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Lo sconcerto di Napolitano: pensano solo alla resa dei conti

di Gianfranco La Grassa - 06/12/2010

 

"Giorgio Napolitano trova il modo di far capire come intende gestire la crisi: né urne, né ribaltone, sul Colle si lavora alla ricerca della terza via. L’avviso ai naviganti, il «messaggio nella bottiglia», stavolta è quasi nascosto dentro la lettera di saluto alla giornata nazionale del volontariato: il cosiddetto «terzo settore», scrive il capo dello Stato, «è una linfa vitale della nostra convivenza e va sostenuto proprio in questo momento di particolari difficoltà economiche"…….

Alla vigilia di una robusta emissione di titoli di Stato, con Irlanda, Spagna e Grecia già aggredite dalla speculazione internazionale, con un cruciale Consiglio europeo che il 16 e il 17 dovrà riscrivere il patto di stabilità, Napolitano teme che, come ha scritto il Financial Times, «la tempesta dell’eurozona» si diriga anche verso l’Italia……

Dunque, se cade Berlusconi, niente scioglimento flash e niente ribaltoni. Non resta allora che lo schema 2008, e cioè mettere in pista la seconda carica dello Stato per vedere se si può salvare la legislatura. Renato Schifani, presidente del Senato, potrebbe quindi avere un mandato esplorativo, esattamente come avvenne due anni fa con Franco Marini all’epoca del collasso del governo Prodi. Schifani potrebbe verificare se ci sono i numeri per mettere in piedi (con lui o con un altro del centrodestra a Palazzo Chigi) un esecutivo capace di garantire la, chiamiamola così, continuità aziendale del Paese per portarlo al riparo dai rischi. Ma questa soluzione richiede un governo «di profilo» con la partecipazione attiva di Pdl e Lega…….
Napolitano, che non vuole essere «coinvolto nel gioco dei tatticismi», eserciterà «con il consueto rigore» le sue prerogative costituzionali. Tradotto significa che, se il Cavaliere andrà sotto e si aprirà una crisi formale, Napolitano non scioglierà subito le Camere ma aprirà le consultazioni formali".


Napolitano è politico di lungo corso, vissuto in un partito che non ammetteva correnti (come ogni altro Pc del mondo, dove era in uso l’ossimoro chiamato “centralismo democratico”), ma dove ci si combatteva per gruppi e con finte e controfinte che Pelè o Maradona erano dei pivelli in confronto. Tuttavia, lo si faceva per motivi di linea politica, interna e ancora più estera, di fronte ai quali le manovrine odierne sollecitano conati di vomito. Povero Napolitano dunque; come tutti quelli di vecchie generazioni, deve finire la sua vita nel grigiore, usando un eufemismo. Tuttavia, non si racconti, per favore, che ci si preoccupa della crisi e non si faccia finta di credere che si tratta di resa dei conti tra Fini e Berlusconi (e Casini, e Rutelli, e Pisanu; e poi Montezemolo, Monti, Draghi che c’entrano con la resa dei conti?).
I documenti di Wikileaks presentano aspetti di diplomazia di infimo ordine, di pettegolezzo comaresco, ma non mi si dica che non segnalano con precisione qual è il reale motivo del contendere tra la “poltiglia antiberlusconiana” (PAB) e Berlusconi. Napolitano – che è appartenuto ad una stagione di lotte politiche anche più cattive, e dove si rischiava talvolta qualcosa in più del “cuoio” quando ci si “faceva le scarpe” reciprocamente – non finga dunque di credere a rese dei conti e alla crisi che non sopporterebbe le “libere” elezioni di cui ormai anche lui, in omaggio ad una vetusta Costituzione, si è fatto elegiaco cantore.

La crisi, che sarà lunga come quella di fine ottocento (1873-96), legata come allora all’ormai instauratasi fase di multipolarismo (di cui il recente vertice Nato a Lisbona è stato una discreta rappresentazione), non sopporterebbe invece governi di transizione, messi in piedi solo per far fuori un uomo e realizzare finalmente quanto non si era terminato con “mani pulite”, con l’appoggio costante di tutti i rinnegati: quelli del falso comunismo, e di piccoli gruppi di squallidi personaggi Dc-Psi, che hanno tradito i loro migliori capi (Andreotti, Craxi), ecc. Personaggi vili e squallidi – pienamente complici di quelli che si sono messi a chiamare ladroni per salvarsi – che hanno tentato di derubarci di ogni prospettiva portandoci nella UE in quelle condizioni e dopo aver svenduto ben più della metà del nostro vero apparato produttivo di punta e strategico, poi rovinato dagli acquirenti (esempio clamoroso: la Telecom, che valga per tutti).
Adesso intendono semplicemente ridurre allo stesso livello Eni, Finmeccanica, Enel. Quello che va impedito è proprio il “governo di responsabilità nazionale” (cioè di tradimento antinazionale), il governo degli scialacquatori, depredatori, topi nel formaggio. Andrebbero arrestati per sabotaggio e gravi turbative dell’ordine necessario ad uscire dalla crisi, sventando giochetti finanziari e monetari condotti da centri italiani e stranieri di eversione (che ci vogliono in mutande) e rafforzando invece le nostre capacità produttive reali. Imbroglioni coloro che fingono di non vedere il gioco sporco che certi nostri competitori stanno facendo con la promessa di laute ricompense alle “quinte colonne” interne.

Il vero problema per queste ultime è che non concedere elezioni, affidando il governo a chi le ha appena perse (e sia politiche che regionali), è un azzardo e significa comunque sputtanamento; anche se, con un popolo dalla memoria corta come il nostro, si può rischiare perfino questo. Tuttavia, una manovra più “pulita” (semplicemente ipocrita, ma egualmente sporca) è quella che riesca a coinvolgere pezzi della maggioranza: ecco perché qualcuno pensa a Schifani, Tremonti, leghisti, ecc. Fidarsi di qualcuno di questi, illudersi che essi rifiutino sdegnosamente, che si stringano attorno al carro su cui sono montati per vincere le suddette elezioni, sarebbe atteggiamento di un’ingenuità imperdonabile. Si tratta di gente infida, dedita a intrallazzi di una meschinità inimmaginabile.

Si parla tanto della Lega, in quanto partito radicato nel territorio, ecc. Non lo metto in dubbio. Però, in primo luogo, questo territorio è meno di mezza Italia; la più sviluppata, quella cui sono di fatto affidate le sorti del paese, se vuole galleggiare discretamente in questa che sarà appunto una lunga crisi di sostanziale stagnazione legata alla lotta multipolare. Tuttavia, è ora che si faccia una reale politica nazionale, non più fondata su assistenzialismo e clientelismo, su una strepitosa spesa pubblica improduttiva e inutile, elargita per mantenere una pletora di impiegati pubblici i cui stipendi la assorbono quasi tutta; e solo per eleggere questi politicanti da prima Repubblica e di quart’ordine, che dovrebbero essere invece inviati ai lavori forzati nei campi.
Tuttavia, la Lega non riesce a pensare in questi termini per il suo ristretto provincialismo localistico. Continua a oscillare tra elezioni e armeggio osceno con quelli del Pd e affini per ottenere, a prezzo di ulteriore tradimento, una minuzia rispetto alle necessità di una solida politica internazionale, da cui dipende quel galleggiamento dignitoso e non totalmente squassante appena sopra ricordato. La situazione è dunque oscura; impossibile dire come ne usciremo. Ritengo che sia certamente da cambiare il premier di questo paese; non per assegnare però il governicchio ad una massa di svenditori dei nostri interessi, di reali esecutori di una politica di “irresponsabilità antinazionale”. Questo è il governo cui si sta pensando, anche leggendo i passi riportati all’inizio. Questa è la fine che ci vogliono far fare. Che se ne renda (cor)responsabile un ex Pci non autorizza a fare dell’anticomunismo come al solito. Si devono solo rivelare chiaramente le trame in atto.

Si indichi con franchezza chi vuole un simile governo: si tratta delle nostre “quinte colonne” e di ambienti Usa. Non di tutti gli Usa, in questo momento, ma solo di alcuni ambienti, che hanno però molti addentellati in questo politicantume italiano di cui, certo anche per colpa di Berlusconi, sono infestate tutte le istituzioni, al gran completo. E dietro di loro stanno proprio quegli agenti della sfera economica che più hanno devastato il paese, che hanno messo società all’estero (per esempio in Lussemburgo; è chiaro il riferimento?) e poi fanno i moralisti contro chi evade le imposte o chi detiene “fondi neri” per la dura competizione internazionale tra giganti dei settori strategici, ecc.

La colpa principale di Berlusconi è di non aver mai chiarito chi veramente lo vuole far fuori; di aver sempre deviato dall’obiettivo reale degli autentici traditori. Va cambiato questo premier, ma non certo per dare il governo in mano a questi ultimi! Come ci comportiamo? Come il famoso marito che si taglia i coglioni…..? Prima di tutto addosso a chi ci svende, e a chi tiene loro bordone con manovre mascherate da responsabilità, mentre si deve invece far fronte alla crisi con un governo stabile, autoritario, in grado di usare infine la forza contro chi crea caos per sabotare i nostri interessi. Questo il primo compito, se ci si vuol salvare; altrimenti, si affondi e questo popolo crepi come merita se continua a non capire nulla della polpetta avvelenata che gli stanno preparando i sovvertitori.