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Lo zio d'America

di Gianni Petrosillo - 08/12/2010


fini-fascista

Noi l’avevamo intuito ed esplicitato prima di chiunque altro: c’è del marcio in FLI. Ci prendiamo pertanto il merito di aver visto giusto su questa storia di ripicche e di voltafaccia a sfondo governativo.

I presunti nobili riformatori di Fini, quelli della destra all’avanguardia ed europea, i paladini della legalità e dell’integrazione sociale, quelli che trovano consenso a sinistra e tra una intellighenzia post-comunista ormai del tutto rincitrullita, i post-fascisti pre-potenti, prima braccio teso patriottico-romano ora coda lunga e scodinzolante filo-yankees, in verità non hanno nulla di moderno e di continentale. Sono uno sharing group che ha portato la residenza a Washington mantenendo il domicilio in Italia per condividere con un Paese alleato ma straniero la strategia adeguata per l'affossamento del Governo. Qualcuno aveva fatto notare che c’erano troppi soldi nella borsa del PresdelCam e dei suoi fedelissimi, i quali evidentemente erano già passati dalla cassa. Si dice che abbiamo ricevuto una ricca eredità da uno zio d’America. La Fondazione Fare Futuro, il think tank collegato a FLI dispone di molte risorse pur essendo nata da poco tempo: locali bellissimi, sontuosamente arredati e ben forniti di tutto, dai libri, ai tendaggi, al mobilio alla moda. Altro che la Scavolini di Montecarlo! E poi i fondi per le numerose iniziative, le campagne politiche, gli incontri, le conferenze, i viaggi ecc. ecc. Si, i viaggi, soprattutto quelli transatlantici perché il “Transatlantico” di Montecitorio evidentemente risultava troppo angusto per gente dai così larghi confini e mutamenti. Baldassari, presidente della commissione finanze del Senato, è partito giovedì sera alla volta degli Usa senza lasciare nemmeno un biglietto a Frattini. Lo stesso si appresta a fare un altro finiano come Massolo, segretario generale della Farnesiana, che solo a cose fatte ha informato il suo Capo dicastero della gita oltreoceano. Non c'era da aspettarsi di meglio da sottocapi che prendono il cattivo esempio da un Leader che ormai sembra il fratello ben vestito di Nando Mericoni. Avete capito come funziona? Per governare in Italia ci vuole l’assenso della Casa Bianca o almeno quello del Dipartimento di Stato, altrimenti nisba! Aveva ragione Bobo Craxi, figlio di Bettino (un altro che ha pagato per non aver piegato la testa di fronte alla tracotanza dell’Impero per la faccenda di Sigonella e per l’amicizia dimostrata ai popoli arabi), a dire che “probabilmente Fini è stato scelto come cavallo, non dico dagli Stati Uniti, ma da ambienti americani che hanno interesse a spezzare una politica estera che Berlusconi ha condotto con eccessiva leggerezza, come nel continuo civettare con Putin. Fini rappresenta per loro quel che nel passato rappresentarono Spadolini o Giorgio La Malfa”. Appunto, l’America ordina e gli utili idioti eseguono.