aver la stoffa del decisore e l’attitudine del comando. Allora ci si dedicherà ad altro, per esempio alla beneficenza, al volontariato, alle opere filantropiche più varie, ma non alla gestione del potere. Del resto, chi si farebbe mai governare da mammolette che si commuovono per i patimenti del nemico? Chi si farebbe amministrare da uomini senza astuzia e coraggio che però sono tanto buoni e pacifici? A chi interessano le questioni intime di Presidenti, governatori, parlamentari che, pur essendo viziosi nella vita privata sono pubblicamente efficienti e capaci? Abbiamo dimenticato di essere il paese di Machiavelli e del Principe? Il capo deve essere Golpe, Lione e finanche Lupo ma non Cane, Coniglio o Struzzo. Adesso, non sono convinto che questo sia il caso di Berlusconi. Vero è che costui, almeno in alcune iniziative, come quelle internazionali, si è mostrato abbastanza competente e pragmatico tanto da far rinascere le aspirazioni geopolitiche dell’Italia equilibrando affari propri, proiezione economica delle imprese del paese e recupero di credibilità diplomatica dello Stato. Nella particolare fase che stiamo vivendo, in cui la politica interna è fortemente condizionata dai movimenti delle potenze sullo scacchiere mondiale, non è poco. Anzi, è molto se pensiamo alla nostra situazione di partenza dopo il terremoto di tangentopoli che fece fuori tutto l'establishment DC-PSI dall'oggi al domani, lasciandoci senza timonieri e visione del futuro. Peraltro, sono convinto che questo continuo indignarsi di certa gente (soprattutto di sinistra) per i difetti altrui  nasconda, un'avidità ed una bramosia di potere ancor più irrefrenabile e deleteria. Costoro sono disposti a svendere l'Italia a forze estranee alla nazione per occupare la stanza dei bottoni, anche solo in affitto. Questa è l'immoralità più grave che si possa commettere ai danni di un intero popolo, altro che corruzione di minorenni e di maggiorate.