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In Iran come in Iraq: l'ombra di Cia e Mossad

di Lorenzo Moore - 30/11/2010

Accadde anche con l’Iraq di Saddam Hussein.
Per contrastare la realizzazione della centrale nucleare irachena Osirak - un progetto al quale partecipavano anche la Francia e l’Italia di allora - non soltanto l’Occidente inventò il pretesto delle “armi di distruzione di massa” volute da Saddam Hussein, non soltanto la stessa centrale fu bombardata da Israele, ma furono uccisi fisici e ricercatori arabi in Europa.
Ora accade con l’Iran.
Due gli attentati agli scienziati nucleari di Teheran - uno ucciso, l’altro ferito - collegati al programma nucleare iraniano.
Per il governo di Teheran la responsabilità degli assassinii è certamente di “Cia e Mossad”. Il primo attentato - giunto in concomitanza con le rivelazioni sulle pressioni degli Stati del Golfo per ottenere dagli Stati Uniti un attacco preventivo in Iran e con l’entrata in funzione della centrale di Bushehr - ha colpito mortalmente lo scienziato iraniano Majid Shahriari, dilaniato dall’esplosione della sua automobile. In un episodio analogo, poi, il suo collega Fereidum Abbasi, membro delle Guardie della Rivoluzione, è rimasto ferito. Anche le due mogli dei professori universitari colpiti sono rimaste vittime degli atti di terrorismo.
Il programma nucleare era stato infettato nel suo software di gestione dal virus informatico “Stuxnet” e il fisico Shahriari era il maggior esperto iraniano nel contrasto dei sabotaggi elettronici: così, non a caso, ha subito informato l’agenzia israeliana di intelligence “Debka”.
“I nemici dell’Iran non scherzino con il fuoco - ha avvertito dopo gli attentati Ali Akbar Salehi, capo del programma nucleare di Teheran - perché la pazienza del nostro popolo ha un limite”.
Altri due scienziati iraniani - Massud Mohammadi e Ardeshir Hosseinpur - erano stati assassinati con le medesime modalità negli ultimi anni.